...Esiste l'anima gemella?
Non per generalizzare, ma nella maggior parte dei casi Hollywood si è impadronita del tormentone che più ha ossessionato l'uomo di tutti i tempi - a cominciare da quella buon'anima di Platone!- rispondendo al sopracitato quesito esistenziale con prodotti melensi, smielati, zuccherosi... in altre parole, eccessivamente "rosa". Il messaggio che siamo abituati a ricevere dal mondo del Cinema per il 99% dei casi è, quindi, pressappoco il seguente: sì, l'anima gemella esiste, ognuno di noi prima o poi la incontrerà... e vissero tutti felici e contenti!
Il restante 1% dei casi è costituito, invece, da prodotti un minimo particolari, originali, geniali oserei dire. E di quest'1% Serendipity fa sicuramente parte. Tanto per cambiare, il sottotitolo italiano non è in grado di rendere neanche un granello del significato originale, proponendo al contrario una sorta di slogan per i "palati facili" e per tutti gli amanti del genere rosa: Quando l'amore è magia... . Giudicate voi stessi, basta sfogliare un dizionario d'inglese per scoprire l'oltraggioso tradimento della versione italiana: SERENDIPITY: the fact of sth interesting or pleasant happening by chance(Oxford Advanced Learner's Dictionary 2000). Ovvero, come dice il film: fortunato incidente. E la magia, signori miei, non fa esattamente rima con casualità...!
Un John Cusack e una Kate Beckinsale - già ammirata nel kolossal Pearl Harbor - carismatici, freschi, assolutamente gradevoli nei loro spontanei ruoli di "anime gemelle". Sara e Jonathan sono due perfetti sconosciuti che s'incontrano per caso in un negozio, decisi ad acquistare lo stesso prodotto per i rispettivi fidanzati. Scatta il classico colpo di fulmine, ma lei fugge via senza rivelare il proprio nome. Fin qui niente di nuovo, non c'è che dire; da Cenerentola in poi ce n'è una serie infinita di storie simili. Eppure è proprio a questo punto che interviene Peter Chelsom con il suo tocco speciale: il regista riesce ad innescare nella trama tutt'una bizzarra quanto effettivamente probabile catena d'imprevisti, equivoci e coincidenze, tale che l'effetto sullo spettatore non può che risultare... esplosivo!
A parte il sentimento, non c'è nulla di scontato (né tanto meno di noioso, di conseguenza) lungo l'intera durata della pellicola, se escludiamo l'happy end telefonato sin dal primissimo istante della proiezione... ma mai così agognato, ve lo garantisco! Chelsom riesce a tenere lo spettatore sul filo della tensione con un intreccio che nuota nella foce a delta dello schermo, dove complici vanno a confluire i colori giallo e rosa, con tanto di indizi, segni rivelatori, souspance e frasi da Baci Perugina sparse qua e là!
Quel che è ammirevole è sostanzialmente il fatto che l'abusato motivo dell'anima gemella non venga riproposto in maniera offensiva nei confronti dello spettatore, a cui, anzi, Chelsom offre l'opportunità di riflettere. Riflettere su se stesso, con il cannocchiale puntato sulla costellazione di Calliope, sull'eventualità -non più tanto remota - che possa esserci davvero una persona, anche dall'altro capo dell'universo, destinata a completare la nostra esistenza. La persona in grado di capirti da un solo sguardo, di intuirti da un semplice gesto, di rapirti i pensieri nella mente prima che essi passino attraverso le labbra, esiste sul serio; perché è tutto già scritto, fa tutto parte di un disegno superiore, sublime, perfetto: il fato, il destino, la moira.
Ed immaginare per qualche minuto che l'anima gemella si possa incontrare per sbaglio e si debba poi continuare a vedere per caso, suonerà pure un po' irreale, ma indubbiamente suggestivo. E poi... chi ha mai detto che il Cinema non debba trasportarci sulle ali del sogno? "Se puoi sognarlo, puoi farlo" insegnava quel caro vecchio genio di Walt Disney.