Inutile ormai parlare di "stagione d'oro" per le serie tv. Prendendo ad esempio gli ultimi dodici mesi dedicati alle produzioni più spettacolari del piccolo schermo, da Stranger Things, Westworld e The Night Of passando per The Young Pope e The Crown, è stato un susseguirsi di "miglior serie tv dell'anno". Fascia del vincitore contesa da svariati titoli che attestano un livello sempre più competitivo permettendo la realizzazione di prodotti ambiziosi, alzando continuamente l'immaginaria asticella qualitativa.
Dopo aver ottenuto il plauso della critica e catturato l'interesse degli spettatori in Inghilterra e negli Stati Uniti ed essere stata presentata in versione integrale all'ultimo Roma Fiction Fest, dal 10 febbraio arriva finalmente anche in Italia grazie ad Amazon Prime Video Fleabag, miniserie scritta ed interpretata dall'attrice e commediografa inglese Phoebe Waller-Bridge. Il titolo, traducibile come topaia o, più in generale, come persona sgradevole, è il soprannome della protagonista ed unico termine con il quale ci viene presentata (lo stesso vale per altri personaggi, da Papà a Madrina).
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Fleabag è una giovane donna londinese, una twentysomething sessualmente promiscua ma con una relazione fatta di continue rotture e riappacificazioni. Ha una sorella, Claire (Sian Clifford), sposata e realizzata professionalmente, un padre ansioso (Bill Paterson) e un'odiosa matrigna (Olivia Colman), stimata artista contemporanea. Ha, o meglio, aveva una migliore amica, Boo (Jenny Rainsford), morta incidentalmente suicida per una delusione d'amore con la quale condivideva spese e profitti di un bar a tema porcellino d'India che giorno dopo giorno vede fallire. Una trama che a leggerla non desta particolare interesse ma che vi farà ricredere già dai primi minuti del pilot accompagnato da qualche nota di free jazz "strozzata" a fare da sigla.
Dal palcoscenico al piccolo schermo
Adattamento dell'omonima commedia teatrale portata in scena dalla Waller-Bridge nel 2013 ad Edimburgo e prima produzione della sua compagnia, la DryWhite, la serie, dopo il debutto sulla BBC Three è stata rilasciata lo scorso settembre negli Stati Uniti grazie ad Amazon Studios ottenendo ottime recensioni. Il merito principale è della sceneggiatura capace di far convivere contemporaneamente i toni irriverenti della commedia con quelli più cupi del dramma. Elementi con i quali tutti i personaggi principali della serie si trovano a relazionarsi. Sono tutti "difettosi", infatti, i protagonisti di questa black comedy a partire ovviamente dalla sua protagonista, irresistibile nella sua dispersiva esistenza, fatta di bollette ignorate, sfacciataggine e scelte sentimentali/sessuali discutibili che sembra fare di tutto per abbruttirsi nell'animo, vera topaia che si è costruita da sé.
Se Frank Underwood ci ha abituato, nel corso delle varie stagioni di House of Cards, alla rottura della quarta parete parlandoci, di tanto in tanto, direttamente in camera ecco che Fleabag sfonda il muro immaginario che divide personaggi e pubblico rendendoci quasi complici di ogni sua azione, anticipando le mosse o le frasi degli altri personaggi o commentando con una semplice espressione del viso la situazione che sta vivendo. Quest'espediente, che se non dosato rischierebbe di irritare o stancare chi guarda, oltre a permette di far riecheggiare la natura teatrale del testo detta il ritmo narrativo e comico delle varie puntate contrapponendosi ai numerosi quanto brevi flashback con i quali l'autrice ci mostra il rapporto d'amicizia tra Fleabag e Boo prima dell'incidente/suicidio.
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"Are you Ok?"
Phoebe Waller-Bridge, già autrice per Channel 4 di Crashing e attrice nella seconda stagione di Broadchurch, tratteggia un personaggio sopra le righe ma tremendamente reale. Una giovane donna alle prese con incontri occasionali, che guarda porno e si masturba ascoltando i discorsi di Barack Obama in tv, alle prese con un una famiglia sconnessa, un fallimento lavorativo ed un doppio lutto, quello materno e di Boo, che non riesce ad attraversare. Definita una sorta di Lena Dunham in sala british, con la quale Fleabag condivide un ritratto femminile libero da convenzioni, la nostra eroina mancata a differenza della protagonista di Girls tende a nascondere i pensieri che la opprimono mostrandosi sempre più vulnerabile e fragile man mano che la narrazione procede. Un dramma mascherato da commedia che (ci) fa ridere e, ogni tanto, luccicare gli occhi, perché Fleabag/ Waller-Bridge descrive, senza la pretesa o la presunzione di essere la voce della sua generazione, un mondo e stati d'animo nei quali riusciamo ad immedesimarci. Guardando di seguito tutti e sei gli episodi di questa prima stagione una frase risalta e rimpalla dalla bocca di un personaggio all'altro: "Are you ok?". E la risposta è sempre la stessa, una rassicurante bugia che esplode nel finale.
Movieplayer.it
4.0/5