22 settembre 1994. Vent'anni fa. Molti di voi, probabilmente, sono troppo giovani per ricordare dov'erano e cosa stavano facendo in questa data fatidica. Per qualcun altro, invece, potrebbe essere particolarmente significativa e ricca di suggestioni, perché ha rappresentato in qualche modo l'inizio di un nuovo capitolo della loro vita. Di una nuova era. Fu certamente così per un gruppo di giovani newyorkesi, con l'arrivo nel loro novero della bella Rachel, fuggita da una finestra pochi minuti prima di convolare a nozze con un soporifero odontoiatra e approdata nel Village di Manhattan alla ricerca dell'ospitalità della sua amica d'infanzia, Monica.
Quando concepirono Friends, Marta Kauffman e David Crane venivano dalla cancellazione del loro show targato CBS, Family Album: una situation comedy dedicata, nella migliore tradizione del genere, a un nucleo familiare, alle sua piccole disfunzioni, al suo affetto costante, e agli aspetti comici della vita quotidiana. L'idea alla base di quello che sarebbe stato Friends (il titolo nella fase embrionale era Insomnia Cafè) era quello di raccontare invece un gruppo di giovani che hanno lasciato da tempo il "nido", per ritrovare dinamiche altrettanto paradossali e divertenti e una nuova famiglia d'elezione dai legami altrettanto profondi.
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Gli eredi di Seinfeld?
Friends debuttò in quello che è stato il momento d'oro della NBC, soprattutto per quanto riguarda le sitcom: Seinfeld viveva il suo momento di massima gloria dopo le prime stagioni un po' incerte nei ratings, Frasier era partito in quarta l'anno prima e aveva già cominciato a fare incetta di Emmy. Tra le due, il nostro show venne paragonato alla prima, per l'ambientazione newyorkese e per il retaggio jewish, ma in realtà si trattava di un prodotto radicalmente diverso.
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Ricordate il "credo" di Jerry Seinfeld e Larry David, "no hugs, no learning", la premessa che voleva i protagonisti di Seinfeld congelati nell'infantilismo e nell'egocentrismo, e avulsi da ogni manifestazione di affetto ed emozione? In questo senso, Kaufman, Crane e i loro giovani sceneggiatori presero la direzione opposta. Emozioni e crescita sono alla base di Friends, i cui protagonisti sono attivamente alla ricerca del proprio futuro e della propria felicità.
Con i suoi interpreti giovani, belli e accattivanti, Friends è notevolmente più patinato e commerciale sia rispetto all'irriverente e vulcanico Seinfeld che al raffinato e intellettuale Frasier: ma ha fatto di queste mancanze la sua forza, puntando tutto sull'alchimia e sul fascino di sei attori bravissimi e incredibilmente affiatati.
Un vero ensemble
Una delle caratteristiche uniche e assolutamente vincenti della concezione di Friends fu la decisione, a cui gli autori e gli sceneggiatori sono sempre stati fedeli, di puntare sull'ensemble: ignorando i test d'ascolto, i capricci del pubblico che inevitabilmente avrebbe privilegiato un personaggio piuttosto che un altro, i sei amici avrebbero sempre avuto lo stesso spazio, lo stesso peso, e possibilmente lo stesso stipendio. Gli interpreti accolsero questa filosofia al punto da chiedere di negoziare sempre insieme i nuovi accordi contrattuali, e, in un'occasione, Jennifer Aniston e David Schwimmer accettarono una diminuzione del loro compenso per tornare in linea con le loro co-star.
Questo aiutò non solo le storyline dello show ad essere sempre varie e fresche, ma garantì anche l'armonia tra gli attori tra cui, nel corso di dieci stagioni, nacque un sodalizio fortissimo che non ha mai mancato di riflettersi nello show. Senza una vera e propria trama orizzontale - a parte le vicende sentimentali e professionali di Rachel, Monica, Phoebe, Chandler, Ross e Joey - la fidelizzazione degli spettatori è stata assicurata esclusivamente dal coinvolgimento emotivo con i personaggi: per tanti anni ci siamo divertiti con lo humour di Chandler, l'ingenuità di Joey, le stravaganze di Phoebe; abbiamo imparato a tollerare e ad amare le nevrosi di Monica; abbiamo palpitato, discusso, litigato su base quotidiana ("è andato con un'altra!" "Erano in pausa!") per il destino della relazione tra Rachel e Ross, uno dei più pervicaci tormentoni della storia della TV.
Grazie alla sua longevità e alla sua popolarità, alla lunga Friends poté vantare un impatto culturale quasi pari a quello di Seinfeld, ma nello spirito prese una direzione radicalmente diversa: mentre attorno a Jerry Seinfeld c'era un manipolo di freddi narcisisti, in Friends si è costruita un'autentica, calorosa famiglia, che ci ha insegnato a ridere dei nostri difetti accettandoli e facendoli accettare agli altri, ad affrontare le nostre paure, e a contare sul prossimo. Lots of hugs and lots of learning.
I'll be there for you
Sarà pure, per molti, una condizione imbarazzante, una manifestazione di autoillusione, nerdiness e disabilità sociale, ma conviene ammetterlo una volta per tutti: i ragazzi di Friends erano anche amici nostri, e non c'è niente di male in questo. Sono personaggi costruiti (molto bene) per essere di compagnia, e per piacere al pubblico; nei loro problemi e aneliti è facile rispecchiarsi, e in questo Friends rimane uno degli show più diretti ed efficaci di sempre. Molti successori hanno tentato invano di ripetere la formula, e tra quelli che ci sono andati più vicino c'è How I Met Your Mother, che ha riproposto gli scenari newyorkesi azzardando una struttura narrativa più coraggiosa. La serie di Carter Bays e Craig Thomas non è riuscita però a centrare l'equilibrio delicato tra i protagonisti e la tensione emotiva che aveva reso Friends così coinvolgente. A conti fatti è davvero difficile pensare che qualcosa possa mai eguagliarlo: ad oggi, d'altronde, il personaggio di una sitcom che gode della maggiore popolarità è il dottor Sheldon Cooper di The Big Bang Theory, il quale, probabilmente, si emozionerà solo il giorno in cui riceverà il tanto sospirato premio Nobel.
Per i sentimentali, comunque, Friends non è affatto invecchiata male - a rivedere qualche episodio l'elemento più datato sembrerebbe essere l'eco nineties di alcune mise sartoriali, oltre alla storica acconciatura di Jennifer Aniston ("the Rachel") - e gode tuttora di grande popolarità. Per un imperdibile amarcord, leggete le nostre classifiche sui migliori episodi e sulle migliori guest star dello show.
Friends Forever, nel bene e nel male
Vent'anni dal debutto oggi, dunque, e nel frattempo si è parlato di un film, di una reunion televisiva, è circolato persino un promettente un poster che si è poi rivelato essere fan art. Nulla di fatto, certo non perché mancasse negli interpreti la voglia di tornare a lavorare insieme; cosa che hanno fatto, quando hanno potuto, basti pensare alle apparizioni di Lisa Kudrow, Matthew Perry e Jennifer Aniston nello show di Courteney Cox Cougar Town, e a quelle della stessa Courteney, di Matt LeBlanc e di David Schwimmer nella serie web della Kudrow Web Therapy. Il cameratismo tra gli attori è l'eredità più piacevole (dopo il gruzzolo accumulato, ovviamente: nelle ultime due stagioni i protagonisti dello show guadagnavano un milione di dollari a episodio) di ruoli che è stato molto difficile lasciarsi alle spalle. A parte la Aniston, che, a detta di Forbes, è una delle attrici più pagate del momento, e che paradossalmente ha abbandonato le spoglie della American Sweetheart Rachel solo per trasformarsi in moglie tradita di Brad Pitt e rivale di Angelina Jolie, gli altri non hanno certo concretizzato le promesse di superstardom che avevano accompagnato la chiusura di Friends. Un residuo della maledizione di Seinfeld?
La casa vuota: la fine della sitcom
L'immagine che chiude l'episodio conclusivo Arrivi e partenze (pt. II), quella dell'appartamento di Monica Geller svuotato dei suoi abituali inquilini, sei mazzi di chiavi disposti sul tavolo, gli amici svaniti, proiettati verso la nuova fase della loro vita, è una delle più tristi della storia del piccolo schermo e ci è rimasta nel cuore: sembra un addio alla giovinezza, ma anche un taglio netto con la tradizione delle situation comedy, con il loro ambienti chiusi, i loro set sempre uguali e i loro stilemi prevedibili.
Dopo Friends, gran parte delle sitcom hanno sperimentato un nuovo stile e nuovi linguaggi, dai salti temporali di How I Met Your Mother al mockumentary di The Office e Modern Family, dalla metatelevisione di 30 Rock fino agli esterni californiani di New Girl. Tra le sitcom recenti che godono di grande popolarità, la più "tradizionale" è The Big Bang Theory, che ha trovato la sua ricchezza in un rapporto preferenziale con l'imperante cultura nerd associata a immarcescibili stereotipi del genere, ma per mantenere vivo l'interesse nei personaggi ne ha dovuti includere di nuovi rispetto all'organico iniziale, cosa a cui Friends non è mai dovuta ricorrere.
L'ultima sitcom della golden age della NBC è stata forse, semplicemente, l'ultima, grande, classica sitcom?
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