I migliori esordi italiani del 2024: da Io e il Secco fino ad Animali randagi

Margherita Vicario, Alessandro Marzullo, Gianluca Santoni, Carolina Pavone, Damiano Giacomelli, Gianluca Manzetti, Maria Tilli e Filippo Barbagallo: i debutti alla regia che abbiamo particolarmente amato. Per estro, visione e scelte comunicative.

Una scena di Io e il Secco

C'è un cinema italiano che sperimenta, che ci prova, che tenta di uscire dai soliti binari, scambiando i generi, mostrando e dimostrando che l'esperienza è relativa se, dietro, c'è il supporto di un'idea narrativa e visiva. Dunque, oltre i grandi autori, e oltre le solite commedie, il 2024 è stato un anno di esordi interessanti, e tutti diametralmente opposti. Con una prerogativa importante, anche dal punto di vista comunicativo.

Non Credo In Niente 2
Demetra Bellina in Non credo in niente

Infatti, se quel cinema "medio", che galleggia tra i grandi blockbuster e il cinema d'autore sembra faticare, non si può dire lo stesso per quanto riguarda i debutti, spesso seguiti attraverso una comunicazione puntuale e appassionata, generando veri e propri casi cinematografici che non si fermano solo alla finestra di uscita canonica, bensì diventano protagonisti di tour sold out, dialogando con il pubblico attraverso incontri e Q&A. Basti pensare a Non credo in niente di Alessandro Marzullo. Girato in 35mm, e visivamente rilevante nelle scelte registiche, è diventato un vero e proprio fenomeno social grazie ad una campagna di comunicazione ben strutturata, generando una certa attenzione e considerazione.

I migliori esordi del cinema italiano

Berlinale1
Gloria!: una scena del film

Stessa cosa per Gloria!, che ha segnato l'esordio sul grande schermo di Margherita Vicario. Presentato al Festival di Berlino, la digressione cinematografica della cantautrice si è rivelato un successo, e se vogliamo anche inaspettato: mezzo milione di euro d'incasso, tre candidature ai Nastri di cui uno vinto: miglior colonna sonora. Un film con "la musica protagonista, che diventa linguaggio narrativo". Nel cast Galatéa Bellugi, Carlotta Gamba, Maria Vittoria Dallasta e Veronica Lucchesi.

Restando in tema musicale, gli echi pulp di Charles Willeford si intrecciano con quelli tipicamente romani in un altro debutto che abbiamo particolarmente amato: Roma Blues di Gianluca Manzetti. Film in cui l'equivoco diventa l'onda scatenante, per un film dai colori fluenti e vividi. Protagonista, una delle rivelazioni attoriali dell'anno: Francesco Gheghi. Con lui, anche la brava Mikaela Neaze Silva.

Quasi A Casa Lou Dillon Maria Chiara Arrighini Scena
Quasi a casa: Maria Chiara Arrighini e Lou Dillon in una scena

Ancora musica - elemento cardine di molti esordi - in Quasi a casa di Carolina Pavone: passato alla Giornate degli Autori di Venezia 81, il film è un coming-of-age dall'umore estivo, mettendo in contrapposizione la giovane Maria Chiara Arrighini con la star francese Lou Doillon.

Quasi a casa, recensione: di vita, di musica, di identità nel bell'esordio di Carolina Pavone

Sguardi nuovi

Troppo Azzurro 2
Filippo Barbagallo e Alice Benvenuti

Restiamo a Roma con Troppo azzurro l'esordio di Filippo Barbagallo, visto amato nel 2023 alla Festa del Cinema di Roma, e poi arrivato in sala nel maggio 2024. A metà tra Nanni Moretti, Carlo Verdone e Troisi, Barbagallo (anche attore protagonista) dimostra un acume autoriale già ben delineato, facendo gridare alla folgorazione: non vediamo già l'ora di scoprire come si evolverà il suo percorso da regista. Toni più oscuri e dark humour in stile Coen per Castelrotto di Damiano Giocomelli: l'Appennino Marchigiano come set per una misteriosa sparizione, su cui prova a far luce un brontolone giornalista (pensionato) interpretato da Giorgio Colangeli.

Territori di provincia, e uno spaccato geografico che si rifà alle Badlands d'America, in Animali Randagi di Maria Tilli: toni dolenti, e l'on-the-road come chiave di lettura. Al centro, tre splendidi attori: Andrea Lattanzi, Giacomo Ferrara e Ivan Franek. Tra i migliori esordi alla regia di questa annata, un posto speciale è riservato a Gianluca Santoni e il suo Io e il secco. Storia quasi fiabesca per affrontare, di petto, e in modo non scontato, la violenza di genere. Grande cast: riecco Andrea Lattanzi, e con lui Barbara Ronchi, Andrea Sartoretti e il piccolo Francesco Lombardo.