"Maybe, you're gonna be the one that saves me". "Forse sarai quello che mi salva". Una languida e lenta versione di Wonderwall degli Oasis ci accompagna verso lo stratificato finale di serie di Élite 8, la stagione conclusiva di un prodotto Netflix che forse è durato troppo. Chi è dunque quello che ci salva, nel finale di Élite? Senza voler fare troppi spoiler, anche se qualcuno inevitabilmente arriverà, possiamo dire che i deus ex machina della serie hanno deciso di lasciare a Omar, dopo avergli fatto passare in questi anni ogni possibile sventura, l'onore e l'onere di chiudere i giochi.
Fine delle lezioni è il titolo dell'episodio finale, ed è una frase che possiamo leggere in molti modi. Un finale che pecca, come per tutta la stagione - e in realtà anche nelle stagioni precedenti - di problemi di scrittura, di credibilità, di equilibrio. Eppure, nel caos dell'ending, riesce a inserire un paio di messaggi che provano a dare un senso alla serie. Ci riescono in parte. Ma è come se, dopo aver puntato molto sullo scandalo, sulla provocazione, e aver inserito tematiche politiche in modo superficiale, gli autori avessero voluto provare a prendere una posizione.
Il finale di Élite: lo svelamento dell'assassino è una mossa per stupire
Quello che dà movimento al finale di Élite 8 è la crepa che si crea tra i due fratelli, Héctor Krawietz (Nuno Gallego) ed Emilia (Ane Rot). Sono stati sempre uniti, ma la passione di Héctor per Joel (Fernando Lindez), ha creato invidia nella sorella, e ora tra i due c'è uno scontro. Mentre la polizia sembra aver trovato un colpevole del delitto che è il capro espiatorio designato, Ivàn (André Lamoglia), Isadora (Valentina Zenere), e Sara - un personaggio trascurato fin qui - provano a fare luce nella vicenda e a trovare il vero colpevole. Lo svelamento dell'assassino ci sembra, ancora una volta, più una mossa tesa a stupire che l'evoluzione del racconto e dei personaggi. Ma, di sicuro, riesce a sorprendere.
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Una conclusione che accende l'attenzione, o è solo curiosità?
In Élite 8 accadono più cose negli ultimi tre episodi che in tutto il resto della stagione. Ancora una volta, è evidente un problema di equilibrio. Le prime stagioni di Élite erano costruite con un metodo quasi geometrico: gli aspetti della trama gialla arrivavano all'inizio e alla fine di ogni episodio, e gli interrogatori della polizia spezzavano a intervalli quasi regolari la narrazione principale, la vita degli studenti prima del delitto. Qui nei primi episodi, che hanno i toni di una soap opera, di giallo c'è poco, solo qualche suggestione. E tutto viene concentrato alla fine, quando ormai lo spettatore è "uscito" dalla storia. È chiaro che un pizzico di attenzione la riaccende: ma solo per la curiosità di sapere chi è l'assassino. E non tanto per la sorte di personaggi che ci stanno a cuore, com'era nelle prime stagioni. Non possono starci a cuore perché non li conosciamo: una scrittura superficiale non ce l'ha permesso, in fondo.
Omar è l'unico personaggio che dà un senso al finale di Élite
Forse, che nessuno ci stia a cuore non è del tutto vero. Guardando Élite 8 fino alla fine abbiamo capito che teniamo ad Omar. È quello che conosciamo di più, essendo nel cast dalla stagione 1. Riesce a dare un senso al finale. Messo di fronte a Hector, la sua nemesi, che gli offre proprio quello che lui vorrebbe, si oppone. C'è chi dice no, allora: no all'idea che oggi tutto si possa comprare. No all'idea che per combattere certe persone si debba per forza diventare come loro. Un ragazzo che ne ha passate di ogni, gay in una famiglia araba, lavoratore in una società di ricchi e viziati, picchiato da un gruppo dai modi fascisti. Ci sembra che sia stato uno dei pochi personaggi le cui azioni potessero avere un senso.
Should I Stay Or Should I Go: il finale è punk
E un senso ce l'ha anche il modo di denunciare il colpevole. La soluzione del delitto avviene con un video, che viene diffuso via social media. E questo è perfettamente in linea con il mondo di oggi, dove ogni processo avviene sui social o in tv prima ancora che in tribunale. I social, stavolta, hanno però una funzione positiva, perché tolgono il nostro da una situazione d'impasse difficilmente risolvibile. Ed ha anche senso il finale vero e proprio, che vede realizzato il desidero di Omar. Sulle note di Should I Stay Or Should I Go dei Clash, ecco il finale punk. Ci troviamo in una scuola pubblica: la nemesi, l'antitesi, gli antipodi di Las Encinas. Il messaggio è chiaro: la scuola deve essere pubblica, le opportunità devono uguali per tutti. Fortuna, sembra ci sia ancora chi dice no ai privilegiati, alle élite, ai fascismi.
Conclusioni
Il finale di Élite 8, che è anche il finale di serie, conferma i difetti dell'ultima e delle ultime stagioni: problemi di scrittura, di approfondimento dei personaggi, di equilibrio tra storie private e trama gialla. Ma riesce a lanciare alcuni messaggi sui social media, su chi crede che tutto si possa comprare e sulle opportunità, che devono essere uguali per tutti.
Perché ci piace
- Il finale di Elite 8 riesce a prendere posizione su alcuni temi.
- Il personaggio di Omar, l'unico presente dalle prime stagioni, è il protagonista del finale.
- L'avvicinarsi della risoluzione della trama riaccende un'attenzione che sembrava persa...
Cosa non va
- ...ma è più che altro per curiosità, non per affezione ai personaggi...
- ...che continuano ad essere scritti male e a fare scelte poco comprensibili.
- Pur con qualche picco nel finale, Élite è ormai diventata una soap opera.