Aspettando la cerimonia per la 66esima edizione degli Emmy Award, in calendario il 25 agosto, torniamo a parlare del più prestigioso premio della TV americana in un ideale viaggio fra gli annali della serialità televisiva a stelle e strisce.
Ormai ci siamo quasi: il 25 agosto, la giuria degli Emmy Award assegnerà i trofei nelle categorie principali della 66° edizione degli Oscar della TV americana. In attesa di conoscere vincitori e vinti di questa stagione televisiva, è giunto il momento di concludere il nostro viaggio negli annali degli Emmy Award attraverso i grandi "esclusi" nella storia del premio, occupandoci dell'altra, importantissima categoria degli Emmy: quella riservata alle attrici. Dopo gli attori più snobbati agli Emmy, ecco dunque un'analoga panoramica delle grandi interpreti femminili che, nonostante le numerose candidature, non sono mai riuscite ad aggiudicarsi l'ambita statuetta come miglior attrice protagonista in una serie TV...
Le pioniere della TV: streghe, poliziotte e... angeli
Nella galleria delle omissioni più clamorose nella storia degli Emmy, una delle prime e delle più sorprendenti è sicuramente Elizabeth Montgomery, che ha conquistato cinque nomination consecutive, dal 1966 al 1970, grazie al ruolo di Samantha Stephens, la simpaticissima strega della sit-com di culto Vita da strega. Per Vita da strega, ha ricevuto ben sei nomination, una in qualità di protagonista e cinque come supporter, anche la veterana Agnes Moorehead, interprete dell'eccentrica Endora, la madre - decisamente sopra le righe - di Samantha; la Moorehead, mai premiata per il suo ruolo in Vita da strega, in compenso ha ricevuto un Emmy come miglior attrice supporter nel 1967 per Selvaggio West.
Due nomination, nel 1967 e nel 1968, hanno ricompensato la star inglese Diana Rigg, co-protagonista accanto a Patrick Macnee della serie cult The Avengers - Agente Speciale nella parte di Emma Peel, affascinante ed abilissima spia caratterizzata da un look piuttosto provocante per l'epoca; la Rigg, primadonna del teatro britannico, ha vinto un Emmy nel 1997 per un remake televisivo di Rebecca, la prima moglie, e negli ultimi due anni è stata candidata come miglior attrice guest-star per il ruolo della scaltra Lady Olenna Tyrell ne Il trono di spade. Tre nomination come miglior attrice, fra il 1975 e il 1977, per la biondissima Angie Dickinson, che negli anni Settanta ha dato vita a una delle prime donne poliziotto della TV americana: il coraggioso sergente di polizia Leann Anderson, denominata Pepper, in Pepper Anderson agente speciale, prima serie di successo ad avere un personaggio femminile come protagonista assoluto. Poco tempo dopo, nel 1976, sul piccolo schermo sarebbero approdate Kate Jackson, Farrah Fawcett e Jaclyn Smith, terzetto di detective in gonnella nella celeberrima serie Charlie's Angels, destinate però ad essere ignorate agli Emmy (solo Kate Jackson ottenne due nomination, nel 1977 e nel 1978, per la parte di Sabrina Duncan).
Le dive delle soap-opera e le altre star degli anni Ottanta
Se nel nostro elenco degli attori più snobbati agli Emmy figurava John Forsythe, patriarca della famiglia Carrington nel serial di enorme successo Dynasty, non è certo andata meglio alle due storiche partner femminili di Forsythe in Dynasty: Joan Collins e Linda Evans. Linda Evans, che interpretava la dolce Krystle Carrington, ex segretaria e nuova moglie di Blake, fu candidata all'Emmy nel 1983; mentre Joan Collins, ex sex-symbol cinematografica, ha prestato il volto ad uno dei personaggi più celebri della televisione degli anni Ottanta, ovvero la spregiudicata Alexis Colby, fascinosa e spietata ex moglie di Blake Carrington, ottenendo un'unica nomination all'Emmy nel 1984. Un'altra regina delle soap-opera, Linda Gray, fu candidata all'Emmy come miglior attrice nel 1981 per la parte Sue Ellen Ewing, moglie del cinico J.R., nel serial concorrente di Dynasty, Dallas. Diversi altri volti noti della televisione di quel decennio non sono mai stati ricompensati con un Emmy. Fra questi non si può non ricordare Debbie Allen, candidata come miglior attrice per quattro anni consecutivi, dal 1982 al 1985, per la parte di Lydia Grant, la grintosa insegnante di danza in una scuola di arte e spettacolo di New York di una serie intramontabile e che ha goduto di un'enorme popolarità presso il pubblico: Saranno famosi, basata sull'omonimo film di Alan Parker del 1980. Seppure non abbia conquistato la statuetta come miglior attrice, Debbie Allen ha potuto "consolarsi" con due Emmy per la miglior coreografia. Ben cinque nomination all'Emmy come miglior attrice, fra il 1981 e il 1985, sono state assegnate Veronica Hamel, interprete femminile di una delle serie poliziesche più acclamate del decennio, Hill Street - Giorno e notte, nel ruolo dell'avvocato Joyce Davenport.
La "signora in giallo": Angela Lansbury, un'attrice da record
Nella nostra "antologia" delle interpreti femminili più snobbate di sempre agli Emmy, il trono non poteva spettare che a lei: Angela Lansbury, inossidabile interprete di cinema e teatro, che tuttavia proprio grazie alla TV ha trovato il personaggio che ha segnato maggiormente la sua carriera. Ci riferiamo, non c'è neppure bisogno di dirlo, a Jessica Fletcher, l'irresistibile scrittrice di gialli di Cabot Cove, pronta a trasformarsi in un'indomita detective ogni qual volta, attorno a lei, qualcuno cada vittima di un misterioso assassino (da qui anche il proverbiale sospetto di "iattura" che le è stato ironicamente attribuito). Protagonista del serial La signora in giallo dal 1984 al 1996, per poi tornare a indossare i panni di Jessica Fletcher anche in vari film TV, la deliziosa Miss Lansbury ha collezionato ben dodici nomination come miglior attrice grazie al ruolo di Jessica Fletcher, per ciascuna delle dodici stagioni della serie, senza però mai riuscire a conquistare l'ambita statuetta. Ad oggi, con un totale di diciotto nomination in varie categorie senza alcuna vittoria, la Lansbury detiene saldamente il titolo di attrice più snobbata di sempre agli Emmy; in compenso, la leggendaria interprete britannica non ha certo problemi a riempire di trofei la sua bacheca, che può vantare sei Golden Globe, cinque Tony Award e l'Oscar alla carriera assegnatole l'anno scorso.
Prima di chiudere il capitolo sugli anni Ottanta, è doveroso citare altre primedonne del piccolo schermo lasciate a mani vuote dai giurati degli Emmy. La star del cinema Cybill Shepherd nel 1986 è stata candidata come miglior attrice per il ruolo della brillante e carismatica detective Maddie Hayes in Moonlighting, serie cult in cui la Shepherd era affiancata da Bruce Willis; in seguito la Shepherd avrebbe ottenuto altre tre nomination, fra il 1995 e il 1997, per la parte semi-autobiografica di Cybill Sheridan, attrice di mezza età in declino e madre single di due figli, nella sit-com Cybill. In onda dal 1986 al 1994, Avvocati a Los Angeles è stato uno dei legal drama più fortunati e apprezzati della TV USA ed ha conquistato ben quindici Emmy Award, nessuno dei quali, però, ha ricompensato le due protagoniste femminili del serial: Susan Dey, candidata per tre volte dal 1987 al 1989 per la parte del vice-procuratore distrettuale Grace van Owen, e Jill Eikenberry, candidata per quattro volte dal 1987 al 1990 per il ruolo dell'avvocato Ann Kelsey.
Le sit-com degli anni Novanta: Ellen, Fran ed Ally
Nel novero delle più illustri snobbate degli anni Novanta rientrano innanzitutto alcune grandi star del genere della sit-com e dintorni, ciascuna delle quali occupa un posto di rilievo nella storia della TV. La popolarissima conduttrice Ellen DeGeneres ha ricevuto quattro nomination, dal 1995 al 1998, per la parte della simpatica ma nevrotica libraia Ellen Morgan in Ellen, serie diventata di culto anche per il celeberrimo coming out della protagonista nel 1997 (associato al relativo coming out della DeGeneres); benché non sia mai stata premiata come miglior attrice, Ellen ha vinto però l'Emmy come miglior sceneggiatrice nel 1997, proprio grazie all'episodio in cui la "sua" Ellen dichiara di essere gay. Restando in ambito di sit-com, due nomination come miglior attrice, nel 1996 e nel 1997, hanno accolto il vastissimo successo di Fran Drescher ne La Tata, nei panni di Fran Fine (diventato nella versione italiana Francesca Cacace), la frivola, sgraziata ma adorabile governante dei figli del signor Maxwell Sheffield.
Nell'articolo dedicato agli attori vi abbiamo citato i tre protagonisti maschili di Friends. Sul versante femminile, la famosissima sit-com ha portato maggior fortuna a Jennifer Aniston, premiata come miglior attrice nel 2002, e a Lisa Kudrow, miglior attrice supporter nel 1998; non ha potuto cantare vittoria, invece, la bruna Courteney Cox, interprete di Monica Geller, la quale non ha mai avuto neppure l'onore di una candidatura. L'omissione più scandalosa del decennio è stata però quella di Calista Flockhart, che ha ricevuto tre nomination - nel 1998, nel 1999 e nel 2001 - per il suo ritratto di uno dei personaggi-simbolo della TV a cavallo fra gli anni Novanta e il nuovo millennio: Ally McBeal, giovane avvocato tanto abile in tribunale, quanto confusa, fragile e nevrotica nella sua vita privata ed amorosa. La serie, Ally McBeal, è stata uno dei prodotti più apprezzati ed innovativi del panorama televisivo ed ha collezionato numerosi trofei, ma agli Emmy la strepitosa Flockhart non ha messo a segno alcuna vittoria.
Il nuovo millennio
Tornando al genere drammatico, alcune delle interpreti femminili più applaudite dello scorso decennio si sono viste negare la consacrazione della vittoria di un Emmy. Partiamo da Lorraine Bracco, che nel serial cult I Soprano prestava il volto alla dottoressa Jennifer Melfi, la psichiatra del boss mafioso Tony Soprano: per lei quattro nomination, tre da protagonista fra il 1999 e il 2001 e una come attrice supporter nel 2007, ma nessuna statuetta (a differenza della collega Edie Falco, che ha conquistato ben tre Emmy grazie al ruolo di Carmela Soprano). Quattro nomination consecutive, dal 2002 al 2005, hanno visto invano in lizza per l'Emmy Jennifer Garner, la coraggiosa protagonista di Alias nei panni di Sydney Bristow, agente segreto impegnata nelle missioni più pericolose e sorprendenti. Pioggia di candidature anche per la veterana Frances Conroy, nominata a quattro Emmy da protagonista (nel 2002, 2003, 2005 e 2006) per la parte di Ruth Fisher, matriarca di una famiglia di impresari di pompe funebri nell'acclamata serie Six Feet Under; più di recente la Conroy ha raccolto due ulteriori nomination per la sua partecipazione ad American Horror Story, per il quale è candidata anche quest'anno come miglior attrice supporter.
Il record negativo, in termini di nomination senza alcun premio, nel settore delle sit-com è detenuto saldamente da Jane Kaczmarek, interprete di Lois Wilkerson, madre di famiglia severissima e ossessionata dal controllo in Malcolm: per lei ben sette nomination come miglior attrice, dal 2000 al 2006, ma neppure una statuetta. Nello stesso periodo, è andata assai peggio a due attrici molto amate dal pubblico televisivo, ma clamorosamente ignorate perfino al momento di assegnare le nomination. Si tratta di Sarah Michelle Gellar, che dal 1997 al 2003 ha impersonato la giovane e grintosa cacciatrice di vampiri Buffy Summers nella serie fanta-horror Buffy - L'ammazzavampiri; e di Lauren Graham, l'interprete, fra il 2001 e il 2007, della simpaticissima ed affettuosa Lorelei Gilmore nella serie cult Una mamma per amica, incentrata sul rapporto fra Lorelei e sua figlia Rory.
Dalle desperate housewives alle mad women
Una delle serie di culto dello scorso decennio è stata senza dubbio Desperate Housewives - I segreti di Wisteria Lane, ritratto al vetriolo dei misteri e degli intrighi del quartiere residenziale di Wisteria Lane, attraverso gli squardi delle sue vivacissime protagoniste. In onda fra il 2004 e il 2012, Desperate Housewives è valso l'Emmy come miglior attrice soltanto a Felicity Huffman, premiata nel 2005, mentre non è andata altrettanto bene alle altre "casalinghe": una singola nomination per Teri Hatcher e Marcia Cross, rispettivamente per i ruoli di Susan Mayer e Bree Van de Kamp, e neppure una candidatura per Eva Longoria, l'interprete della frivola Gabrielle Solis. Sempre fra le attrici di commedia, tre nomination consecutive, fra il 2007 e il 2009, sono andate a Mary-Louise Parker, protagonista di Weeds nei panni di Nancy Botwin, madre di famiglia appena rimasta vedova che per sbarcare il lunario si improvvisa trafficante di marijuana (la Parker, in compenso, aveva vinto nel 2004 per la miniserie Angels in America). Negli scorsi anni, fra le varie attrici snobbate al momento dell'assegnazione degli Emmy vale la pena citare Connie Britton, candidata nel 2010 e nel 2011 per il ruolo di Tami Taylor, consulente scolastica e moglie dell'allenatore Eric Taylor nel serial sportivo Friday Night Lights (che a sorpresa ha visto premiato invece il suo partner, Kyle Chandler); alla Britton non è andata molto meglio in seguito con American Horror Story, che l'ha vista competere per l'Emmy nel 2012 nei panni della protagonista Vivien Harmon, e con Nashville, per il quale è stata candidata nel 2013 per la parte della star del country Rayna Jaymes.
Fra le sit-com, si è guadagnata invece ben cinque nomination, dal 2010 al 2014, l'esilarante Amy Poehler, primadonna della divertente serie Parks and Recreation nel ruolo di Leslie Knope, eccentrica vice-direttrice del dipartimento dei parchi pubblici dell'Indiana. Oltre alle cinque candidature per Parks and Recreation, la Poehler può vantare in realtà altre sette nomination in varie categorie, ma è ancora in attesa di ricevere la sua prima statuetta (che ci riesca finalmente quest'anno?). Infine, non si può concludere la nostra panoramica senza rendere omaggio alle mad women della TV americana, ovvero le interpreti femminili della serie più applaudita e blasonata dell'ultimo decennio: Mad Men. A cominciare dalla bravissima Elisabeth Moss, che ha ottenuto finora cinque candidature, dal 2009 al 2013 (quattro da protagonista e una da supporter), per la parte di Peggy Olson, giovane pubblicitaria di talento con una carriera in ascesa, senza però aver mai vinto il trofeo (la Moss è stata candidata nel 2013 anche come protagonista della miniserie poliziesca Top of the Lake); proseguendo con Christina Hendricks, a sua volta candidata a cinque Emmy come miglior attrice supporter per aver interpretato la procace office manager Joan Holloway; e January Jones, candidata come miglior attrice nel 2010 per il suo ritratto di Betty Draper, la prima moglie di Donald Draper.
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