Giampaolo Morelli ci riprova, seguendo il classico archetipo del sequel. Visto il tono, la piega generale punta allora sull'azione (in salsa partenopea), sferzando una comicità che si amalgama con l'approccio movimentato. Se Falla Girare ci aveva fatto decisamente ridere, Falla Girare 2 - Offline non altera troppo la struttura generale, ma si aggancia ad un pretesto che funziona nella sua concatenazione di eventi. Puro intrattenimento, diremmo, e la commedia italiana che tenta di differenziarsi, cercando respiro dai soliti paradigmi.
Come detto, Falla Girare 2 - Offline, presentato in anteprima al Comicon, gioca quindi sullo schema del secondo capitolo, provando ad essere più grande e più spassoso, ma tenendo al centro uno spirito riconoscibile, tanto nella regia di Morelli quanto nella sceneggiatura scritta insieme a Gianluca Ansanelli. Come in Falla girare, anche qui si nota il gusto del regista, colmando quella necessità che diventa virtù anche nei momenti meno rilevanti, o forse eccessivamente derivativi da quell'immaginario tipico del cinema anglosassone. Ci sta, lo capiamo, lo accettiamo nell'universo giggionesco e svagato di un sequel (in)aspettato, che provoca sommessamente aprendo ad un dubbio ormai strisciante: si potrebbe tornare a vivere senza internet?
Che succede se il mondo finisce offline?
Una domanda che si fa Natan (interpretato dallo stesso Morelli), che da influencer è finito a lavorare come promoter per un magazzino dell'hobby e parati. Internet è in down da un anno. Niente wi-fi, niente storie Instagram, niente Whatsapp, niente TikTok. Nella rassegnazione generale, sembra che il down sia dovuto ad un indefinito attacco terroristico. Qualcosa però non quadra. Anzi, il mistero si infittisce: nei bagni del Comune pare esserci un debole segnale. Natan, insieme ad Arturo (Giovanni Esposito), Oreste (Fabio Balsamo) e Guglielmo (Ciro Priello), scendono in un'altra Napoli sotterranea, scoprendo che internet è messa sotto scacco da una gruppo di hacker (Desirée Popper, Valeria Angione, Livio Kone), ingaggiati dall'oscuro Muller (Christopher Lambert). La loro associazione fuorilegge, infatti, cerca in tutti i modi di bloccare la riattivazione della rete di tutto il mondo.
La commedia secondo Morelli
Cinema pop, frizzante, colorato (occhio alla fotografia di Davide Manca), per quel titolo che, d'un tratto, cambia la prospettiva e il senso: Morelli, con la puntualità della risata, affronta la il fragore dell'apparenza immaginando un mondo squilibrato, nel quale l'assenza di internet rende tutti più vulnerabili, e in qualche modo scoperti davanti quelle relazioni (vere) che la grande bolla dei social ha finito per inglobare. Il percorso della banda, sconclusionata grazie alla logica degli opposti, che sempre ben funziona, sarà quello di una riscoperta che passa necessariamente nel mezzo del comico, comunque più affinato per l'universo di un film che non vuole mai prendersi sul serio.
Del resto, l'umorismo è il valore aggiunto: arriva dritto (e drittissimo è l'umorismo partenopeo), punta alla sostanza, allo spettatore. E sarà ancora l'unione di più bande a rendere Falla girare 2 - Offline più corale, e quindi probabilmente maggiormente coinvolgente nei suoi tanti movimenti. Se è difficile realizzare buone commedie, Morelli nel suo percorso da regista continua a migliorare, trattando il cinema d'intrattenimento con la stessa cura che potrebbe essere riservata al cinema, diciamo, più impegnato. Un rispetto per il mezzo che, inevitabilmente, si riflette sulla resa finale, facendoci ridere e sorridere quanto basta. E in tempi di sconnessioni emotive, non è poco.
Conclusioni
Giampaolo Morelli alla terza regia si conferma un buon regista, dal gusto e dallo sprint, alternando ritmo e umorismo. Un sequel che mantiene più o meno le giuste aspettative, legandosi a quei secondi capitoli tipici della cinematografia anglosassone. Un film più corale, più action, più gigionesco, cogliendo il meglio dell'intrattenimento.
Perché ci piace
- La regia di Morelli.
- Un cast in parte.
- I colori scelti.
- L'umorismo ben allineato.
Cosa non va
- A volte la sceneggiatura perde di efficacia.