Avvisato in extremis della scelta di Blindness - Cecità quale film di apertura per la 61. edizione del Festival di Cannes, il regista brasiliano Fernando Meirelles si confessa sorpreso da tanto onore, considerata anche la natura particolarmente oscura e inquietante della pellicola e del romanzo da cui è tratta, il capolavoro di José Saramago, che ne fa probabilmente il più tetro opener del festival transalpino degli ultimi anni.
Nonostante una resa molto fedele di quanto narrato nel romanzo, Meirelles ha dovuto "venire incontro al pubblico" nell'arginare parzialmente alcune scene di violenza che rappresentano lo zenith di brutalità necessaria del romanzo di Saramago. Nei primi screenings, infatti, molto spettatori erano apparsi visibilmente disturbati, e qualcuno non era riuscito a proseguire nella visione del film. "Nel dirigere e montare queste scene", dice Meirelles, "ho adottato un piglio molto tecnico, pensavo alle luci e ad altri elementi estetici, e quindi ho perso il senso della loro brutalità. Ho visto reazioni rabbiose, e ho pensato, forse ho esagerato. Ho fatto un passo indietro non per fare piacere al pubblico ma per fare sì che fosse coinvolto fino alla fine della narrazione. Alcuni miei colleghi lavorano per sé stessi, per esprimere le proprie idee, ma io voglio che il pubblico sia coinvolto nell'esperienza. Per me il film finisce nella sala in cui viene proiettato."
Il film ha ottenuto il beneplacito dell'ottantacinquenne Saramago, che non ha raggiunto Cannes perché sconsigliato dai suoi medici, e che negli anni ha rifiutato per molti anni le insistenti richieste di diversi studios e di cineasti intenzionati a portare sul grande schermo Cecità. Lo stesso Meirelles aveva tentato di ottenere i diritti già negli anni '90, quando il romanzo fu pubblicato e quando non aveva ancora fatto il suo debutto alla regia di un lungometraggio: "Mi piace molto l'idea della fragilità delle convenzioni sociali, di quanto, in realtà, siamo primitivi. Abbiamo una sorta di facciata sofisticata, ma in realtà conta solo la sopravivenza. Ovviamente Saramago mi disse di no, anzi mi disse che 'il cinema uccide l'immaginazione'".
A convincere Saramago a permettere la realizzazione di Blindess - Cecità sono stati il produttore canadese Niv Fichman e il suo connazionale, sceneggiatore e interprete della pellicola, Don McKellar. Quest'ultimo ha dichiarato che l'unica richiesta del premio Nobel portoghese, a quel punto, fu che fosse mantenuta l'ambiguità geografica del romanzo, che si svolge in una città senza nome, come i protagonisti.
Così è stato: gli esterni del film sono stati girati a San Paolo, gli interni a Toronto, e la città in cui la terrificante epidemia di cecità bianca si diffonde resta innominata.
Ripetto al materiale originale, d'altronde, soltanto un elemento è andato in una direzione sensibilmente diversa, ed è il personaggio di Gael Garcia Bernal. A questo proposito, dice Meirelles: "Ho voluto aggiungere qualche sfumatura di grigio. Nel romanzo, il personaggio interpretato da Gael è male puro dal primo istante... io ho voluto che fosse un po' un bambino con una pistola. Ho fatto tesoro dei consigli di Antunes Filho, un grande regista teatrale brasiliano che una volta mi ha detto: 'Quando lavori sui personaggi, includi sempre una scena che va nella direzione opposta rispetto a dove vuoi arrivare. Serve a creare umanità.'"