La ventitreesima edizione di Europacinema, dedicata alle sorprendenti 60 primavere di una delle nostre più grandi attrici, Stefania Sandrelli, si è aperta con la proiezione della versione restaurata di Io la conoscevo bene di Antonio Pietrangeli, seguita dal bagno di folla in cui la stessa Sandrelli si è concessa alle domande di giornalisti e pubblico.
Sei venuta spesso in questi anni ad Europacinema, anche con film in concorso come Mignon è partita di Francesca ArchibugiFrancesca Archibugi. Il ritorno da grande star nella tua città natale (La Sandrelli è originaria di Viareggio. NDR) a 60 anni (che non dimostri) che effetto ti fa?
Sono molto emozionata, perché questi appuntamenti sono cosmici, importantissimi. Europacinema, nella mia città, per i miei 60 anni. Quando Felice mi ha chiesto di venire, di essere la madrina di questa edizione, ho voluto sapere quanto tempo mi avrebbe preso. Poi ho pensato che se Monicelli ha festeggiato il suo 80°, 85° e 90° compleanno qui, allora lo posso fare anche io. E poi comunque sono a Viareggio. E se Europacinema si rifarà ancora qui, allora io mi prenoto per il mio 70°!
Hai lavorato con diversi importanti registi. Con chi è che non hai lavorato ma vorresti farlo?
Con Paolo Virzì, avevamo anche un progetto, poi sfumato. E' un regista fantastico, in lui vedo tutto il cinema che ho fatto e che vorrei fare. E poi con Comencini vorrei aver fatto più di due film, perché è poetico e il senso della tenerezza come lo mostra lui non lo fa nessuno.
E il rapporto con Ettore Scola?
Lui è il regista più familiare che conosca. Quando ho lavorato con Germi, forse per la differenza di età, anche al 2°/3° film gli davo del lei. Con Scola ho fatto un film bellissimo, La famiglia, abbiamo attraversato un'epopea. Lui è superironico, simpaticissimo, un grande regista. E' stato co-sceneggiatore di Io la conoscevo bene. Abbiamo quindi iniziato insieme. E' la persona che probabilmente mi conosce meglio.
Vorrei tornare alle origini, a Sedotta e abbandonata perché è il film che ti ha lanciato. Parliamo di Germi.
Germi lo spiavo. Lo vedevo sempre questa enorme macchina da presa, una Mitchell. Lui guardava tutto da là dietro. E sempre là dietro l'ho visto piangere, urlare, cantare persino. Mi ha trasmesso l'amore per il cinema, con le sue reazioni. E' un genio. Con lui ho fatto Divorzio all'italiana, un gioiello. E Sedotta e abbandonata, una sinfonia, che ha aperto le porte ai vari generi nel cinema italiano.
Hai fatto anche Alfredo Alfredo con Dustin Hoffman.
Ero incinta e quindi avevo dei problemi. Andai da Germi e gli dissi tutto e lui mi rispose che ero una pazza a pensare di mollare tutto. Mi fece vedere il contratto. Hoffman aveva firmato solo a condizione che ci fossi io! E Germi mantenne il segreto e fece di tutto per non farmi stancare troppo durante le riprese.
Dustin Hoffman è famoso per le sue battute.
Sì, io e Carla Gravina eravamo sempre stese a terra dal ridere.
Hai lavorato con molti attori famosi.
Si, però avendo iniziato con Marcello Mastroianni niente poteva farmi impressione. Lo invidiavo molto per la sua capacità di addormentarsi quando non era impegnato con le riprese. Era un uomo con grandi contraddizioni: una fortissima curiosità per il mondo mista ad indolenza.
Com'è la situazione oggi per i tuoi colleghi?
Io ho avuto una carriera unica, anche per il periodo in cui ho iniziato. Ma conosco l'ambiente... Ci sono fior di attori ed attrici a casa, a casa, a casa... E' una cosa veramente drammatica. Allora alle giovani leve consiglio di non fare questo lavoro, o di cominciare con la gavetta in teatro o di trovarsi un lavoretto part-time.
Parliamo di te e della politica. Tu sei stata un'attrice che ha portato avanti le tue idee. Hai dovuto pagare tutto ciò?
Si, a un certo punto ho dovuto farlo. Nel '68 non ero impegnata, ho avuto problemi familiari, d'altronde nella vita ci sono delle priorità. Però sapevo da che parte stare, soprattutto perché per me il mio lavoro non è mai stato un business. Dopo un certo tot di soldi, sei tu che vai al loro servizio e non viceversa.
Hai visto Il caimano di Moretti?
Si, l'ho visto, A Moretti è toccato fare questo film. Anche se non amo il cinema politico, questo film l'ho trovato emozionante e credo che emozionerà anche all'estero.
Come hai cominciato con il cinema?
Dicono che ho vinto un concorso, ma è stato qui, in Versilia. Ci fu invece un certo Paolo Carta che mi fece delle foto, dopodiché vennero pubblicate su Le Ore, il Novella 2000 di allora. Germi vide quelle foto, mi fece chiamare da un agente. Mia madre però non ne voleva sapere di mandarmi a Roma per il provino. E io allora le proposi di farmi accompagnare da mio fratello. A quel punto lei acconsentì. Feci il provino e venni scelta per Sedotta e abbandonata.