Ci risiamo, si riaccende il giallo in quel del Barlume. Un giallo tinto di umorismo, sulla scia del mondo ideato da Marco Malvaldi e portato in tv dalla produzione creativa di Roan Johnson. Una scia lunga undici stagioni, senza accusare il peso degli anni. Anzi. Retorica? Altroché. L'universo de I Delitti del Barlume, del resto, lo abbiamo conosciuto da molto vicino, passando una giornata sul set della produzione Sky Studios e Palomar, immersi in un clima davvero cordiale e davvero coinvolgente. Niente costa toscana (la mitica Marciano Marina, sull'Isola d'Elba), però, ma un bosco laziale, poco fuori Formello. Qualche prova, il trucco, i ciak diretti da Milena Cococozza, che nell'undicesima stagione si alterna alla regia con l'esperto Johnson (qui la nostra intervista), e poi la buffa compagna di Tarquinia, la corgi di Filippo Timi coccolatissima da tutta la troupe.
I Delitti del Barlume 11, in esclusiva su Sky Cinema e in streaming solo su NOW dal 12 gennaio è suddiviso in tre film Il pozzo dei desideri, La girata e Sopra la panca, nel quale ritroveremo il mitico Viviani, e con lui la Fusco (Lucia Mascino), Tizi (Enrica Guidi) e Beppe (Stefano Fresi), oltre gli ormai leggendari Bimbi (Alessandro Benvenuti, Atos Davini, Massimo Paganelli e il compianto Marcello Marziali, a cui è idealmente dedicata l'undicesima stagione). Ma un giro (o una gita?) sul set è anche l'occasione per chiacchierare con i protagonisti. Dopo le riprese, entriamo nel camerino di Filippo Timi, affiancato dalla presenza della sua fedele e placida Tarquinia, chiedendogli come sia possibile che il Barlume sia ancora così coeso: "Quando la squadra funziona perché cambiarla?", spiega l'attore "È una fortuna fare per più di dieci anni un ruolo che poi è un misto tra una la immaginazione, quella di Malvaldi e soprattutto quella di Roan Johnson, e in questo caso anche di Milena Cocozza. Del resto il ruolo si rinnova, sei autore del tuo personaggio".
I Delitti del Barlume 11, le novità secondo Filippo Timi: "Squadra che vince non si cambia"
Ne I Delitti del Barlume 11 ritroverete le ormai consolidate risate unite all'indagine, in tre appuntamenti che alterneranno omicidi, incidenti di caccia, accoltellamenti, debiti, amnesie e una valigetta piena di soldi. Come se non bastasse, spunta anche Orietta Berti. Tra una chiacchiera e l'altra, nell'informalità tipica del Barlume, Filippo Timi ci spiega quanto il valore aggiunto sia proprio l'unione: "Quanto esaurisci le risorse, come accade in tutte le professioni, allora si rincomincia, per dimostrare a se stessi, alla mamma, alla fidanzata, al fidanzato, che abbiamo un'identità. Quando acquisti delle certezze, subito vuoi rimetterti in discussione. A un certo punto capisci che puoi portare un valore in più. Non solo facendo la cosa giusta, ma lavorando per far sì che tutto accada nel verso giusto sul set".
Una famiglia che si allarga sempre di più, sintomo di clima che non si guasta. Ma Timi, si sarebbe aspettato tutto questo successo? "Sì, me lo sarei aspettato. Certo, dopo il primo anno è stato strano per una serie di variabili: la prima sere l'abbiamo girata in autunno. Abbiamo iniziato che era estate, abbiamo finito che faceva freddo. Poi abbiamo cambiato, iniziando a lavorare a maggio e giugno. Un cambio fondamentale. La cosa bella, è che ognuno fa il tifo per l'altro. Non entriamo in competizione, ma facciamo squadra", prosegue l'attore, che per Sky è anche nell'attesa serie Dostoevskij dei Fratelli D'Innocenzo "C'è unione tra gli attori professionisti e i non professionisti. Alterniamo Guzzanti a i vecchietti, che hanno un'altra esperienza. Fondiamo tutto, e generiamo energia. Però senza voler essere troppo buoni, c'è proprio un bel clima. La frase che ripetiamo spesso è: 'c'è amore al barlume'. Anzi, 'c'è amore a Marciana Marina'".
I Delitti del Barlume 11, le risate sul set e la filosofia di Roan Johnson
Scrittura, risate, cast: equazione di un successo
Se I delitti del BarLume è una sorta di zona di comfort, tanto per il pubblico quanto per il cast, il merito è della scrittura (alla sceneggiatura Roan Johnson, Davide Lantieri, Ottavia Madeddu, Carlotta Massimi), capace di delimitare i contorni di un gruppo di meravigliosi e riconoscibili personaggi. A cominciare dal Massimo Viviani di Timi. "Il Viviani è un po' un cucciolone, proprio nel senso del gelato, è una barzelletta che fa ridere perché non fa ridere... Cioè ha quella semplicità lì, e quindi ti invoglia verso un certo immaginario, però esaltato dalle contraddizioni. È un disadattato, ma guardandoci tra noi, adesso... Beh, siamo tutti disadattati. Parliamo e scherziamo in toscano, pungendo su quella cosa che è sotto gli occhi di tutti, ma poi finiamo per parlare di una grande famiglia allargata come la nostra".
Dunque, I Delitti del Barlume sono un grande mix. Un po' cinema, un po' serie, un po' giallo e un po' ritratto satirico dell'Italia in tutte le sue sfaccettature. Personaggi dal cuore grande, e un gruppo d'artisti incredibili, che si alternano, con i giusti tempi, al fulcro del Viviani. Uno su tutti? Impossibile non citare Corrado Guzzanti, entrato "nella famiglia" nel 2018, senza più mollarla. "Corrado Guzzanti? Non riesco a guardarlo in faccia, lui è il Tutankhamon della comicità", scherza Timi. "Appena conosciuto ho abbassato lo sguardo, quasi per venerazione. Non giriamo quasi mai insieme, ma me lo godo quando vedo le puntate su Sky". A proposito, come vive l'attore protagonista la messa in onda delle stagioni? "Alcune volte la guardiamo a casa di Roan, oppure del montatore. Un anno l'abbiamo vista a casa di un'amica di Lucia. È un evento e mi diverte molto. In fondo non c'è nessun conflitto, raccontiamo una specie di paese delle meraviglie".