Girare Elysium, l'attesissimo secondo film di Neill Blomkamp, il regista-sceneggiatore di District 9, non è stata certo un'impresa facile. Il regista ha chiesto molto, dal punto di vista fisico, ai suoi interpreti, che hanno passato settimane in location inospitali come la gigantesca e maleodorante discarica di Città di Messico, in cui si svolge la scena finale del film. Ma per Matt Damon - un divo che ha già alle spalle una carriera lunghissima durante la quale ha collaborato con autori del calibro di Steven Spielberg, Martin Scorsese, i fratelli Coen, Terry Gilliam, Clint Eastwood, Steven Soderbergh e Paul Greengrass - quella al fianco di Blomkamp è stata anche un'esperienza di grande arricchimento sul piano umano, come ci racconta in questa lunga intervista ricca di dettagli e aneddoti sulle riprese della spettacolare pellicola.
Elysium è un'avventura fantascientifica, ambientata nell'anno 2154, in un'epoca nella quale esistono due classi di persone. Quelle molto ricche, che vivono su un'immacolata stazione spaziale, chiamata appunto Elysium, e il resto della popolazione, lasciata indietro a lottare per sopravvivere su un pianeta sovrappopolato, le cui risorse sono ormai esaurite. Le persone che vivono sulla Terra desiderano disperatamente fuggire dal crimine e dalla povertà nei quali il pianeta è sprofondato, e l'unico uomo in grado di riportare l'equilibrio è Max (interpretato da Matt Damon). Anche a rischio della sua stessa vita, Max decide di intraprendere una missione pericolosa - che lo vedrà confrontarsi con il caparbio Ministro di Elysium, Delacourt (Jodie Foster), e con le sue inflessibili regole. Se avrà successo, però, Max potrà salvare non solo la sua vita, ma anche quelle delle persone che vivono sulla Terra ormai inospitale.
Per girare Elysium, Damon ha dovuto subire una drastica trasformazione fisica, e trascinarsi addosso una sorta di esoscheletro/ tuta corazzata per buona parte delle riprese. Ma, con Neill al fianco e il supporto dei ragazzi di Weta Workshop, non è stato difficile come si potrebbe credere. Il perché, lo lasciamo raccontare a lui.
Cosa ti ha convinto a interpretare Elysium?Matt Damon: Ho visto District 9 e ne sono rimasto entusiasta, come tutti del resto, e Neill Blomkamp è balzato subito in cima alla lista delle persone con le quali desideravo lavorare. Poi ho sentito parlare di questo film. Non pensavo che avrei lavorato tanto presto con lui, ma poi è arrivato il suo secondo film e questo ruolo si è reso disponibile. Dopo i primi 20 minuti con Neill - siamo andati a prendere un caffè, in un bar di New York - lui ha tirato fuori gli schizzi che aveva realizzato. Aveva costruito l'intero mondo al computer, aveva fatto un modello grafico, e poi c'era anche un intero libro dedicato alle armi. Non era detto che quelle cose sarebbero finite nel film. Ogni arma era accompagnata da una descrizione dettagliata del modo in cui era costruita e del suo funzionamento. Il livello di dettagli era davvero stupefacente. A parte quando ho parlato con James Cameron di Avatar, è stata l'unica altra volta in cui abbia incontrato un regista che sia arrivato da me con un'idea assolutamente completa di un mondo fantascientifico, diverso da qualsiasi altro mondo avessi mai visto prima.
Ti piacerebbe dirigere un film un giorno? Cosa hai imparato da Neill a livello pratico?
In pratica è la stessa cosa di cui parlano tutti i registi, ossia il livello di preparazione, il fatto di conoscere nei minimi dettagli il film che stai realizzando. Ci sono altri registi coi quali ho lavorato che non fanno film di fantascienza, che non creano dei mondi completamente nuovi, ma che conoscono comunque ogni singolo dettaglio del loro film e sono capaci di spiegare la storia che stanno raccontando alla perfezione. E' per questo che le interviste ai registi sono più interessanti di quelle degli attori, perché sono totalmente consapevoli del motivo per il quale hanno fatto il film e di cosa rappresenti per loro. E' per questo che da loro si ottengono delle risposte più specifiche alle domande.
Si, molte location si trovavano all'interno della discarica. C'erano location, ad esempio, come il 'Poo River' . Quindi la cosa suonava così: 'Bene! Possiamo portare tutti quanti a Poo River per la scena 36?' E solo dopo l'inizio delle riprese ci dicono che la polvere nell'aria non è altro che materia fecale!
Sappiamo che Diego Luna ti ha portata a mangiare in alcuni dei migliori ristoranti di Città del Messico per recuperare!
E' vero. Ci ha portato nei migliori ristoranti. Abbiamo visto il lato migliore di Città del Messico, non c'è dubbio. Non siamo certo rimasti nella discarica tutta la notte. Andavamo a casa, ci facevamo la doccia, e poi andavamo nei migliori ristoranti del mondo, e tutto grazie a Diego. Ci siamo divertiti un mondo a Città del Messico.
Considerando tutti i cattivi odori, la discarica di rifiuti deve aver conferito grande autenticità a Elysium, è così?
Neill ha parlato in maniera molto articolata del perché dovevamo girare lì, le sue erano delle argomentazioni molto convincenti, aveva ragione. Questa location rappresenta l'espressione visiva dell'intera tematica. C'è una nave spaziale che si schianta in una discarica da Terzo Mondo, e quindi si crea una stupefacente 'collisione' a livello visivo di questi due mondi, e poi è un luogo davvero unico dove ambientare un film d'azione. Ha fornito uno scenario incredibile per la storia. Sapevamo la ragione per la quale ci trovavamo lì, e sì, è stato poco confortevole per un paio di settimane, ma poi i benefici hanno compensato i disagi.
Sono state quelle le scene più difficili da girare?
No, non è stata quella la location peggiore. Ma un set a Vancouver. Alla fine del film, Sharlto Copley (che interpreta il villain Kruger, ndR) ed io ci affrontiamo nelle viscere di Elysium. In questa occasione abbiamo la possibilità di vedere cosa ci sia sotto alla superficie della stazione spaziale e di capire i meccanismi del suo funzionamento: un set davvero favoloso. Era costruito veramente bene ed era molto interessante, ma la scena richiedeva che fossimo bagnati perché avevamo camminato attraverso le tubature. Quindi Sharlto ed io eravamo fradici e c'erano dei grossi ventilatori in azione. Era come trovarsi in un'enorme galleria del vento. I ventilatori sparavano aria contro di noi, eravamo fradici, faceva molto freddo. E' stata certamente questa la scena più difficile. Nella scena c'era anche Wagner Moura, che interpreta Spider, che si è sentito male, e si è beccato addirittura la polmonite. E pensare che è un omone! Mi sono reso conto che era diventato verde in faccia e gli ho chiesto 'Stai bene?' Lui ci ha pensato su, e poi ha detto, 'Non mi sento bene.' Lo hanno portato in una tenda e hanno messo dentro delle stufe, in modo che tra una ripresa e l'altra potesse correre dentro a riscaldarsi.
Neill ha chiesto ai ragazzi del Weta Workshop di costruirla, e loro sono veramente fantastici. Della tuta sono state fatte diverse versioni, prima di giungere al modello che indosso. Mi mandavano dei video di stuntmen neozelandesi della mia taglia che indossavano la tuta mentre facevano capriole, salti e cose del genere. In sostanza lavoravano su due aspetti: Volevano ottenere una piena mobilità e volevano che fosse il più leggera possibile; quella che è stata costruita, alla fine, è una tuta di 11 chili, distribuiti lungo tutto il corpo, il che l'ha resa meno fastidiosa di quanto pensassi. Emily Blunt aveva fatto un film in cui doveva indossare un esoscheletro simile, e mi scrisse dicendomi 'E' stato orribile!' Le chiesi quanto pesasse la sua tuta e lei rispose che pesava più di 22 chili e io, 'Saresti dovuta andare da quelli della Weta!' La cosa assurda è che questa tuta dovrebbe conferire maggiore potenza e velocità, ma il primo giorno dovevamo girare una scena in cui correvo con la tuta indosso e poi, dopo ogni ciak, tornavo a vedere il monitor, e Neil mi diceva, 'Non riesci a correre più veloce?' In effetti, guardando la scena sembrava che stessi facendo jogging. Era colpa della tuta. Io correvo al massimo delle mie forze. Quindi abbiamo dovuto trovare il modo di esprimere la forza e la velocità conferite dalla tuta, il cui scopo era rendermi forte quanto un droide. Abbiamo dovuto fare diversi tentativi.
Abbiamo sentito che alcuni dei suoi colleghi, tra cui Sharlto, ad un certo punto le abbiano invaso la roulotte...
Si è vero. E' stato davvero divertente. Il responsabile della roulotte, era mortificato. Quella mattina sono arrivato sul set e mi ha detto 'Voglio solo dirle che non mi lasciano pulire! Non me la lasciano pulire!' E io, 'Ma di che stai parlando?' Sono entrato e ho trovato del sangue finto sul letto. Sharl è completamente fuori di testa. Non beve, non fuma, non ha vizi. Ma, quando aveva del tempo libero, durante le riprese, diventava davvero pericoloso, anche più pericoloso delle location!
Secondo te questo film unisce entertainment e riflessione sociologica?
Neill non ha alcuna intenzione di fare dei film politici. Dice, 'Qual è il messaggio di Elysium? Non essere povero?' A livello tematico sono questi gli spunti di riflessione, che ci fanno dire 'Sì, ecco un mondo dove c'è una grande diseguaglianza,' e il film offre una riflessione su questo tema. In 150 anni il divario tra ricchi e poveri è cresciuto ancora di più. Siamo passati dal vivere in comunità recintate, agli ultraricchi che se ne vanno a vivere su una stazione spaziale, lasciando indietro tutti gli altri. E' questa la cosa interessante che colpirà gli spettatori, soprattutto dopo l'ultimo anno, visto quello che è successo con Occupy Wall Street, e tutto il resto. Ma il film non ha un fine particolare. E' questo il punto.
Quando mi hanno fatto tutti quei tatuaggi sul collo mi sono sentito davvero diverso. Anche in questo caso è stato Neill che mi ha dato delle immagini di Max, pelato, muscoloso, e con i tatuaggi dappertutto. Mi hanno affiancato un personal trainer, ed io gli ho portato l'immagine e gli ho detto: 'E' così che voglio diventare!' E lui, 'Okay, ci penso io'. C'è stato molto lavoro da fare. Ho dovuto fare una dieta e ho trascorso molto tempo in palestra. La palestra è un posto favoloso - quale altra occasione ti permette di trascorrerci così tanto tempo? A meno che tu non sia un atleta o un personal trainer, non passi quattro ore al giorno in palestra. Perciò, questa parte è stata molto divertente. Ma non poter mangiare quel che vuoi e non poter bere vino rosso quando ne hai voglia, quello è stato davvero fastidioso.
Mentre giravi Elysion, tornavi a casa quando potevi nel fine settimana per vedere la tua famiglia. Lo fai spesso mentre giri?
Dipende dal film. Per Elysium abbiamo girato durante l'estate, durante le vacanze estive, quindi per quel periodo siamo stati a Vancouver assieme. Poi, quando è iniziata la scuola, avevo ancora delle cose da fare a Vancouver ed è stato allora che tornavo a casa. Poi siamo andati in Messico, e a quel punto i bambini erano impegnati totalmente con la scuola. Abbiamo la regola delle 'due settimane': significa che dopo due settimane tornavo a casa per tre giorni, e poi tornavo di nuovo al lavoro in Messico. Durante le riprese de Il Grinta, che rappresentava un impegno meno intenso per me, ricordo di aver girato per un totale di 25 giorni nel corso di 70 giorni di riprese. Dissi ai fratelli Coen, 'L'unica cosa che chiedo è di poter tornare a casa almeno ogni due settimane,' ma loro mi hanno addirittura permesso di lavorare tre giorni e di avere tre giorni liberi a settimana. Così facevo la spola con il Texas, e i bambini non hanno mai sentito la mia mancanza.
Si ringraziano Warner Bros. Italia e SW Service