Fallout è un classico videoludico che, nel 1997, ha dato il via ad una fortunata serie che ha visto lo sviluppo di altri cinque capitoli, distribuiti tra il 1998 e il 2018 con anche ben quattro spin-off trasversali. Un mondo post-apocalittico che trae le sue radici, a livello narrativo, da una guerra atomica tra Stati Uniti e Cina, nel 2077 che portano l'umanità vicina all'estinzione. L'ambientazione di riferimento è proprio un America totalmente distrutta con poche comunità di persone che sono sopravvissute grazie all'esistenza di Vault, dei rifugi antiatomici.
L'aspetto più affascinante di questo videogioco, un gioco di ruolo di stampo tradizionale che ha visto sempre più migliorie e meccaniche originali nel corso degli anni, è proprio il background, un complesso e intricato dedalo di personaggi, missioni, luoghi, nemici con sempre la massima libertà possibile data al giocatore. Ebbene, da qualche tempo, è stata annunciata una serie televisiva, in arrivo su Prime Video, ispirata proprio a Fallout. In possesso di pochi dettagli, proviamo a immaginare cosa potremmo vedere nello show, che sarà distribuita il 12 aprile 2024.
Il cast coinvolto, tra personaggi delineati e misteriosi
Tra i punti fissi che attualmente abbiamo in mano riguardo la serie televisiva Fallout, c'è il cast scelto. In particolare, tra i vari attori selezionati, spiccano tre nomi in particolare: Walton Goggins, Ella Purnell e Kyle MacLachlan. La seconda, in particolare, sembra essere l'unica ad avere, forse, un personaggio già definito, ovvero una giovane con uno spirito indomito che però nasconde qualcosa di pericoloso. L'alter ego di Goggins, invece, potrebbe ricondursi ad un essere umano lacerato dalla profonda esposizione alle radiazioni atomiche anche se non è ancora chiara l'identità del personaggio. Per quanto riguarda il ruolo di MacLachlan, è attualmente l'unico di cui non sappiamo praticamente nulla, ma conoscendo la caratura dell'attore (che ha interpretato l'iconico Agente dell'FBI Dale Cooper all'interno de I segreti di Twin Peaks) possiamo scommettere che sarà una parte di rilievo. Che dire? Per ora tutto questo è veramente poco per speculare, ma comunque, a giudicare dagli artisti coinvolti, l'attenzione qualitativa è alle stelle.
Un approccio maniacale e fedele al videogame
Fino a questo momento, poche immagini ufficiali sono state pubblicate di Fallout che raffigurano l'interno di un Vault e una stazione di servizio (in piena coerenza con l'universo del gioco). Un video dietro le quinte, invece, dove tra l'altro appare Jonathan Nolan, regista e co-creatore della serie (insieme alla moglie Lisa Joy), ci dà una prospettiva generale dell'ambientazione, oltre a offrire un piccolo sguardo ad una persona in armatura, che porge proprio a Nolan una Nuka Cola, bevanda fittizia del videogioco. Se a tutti questi elementi sparsi aggiungiamo le suggestioni del breve teaser mostrato qualche giorno fa, che riproduce esattamente la medesima interfaccia dell'opera originale, con anche la presenza del Pip-Boy, simbolo stesso di Fallout, una cosa è certa: la cura maniacale denota l'intento preciso di riportare con fedeltà la saga creata da Bethesda Softworks, almeno sul piano estetico. È chiaramente prematuro fare ulteriori ragionamenti in merito, ma almeno sul fronte visivo sembra che lo show stia intraprendo la strada giusta.
Un problema di densità narrativa
Veniamo all'ostacolo più spinoso dello show: riuscirà effettivamente a replicare, almeno in scala ridotta, la densità narrativa presente all'interno del franchise videoludico? Se infatti il videogame chiaramente non ha problemi di gestione massiccia di dialoghi, informazioni, personaggi, scelte e molto altro ancora, la serie deve per forza di cose gestire limitatamente questa mole infinita di dettagli, per l'appunto scegliendo la chiave più intelligente e funzionale per riportare in vita la filosofia del gioco originale. In ogni caso, quindi, si andrà necessariamente a perdere qualcosa rispetto al materiale d'ispirazione ma ciò non è un problema se a livello narrativo vengono veicolati i giusti punti nevralgici. È pur sempre vero che, di fronte ad una massa informe di contenuti, non tutti hanno la stessa importanza e prediligendo i più importanti si riesce quantomeno a creare un ponte emotivo con il videogioco. A favorire questo passaggio necessario, ma complicato, sarà tra l'altro la scelta del genere di riferimento, così come il punto di vista della storia.
The Last of Us: i possibili progetti paralleli all'orizzonte per la serie tv
La ricerca di un tratto distintivo
Abbiamo già accennato al fatto che i creatori di Fallout sono Jonathan Nolan (fratello di Christopher) e Lisa Joy, che ricordiamo essere le menti che hanno creato Westworld, uno show ambizioso e stratificato. Ebbene, proprio grazie alla presenza di creativi così tanto esperti, è importante che la coppia proponga un tratto distintivo che vada a differenziare la serie dalle altre concorrenti. Non ci dobbiamo dimenticare, infatti, che la premessa narrativa alla base di Fallout, se rapportata ad altri titoli del mercato, non è così tanto originale e, nel caso non ci sia lo sviluppo di un elemento innovativo il rischio è quello di trovarsi di fronte ad un clone di altri prodotti con sfondo post-apocalittico. Se proprio con Westworld i due avevano sperimentato una narrazione su tre diversi binari davvero affascinante, non abbiamo dubbi che possano trovare anche con questo nuovo prodotto qualcosa di stupefacente.
Il modello The Last of Us farà la differenza?
Infine, bisogna pure tenere in considerazione che la serie televisiva The Last of Us ha fatto assolutamente scuola: lo show, ispirato al noto videogame Naughty Dog, è infatti riuscito perfettamente a riportare intatto lo spirito dell'opera originale, non rinunciando al tempo stesso all'esplorazione di strade dissimili che comunque hanno valorizzato il background e la storia di Joel (Pedro Pascal) ed Ellie (Bella Ramsey) toccando anche l'attualità. Ecco che quindi bisognerà vedere se proprio Fallout seguirà un'idea di fondo simile, quindi ancorandosi di base ad un pilastro narrativo già esistente e sviluppando collateralmente delle storyline alternative o se invece adatterà pedissequamente la trama di uno dei capitoli della saga di Bethesda. Una cosa è certa: l'esempio di The Last of Us non è passato inosservato e sarà interessante scoprire se altri prodotti di ispirazione videoludica seguiranno più o meno la stessa strada, dimostrando che il bilanciamento fra fedeltà e originalità proposto da Neil Druckmann e Craig Mazin si può applicare nuovamente.