Quando pensiamo alla Finlandia la prima cosa che ci viene in mente non è il senso dell'umorismo. Per usare dei luoghi comuni, forse si forma nella nostra mente prima l'immagine della Nokia e poi lo xilitolo. Invece un autore come Aki Kaurismäki è la prova che non bisogna mai pensare per stereotipi: la recensione di Foglie al vento cerca infatti di spiegare come un film possa essere asciutto, quasi gelido, e allo stesso tempo molto romantico e divertente.
Presentato in concorso al Festival di Cannes 2023, Foglie al vento esce nelle sale italiane il 21 dicembre. È la storia di Holappa (Jussi Vatanen), ormai senza più alcun entusiasmo, se non per i vecchi film, che va a vedere in un cinema che sembra appartenere a un'altra epoca. Trascinandosi tra un lavoro che non sopporta e l'altro, l'unico suo contatto con il mondo esterno è l'amico Huotari (Janne Hyytiäinen), con cui va puntualmente a ubriacarsi.
In Finlandia fa freddo, ma quello di è soprattutto un freddo esistenziale. Almeno fino quando non incontra Ansa (Alma Pöysti). Anche lei pero è disillusa e non vuole un alcolizzato accanto. Gli impone quindi una scelta: o lei, o la bottiglia. Ce la può fare una persona che ormai si sente come una foglia secca sbattuta dal vento a ricominciare a credere nel futuro solo perché glielo chiede un'altra persona?
La poesia del quotidiano
Holappa e Ansa non sono romantici. E sono anche dei perdenti. La società li tratta come fossero invisibili, salvo poi accanirsi quando non serve, come quando lei viene licenziata per aver portato a casa un panino scaduto, che sarebbe stato comunque buttato dall'azienda, ma viene considerato un furto. Eppure nei loro incontri goffi, davanti a una cena romantica che fa tenerezza per la sua semplicità, vediamo nascere un amore dignitoso e commovente, che scalda il cuore.
Il cinema spesso fa sognare con gesti romantici eclatanti, ma la vita vera spesso è molto più simile a quella raccontata da Kaurismäki. È impossibile quindi non fare il tifo per questa coppia sgangherata, che quasi non vuole cedere alla scintilla che improvvisamente sconvolge l'abitudine e il grigiore da cui ormai sono anestetizzati. Eppure il destino continua a farli incontrare, finendo per far credere loro che forse anche per due così c'è possibilità di felicità, nonostante alla radio non si faccia che parlare di guerra e recessione economica.
L'amore per il cinema
Foglie al vento non è soltanto una storia d'amore tra i due protagonisti: c'è anche una grande celebrazione del cinema d'autore e sopratutto dell'atto romantico di andare in sala. I due protagonisti sono legati a questo luogo ed è come se i poster di grandi film del passato facessero da testimoni al loro amore. Vengono citati Bresson, Godard. Poi il cane della protagonista si chiama Chaplin. E in effetti nel racconto di Kaurismäki c'è qualcosa di tutti loro.
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Ma soprattutto c'è questa passione incontenibile per gli esseri umani, per l'eccezione che arriva a sconvolgere il grigiore dell'abitudine. Esattamente come il fascio di luce del proiettore colora e dà vita al grande schermo del cinema. Foglie al vento è un film che fa bene al cuore, in particolare dei cinefili. Se vi emozionate quando sentite l'odore di pop corn mentre le luci si abbassano, questa è proprio la storia che fa per voi.
Conclusioni
Come scritto nella recensione di Foglie al vento, Aki Kaurismäki racconta una storia d'amore semplice e piena di poesia tra due persone che sono ormai sfiduciate dalla vita e improvvisamente scoprono che per loro c'è possibilità di essere felice. Il tutto con sullo sfondo una grande lettera d'amore per il cinema e la sala cinematografica.
Perché ci piace
- Lo stile inconfondibile di Kaurismäki.
- Il senso dell’umorismo finlandese.
- I due protagonisti.
- L’amore per il cinema d’autore del passato.
- La celebrazione della sala cinematografica.
Cosa non va
- Se vi piace un senso dell’umorismo meno “glaciale” forse non riderete così tanto.