Nel 2014, due anni prima di morire, Jerry Lewis donò la sua versione di The Day the Clown Cried alla biblioteca del Congresso statunitense aggiungendo un "ma". Non ci sarebbe essere dovuta essere nessuna proiezione per i successivi dieci anni. La scadenza dell'accordo era fissata per giugno 2024. Quella data è stata superata e, stando alle informazioni raccolte da IndieWire, il film che (quasi) nessuno ha visto continuerà a restare un oggetto misterioso. O forse non del tutto. Nella sezione Venezia Classici dell'81ª Mostra del Cinema verrà presentato un documentario diretto dai registi Michael Lurie ed Eric Friedler, From Darkness to Light, dedicato al film in cui sono presenti filmati inediti della pellicola del 1972 diretta e interpretata da comico.
The Day the Clown Cried e la storia di Helmut Doork
Ma di cosa parla The Day the Clown Cried? E perché la sua esistenza è stata avvolta da mistero e bersaglio di critiche, controversie? Per capirlo bisogna tornare indietro nel tempo, al 1971. A quel tempo Jerry Lewis si esibisce all'Olympia Theatre di Parigi con uno spettacolo comico. È lì che Lewis incontra Nat Wachsberger, produttore cinematografico che gli fa una proposta: dirigere e interpretare il protagonista di una pellicola finanziata dalla sua società di produzione e gli Europa Studios.
Il progetto è molto lontano nei toni da ciò a cui il comico ha legato il suo nome e, inizialmente, non è convinto di essere l'uomo giusto. Ma, dopo aver letto la bozza firmata a quattro mani dalla produttrice televisiva Joan O'Brien e dal critico tv del Los Angeles Examiner Charles Denton, ci ripensa e accetta di legare il suo nome al film.
La storia è quella di un clown, Helmut Doork, che dopo un passato fatto di successi e tournée in giro per il mondo lavora in un circo tedesco dal quale viene licenziato dopo aver provocato un incidente nel corso di uno spettacolo. L'uomo, sconvolto, finisce per ubriacarsi in un bar dove viene arrestato dalla Gestapo per esserci preso gioco di Hitler e spedito in un campo nazista per prigionieri politici.
Dopo aver trascorso lì alcuni anni, un giorno Helmut vede arrivare un gruppo di prigionieri ebrei. Tra loro molti bambini che il clown finirà per intrattenere. Inizialmente contro la volontà delle SS, poi, una volta capito che quel prigioniero poteva servirgli, sotto ordine del comandante del campo. Helmut finirà così per accompagnare quei bambini su un vagone merci destinato ad arrivare ad Auschwitz dove saranno diretti alle camere a gas. Consapevole di ciò che li aspetta, il clown decide di seguirli fin dentro le docce.
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Jerry Lewis alle prese con un film sull'Olocausto (e problemi produttivi)
Per capire perché la tematica del film era così problematica bisogna inquadrare il periodo storico in cui il film è stato scritto e girato. All'inizio degli anni Settanta la filmografia dedicata all'Olocausto era ancora relativamente esigua. Titoli come Kapò di Gilo Pontecorvo o L'oro di Roma di Carlo Lizzani erano usciti, ma nella totalità dei casi - fatta eccezione per Il grande dittatore di Charlie Chaplin che però uscì nel 1942 ed era una satira al regime nazista - si trattava di film drammatici. E molto a livello soci-culturale e politico doveva ancora essere affrontato in Europa e negli Stati Uniti. L'idea di realizzare una pellicola con protagonista un clown all'interno di un campo di prigionia nazista in cui sarebbero state presenti sequenze comiche poteva essere una scelta insidiosa.
Inoltre sia Joan O'Brien che Charles Denton anni dopo affermarono di aver visto stravolto il loro copione dallo stesso Jerry Lewis. Da una storia di redenzione di un uomo non propriamente integro, The Day the Clown Cried era diventato fin troppo simile nelle intenzioni proprio al film di Chaplin di dieci anni prima. Di elementi per ritenere l'uscita in sala del film ce n'erano svariati. Senza contare che Wachsberger finì i soldi prima della fine delle riprese e toccò a Jerry Lewis pagare i costi di produzione per portare a termine The Day the Clown Cried.
Peccato che O'Brian, quando le fu mostrato un primo montaggio del film, decise di non permettere che venisse distribuito dato che deteneva i diritti della storia che non le erano stati pagati del tutto. Tra il produttore e Lewis si aprì un aspro contenzioso, tra minacce di cause e dichiarazioni alla stampa. Il comico fece una copia del girato e, nel 1973, dichiarò che sarebbe stato presentato a Cannes prima di uscire in sala. Non avvenne mai.
Copie "pirata", remake e un doc a Venezia 81
From Darkness to Light, che vedremo a Venezia Classici, si concentrerà proprio sul contesto storico, sulle sfide della produzione e su cosa significava realizzare un film sull'Olocausto scegliendo un tono misto di dramma e commedia. Stesso tono che quasi trent'anni dopo porterà Roberto Benigni a vincere l'Oscar per La vita è bella, a dimostrazione che i tempi erano cambiati e si poteva ridere anche guardando un film realizzato all'interno di un lager.
Negli anni dalla produzione alla sua morte Jerry Lewis non si è mai riuscito a liberare del fantasma di The Day the Clown Cried. Il mistero e la curiosità che lo circondavano erano tali da portare la stampa a provare a tornare sull'argomento nel corso di svariate interviste o di tentare di decifrarne l'enigma attraverso una serie articoli. Tutti volevano scoprire come fosse il film. E qualcuno ci è anche riuscito. Come Xavier Giannoli, il regista di Illusioni perdute che, nel 2012, ammise nel corso di programma francese di essere riuscito ad entrare in possesso di una copia di 75 minuti della pellicola e di averla mostrata a più persone, compreso il critico Jean-Michel Frodon che dichiarò a Vanity Fair che "è un film molto interessante e importante, molto audace sul tema".
Negli anni Novanta si arrivò persino a parlare di possibili remake di un film che non era mai stato distribuito in sala e visto dal grande pubblico. Tra i nomi degli attori in trattative per il ruolo del clown Richard Burton, Robin Williams e William Hurt. Nel 2016 un documentario della Bbc, The Story of Day the Clown Cried, il comico David Schneider ha svelato del materiale inedito ed è andato a parlare con persone vicine alla produzione per provare a scoprire dettagli in più sul film.
Oltre cinquant'anni dopo la sua realizzazione, From Darkness to Light ci permette di avvicinarci più da vicino a quella pellicola rimasta nascosta così a lungo. Un film mai visto che ha fatto parlare di sé incessantemente per anni. E magari a Venezia 81 riusciremo a farci una nostra opinione, al di là dell'attesa, lo scherno e i pareri contrastanti che si rincorrono da decadi.