Dopo l'incredibile successo ottenuto da Let It Go, diventato un vero e proprio tormentone in tutto il mondo, c'era grande attesa per i nuovi brani che avrebbero composto la colonna sonora di Frozen 2 - Il Segreto di Arendelle, al centro di questa recensione, e le aspettative sono state rispettate, nonostante i testi in più di un caso non risultino utili a far avanzare la narrazione e non si possa parlare di un progetto allo stesso livello del precedente.
La versione deluxe dell'album contenente le canzoni composte per il sequel animato regala anche degli interessanti outtakes che svelano elementi del racconto, in alcuni casi, suscitano però qualche perplessità nei confronti delle scelte prese da sceneggiatori e produttori che hanno sacrificato più di un passaggio molto interessante e che sarebbe stato sicuramente piacevole ascoltare nella versione interpretata dai protagonisti.
I brani ideati per Frozen II - qui la nostra video recensione di Frozen II - Il segreto di Arendelle - sono nuovamente stati ideati da Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez, e propongono varie sonorità e atmosfere, passando dal divertimento alla malinconia e dal rock a suggestioni quasi "magiche". I pezzi strumentali, invece, sono stati affidati all'esperto Christophe Beck, sempre in grado di trovare soluzioni originali ed enfatizzare le emozioni rappresentate sul grande schermo con le sue composizioni.
Soundtrack
Frozen 2 - Original Motion Picture Soundtrack (Deluxe Edition)
La ricerca dell'erede di Let It Go
Durante la visione di Frozen 2 è possibile ascoltare sette canzoni inedite e ad aprire il film, e la tracklist, è la suggestiva performance di Evan Rachel Wood con la ninnananna All Is Found che la regina Iduna canta alle figlie Elsa e Anna. I coniugi Lopez hanno ideato per il flashback legato all'infanzia delle due protagoniste un brano davvero suggestivo che introduce bene, musicalmente e a livello tematico, l'avventura che affronteranno. L'arrangiamento fonde alla perfezione la leggerezza dell'orchestra classica con suoni più vicini al folklore nordico, mentre le parole cantate dalla melodica voce dell'attrice rappresentano una vera e propria "guida" da seguire quando le figlie si ritroveranno in difficoltà. Poetica, armoniosa e magica, la canzone di apertura è tra le migliori tracce della tracklist.
La successiva Some Things Never Change è un numero musicale che vede coinvolti i quattro personaggi principali: Anna, Olaf, Kristoff ed Elsa (ma anche Sven) sono insieme in quella che potrebbe essere una perfetta introduzione per uno spettacolo di Broadway. Il brano ideato per Frozen II - Il segreto di Arendelle, con la sua spensieratezza, risulta però poco incisivo e fa compiere al racconto solo pochi passi in avanti e qualcuno indietro, gettando quindi le basi per una possibile apparizione di estratti della prima colonna sonora.
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Indicata come possibile erede di Let It Go, Into the Unknwon (anche a livello visivo) ricorda in parte il suo predecessore dal punto di vista visivo e al crescendo musicale, ma il brano difficilmente riuscirà a replicarne l'impatto negli spettatori di tutte le età: il testo, seppur aderente agli eventi rappresentati, non ha quella portata universale e l'estensione vocale delle sue interpreti, perfetta per ottenere un grande impatto durante la visione, la rende piuttosto complicata per chi vuole cimentarsi nel karaoke, pur rimanendo immediatamente impressa nella mente. Se si considera infatti solo la capacità di essere ricordata al primo ascolto l'effetto Let It Go è sicuramente raggiunto.
Spazio all'ironia grazie a Olaf e Kristoff
La simpatia e la versatilità di Josh Gad sono messe al servizio di When I Am Older che, in pieno stile Broadway, crea un efficace contrasto con la situazione spaventosa che deve affrontare il simpatico Olaf e la spensieratezza della canzone caratterizzata da un approccio ironico a ciò che suscita paure e timori sfruttando un ritmo incalzante, pieno di continui cambi di strumenti e pause perfette per costruire la narrazione.
All'insegna del divertimento, per il contesto in cui viene proposta sullo schermo, è anche la ballata rock Lost in the Woods che permette finalmente a Jonathan Groff di dimostrare il proprio talento vocale. Nonostante la sequenza che ricrea l'atmosfera dei videoclip musicali anni '80 con Sven e le altre renne come coristi, passaggi che citano i video dei Queen e delle boyband, una grande dose di ironia e un ritornello assolutamente accattivante, la canzone permette di addentrarsi con efficacia nei pensieri e nelle emozioni di Kristoff, personaggio che in precedenza era rimasto un po' troppo in ombra. Impossibile non lasciarsi andare al ritmo della canzone, in questo caso davvero su misura per le serate karaoke tra amici e in famiglia.
Un finale ricco di emozioni
La colonna sonora di Frozen 2 prosegue poi con Show Yourself, la traccia che lascia davvero il segno all'interno della colonna sonora e che, messa a confronto con il brano vincitore del premio Oscar del primo film, è forse quella che maggiormente ci si avvicina in quanto a emotività, parti strumentali perfettamente calibrate sulla vocalità di Idina Menzel, intrecciata con quella di Evan Rachel Wood e dei cori, e significato.
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La ricerca della propria identità e della verità di Elsa permette di affrontare tematiche come il sentirsi diversa ed emarginata, la necessità di comprendere il proprio posto nel mondo e la voglia e la capacità di accettare se stessi senza timori. Riprendendo alcuni passaggi di Into the Unknown e All Is Found, il brano è costruito con intelligenza su Elsa e sulla sua storia.
L'ultima canzone originale contenuta nella tracklist è invece The Next Right Thing interpretata da Kristen Bell, anche in questo caso molto espressiva, che, un po' a sorpresa, si addentra nella malinconia animata però dalla forza di volontà di Anna e dalla sua voglia di reagire.
L'album propone poi Into the Unknown interpretata dai Panic! At the Disco, che infondono al brano un po' più di rock, All Is Found nella versione acustica e molto dolce incisa da Kacey Musgraves, e Lost in the Woods che ben si adatta al sound di Weezer.
I brani tagliati dalla versione finale del film
Gli outtake della colonna sonora si aprono con Home, brano affidato a Kristen Bell, in cui Anna parla del suo amore per il regno di Arendelle. La canzone, dalle sonorità folk, enfatizza la bravura della sua interprete e risulta davvero trascinante e coinvolgente. Nonostante si distanzi dall'approccio musicale scelto per il sequel, Home sarebbe stata davvero perfetta nella parte iniziale di Frozen II per approfondire maggiormente il personaggio di Anna e rendere ancora più forte e chiaro il suo legame con il luogo in cui è cresciuta e le sue radici.
I Seek The Truth, ideata come duetto tra Elsa e Anna, alimenta il disappunto per le scelte finali compiute: a livello tematico si riallaccia a Show Yourself ma le parole ideate per il brano erano particolarmente incisive e ben calibrate sulla personalità dei due personaggi e sui loro dubbi, enfatizzando inoltre il complicato rapporto tra sorelle e sfruttando tutti gli spunti alla base della trama del film. I riferimenti musicali ad All Is Found permettevano inoltre di enfatizzare il ricordo della madre che hanno le due principesse, elemento che sarebbe stato bello mantenere di più anche a livello musicale.
Dei brani scartati Unmeltable Me, con protagonista Olaf, è quello sicuramente più sacrificabile nonostante Gad regali un'altra performance divertente e facilmente immaginabile su un palco di Broadway, dove raccoglierebbe sicuramente grandi applausi.
Get This Right è infine un duetto tra Groff e Bell e non si può negare che dispiace non scoprire in che modo avrebbero animato la sequenza per cui era stata ideata considerando il mix di romanticismo e simpatia che alimenta la dichiarazione d'amore tra i due protagonisti.
La versione deluxe della colonna sonora contiene successivamente le versioni strumentali dei brani dell'intera tracklist, per la gioia di chi vuole cimentarsi vocalmente per scoprire se è all'altezza di Idina Menzel o Aurora.
Christophe Beck regala emozioni e tensione
Non si può inoltre non lodare il lavoro compiuto da Christophe Beck: il cd che contiene anche le sue composizioni è un vero e proprio regalo per chiunque ami le musiche realizzate per il cinema. L'uso dell'orchestra è dinamico e in grado di seguire gli eventi mostrati sul grande schermo rendendone l'impatto emotivo ancora più forte, e l'uso dei cori è ipnotico e affascinante.
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Brani incalzanti come Dark Sea e Fire and Ice sono in grado di suscitare la tensione e l'intensità giusta a tenere incollati sulle sedie gli spettatori, mentre la malinconica e cupa The Ship rende maggiormente memorabile uno dei passaggi della storia drammatici e importanti con un sapiente alternarsi di strumenti intervellati dagli archi e dai richiami alla ninnananna della madre di Elsa e Anna. Beck è davvero convincente nel creare una dimensione musicale che non rimane mai un semplice accompagnamento per le immagini, intrecciandosi agli eventi e alle emozioni con sapienza come accade nel crescendo di Reunion, nell'epica Iduna's Scarf in cui le sonorità del primo film si fondono con l'incredibile uso dei cori che crea un'atmosfera unica, o nella semplice e malinconica Gone Too Far.
L'artista delinea con le sue creazioni i vari spazi in cui si sviluppa la storia, rendendo ogni luogo e ogni comunità ben definiti e dotati di personalità, mettendo all'opera anche strumenti poco usati, come accade in The Northuldra, e l'ascolto dei 19 brani che ha creato per il film permette di immergersi totalmente in un viaggio musicale che giunge con Epilogue a una conclusione davvero epica in cui ogni singolo elemento viene intrecciato per far rivivere agli spettatori in poco più di 3 minuti il percorso compiuto dai protagonisti di Frozen, citando anche il primo capitolo della storia e dando così continuità al racconto.
Una versione italiana tra alti e bassi
La versione italiana della colonna sonora di Frozen, come spesso accade nel caso degli adattamenti nella nostra lingua, fatica in più punti a mantenere il significato del testo originale, pur riuscendo musicalmente a convincere.
La ninnananna Il fiume del passato, interpretata da Claudia Paganelli, non subisce quasi in nessun modo il peso dei cambiamenti necessari, mentre Qualche cosa non cambia mai non funziona come dovrebbe e Nell'Ignoto, nonostante il talento di Serena Autieri, non supera del tutto gli ostacoli rappresentati dalla traduzione, messa a dura prova dalle composizioni dei coniugi Lopez. Enrico Brignano, pur mettendo a frutto la sua grande simpatia, perde purtroppo il confronto con Gad la cui esperienza teatrale in campo di musical lo avvantaggia e di molto. Paolo De Santis riesce invece a cavarsela in modo egregio nella sua interpretazione di Perso quaggiù, titolo italiano di Lost in the Woods, e fa piacere che Mostrati non faccia perdere la forza emotiva e del messaggio alla base della canzone. Fai ciò che è giusto affidata a Serena Rossi, non una delle performance più memorabili della talentuosa star italiana, e la cover di Nell'ignoto incisa da Giuliano Sangiorgi, perfettamente a suo agio con l'impegnativa estensione vocale del brano, chiudono quindi la colonna sonora italiana.
Frozen II - Il Segreto di Arendelle regala agli spettatori e agli ascoltatori un'esperienza musicale ben costruita e di grande atmosfera che difficilmente sostituirà nel cuore e nella memoria i brani che hanno accompagnato il primo capitolo della storia pur essendo di ottimo livello e coinvolgenti, suscitando tuttavia un po' di disappunto perché non tutti riescono a risultare essenziali nello svolgersi degli eventi o per dare maggiore spessore ai personaggi.