Dietro i candelabri, The Knick, Mosaic. Se conoscete il comune denominatore tra questi titoli saprete che stiamo parlando di Steven Soderbergh, uno dei pochi registi di cinema ad aver saputo giocare e trasferire la propria conoscenza cinematografica nella serialità. Dopo essere tornato al cinema per concludere la sua trilogia di Magic Mike (l'altra più celebre sul grande schermo rimane quella di Ocean's Eleven) ora ci riprova in tv, con una miniserie intitolata Full Circle, interamente disponibile su TimVision. Ancora una volta un progetto originale dalla penna di Ed Solomon (lo sceneggiatore di Men in Black e di Now You See Me) e dalla sapiente mano dietro la macchina da presa di Soderbergh. Ancora una volta, un gioiellino televisivo?
Full Circe: sei gradi di separazione
In un certo senso è come se Solomon & Soderbergh avessero voluto mettere in scena attraverso questa miniserie con un cast stellare la teoria dei sei gradi di separazione ovvero di come le nostre vite siano collegate molto più di quanto pensiamo. Tutto parte da un rapimento finito male di un ragazzo dell'alta società newyorchese. Il caso però vuole che il suo destino si incroci con un altro ragazzino quasi della stessa età che lo osserva da tempo. Da quel momento le implicazioni e i colpi di scena saranno all'ordine del giorno (anzi, dell'episodio) nella vita di tutte le persone coinvolte, nessuna totalmente innocente e soprattutto tutti che sanno molto più di quanto dicano.
Un mystery thriller ad alta tensione
Non è solo la scrittura di Ed Solomon ad essere di alto profilo, raffinata e che costruisce pian piano la propria tela narrativa lasciando allo spettatore il compito di unire man mano tutti i puntini. Il pubblico potrebbe sentirsi un po' confuso nella prima metà, quindi bisogna portare pazienza nel dare un'identità e un ruolo ai tanti personaggi coinvolti. Anche perché si tratta di un serial che spinge al binge watching nonostante sia andata in onda settimanalmente negli Usa su Max: c'è troppa voglia di trovare e unire i pezzi del puzzle (o del mosaico, se volessimo strizzare l'occhio al precedente progetto interattivo del cineasta).
Personaggi restituiti da un cast non solo stellare ma profondamente in parte anche quando potrebbe risultare grottesco o sopra le righe per mostrare ancora una volta l'inettitudine umana (quanto piace agli americani farlo): l'insopportabile tenacia di Zazie Beetz, l'ostinata faccia da poker di Claire Danes, l'ironia sardonica di Jim Gaffigan, lo smarrimento triste di Timothy Olyphant, il carisma inquietante di CCH Pounder, l'inedita incapacità di Dennis Quaid. Anche la regia di Steven Soderbergh si conferma consapevole ed elegante, passando dai primi piani ai grandangoli, attraverso alcuni mini piani sequenza, per restituire la tensione narrativa della storia raccontata.
Caos e casualità
Il caso e il destino sono le parole chiave che si vanno ad indagare attraverso Full Circle utilizzando parallelamente un simbolismo che arriva dalla religione guyanese e dagli antichi riti che parlano di maledizione e vendetta, di chiudere un cerchio aperto molti anni prima. Caos e caso sono due parole che si scambiano solamente una lettera e forse non è una coincidenza: è su questo termine che si permea ed incentra tutta la trama della miniserie, che mescola varie atmosfere mistery ad un family drama a tinte crime - c'è tutto il sottobosco della criminalità organizzata e delle antiche faide tra famiglie rivali - e ad una serie di segreti che non aspettano altro che essere rivelati. E toccherà ai personaggi poi fare i conti con ciò che questi segreti porteranno alla luce.
Conclusioni
Full Circle è una miniserie raffinata ed elegante che conferma la bravura di Steven Soderbergh dietro la macchina da presa anche in tv. Un trattato in sei episodi sulle coincidenze della vita e delle relazioni tra persone apparentemente sconosciute e su come i loro destini vadano ad intrecciarsi in maniera davvero inaspettata. Un grande cast per una grande (anche se inizialmente confusa e complessa) storia.
Perché ci piace
- La scrittura raffinata di Ed Solomon.
- La regia elegante di Steven Soderbergh.
- Il caso, il caos e le coincidenze.
- Il cast in parte…
Cosa non va
- … anche se a volte potrebbe sembrare quasi grottesco.
- Tante storyline e personaggi a cui stare dietro e che nella prima metà possono disorientare e scoraggiare lo spettatore.