E poi il silenzio - Il disastro di Rigopiano, la recensione: quando a uccidere non è solo una valanga

Umanità, dolore, empatia: la nuova docuserie di Sky, Sky TG24 e Chora Media firmata da Pablo Trincia racconta la tragedia dell'Hotel Gran Sasso.

Pablo Trincia nella docuserie

Spesso Pablo Trincia si è occupato di raccontare casi complessi, vicende di cronaca impresse nella nostra mente perché sconvolgenti, notizie veicolate dai telegiornali che ascoltiamo quotidianamente. Quello che però vediamo, anche distrattamente mentre cuciniamo o sostiamo stanchi sul divano, è solo la punta di un iceberg gigantesco che sotto la superficie nasconde un insieme di cause e concause, indizi e noncuranze tanto spaventose quanto allarmanti. È anche questo il caso di E poi il silenzio - Il disastro di Rigopiano, podcast e poi docuserie (in onda il 20, 21 e 22 novembre in streaming su NOW) ad opera di Sky, Sky TG24 e Chora Media, che indaga in modo attento e minuzioso la terribile vicenda che nel gennaio 2017 ha causato la morte di 29 persone, ospiti e lavoratori, della struttura alberghiera spazzata via da una valanga.

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Pablo Trincia in un momento della serie

Trincia insiema a Debora Campanella e Paolo Negro costruiscono una serie nella quale parole e immagini si posizionano come mattoni uno sull'altro per ricostruire al meglio quegli eventi, clamorosi o apparentemente insignificanti, che nel corso di decenni si sono sommati fino al tragico epilogo, una tragedia di enorme portata ma che, con una maggiore efficenza delle istituzioni, si sarebbe potuta evitare.

Una tragedia evitabile

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Un'immagine di E poi il silenzio - Il disastro di Rigopiano

A gennaio 2018 l'Abruzzo è stretto nella morsa del maltempo, forti nevicate si abbattono sull'Appenino causando disagi alla viabilità e isolando interi paesi. È in questa situazione di emergenza che il 18 del mese una valanga di grandi proporzioni investe l'Hotel Gran Sasso nella località di Rigopiano, appartenente al comune di Farindola, portando una devastazione tale da cancellare la struttura, intrappolando sotto di essa gli occupanti. In ventinove perdono la vita e i superstiti si ritroveranno a convivere con quelle che sono le conseguenze di un'esperienza traumatica, nella quale hanno perso parenti e amici.

La docuserie racconta questo. Racconta del tragico evento indagando quelle cause, per nulla naturali, che hanno portato ad un simile epilogo. Pezzi di un puzzle comparsi decenni prima, incastrati con la storia umana e amministrativa di un territorio che non ha saputo far fronte alle condizioni estreme del meteo a causa di un'amministrazione poco chiara e confusa.

E poi il silenzio - Il disastro di Rigopiano, intervista a Pablo Trincia: "Le parole sono fondamentali"

Le persone al centro del racconto

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Un'immagine di Pablo Trincia nella docuserie

Ci teniamo a sottolineare un aspetto di E poi il silenzio - Il disastro di Rigopiano, un elemento che è poi il vero cuore della serie: la sua umanità. Pur raccontando vicende estremamente dolorose riesce a mantenere al centro le persone coinvolte senza mai scadere nel morboso, in costante e spontaneo equilibrio tra racconto umano e atti giudiziari. Pablo Trincia, Debora Campanella e Paolo Negro tessono così un racconto che espone la realtà dei fatti con empatia senza mai perdere quel piglio giornalistico necessario a raccontare con la giusta obiettività la vicende e gli accadimenti ad esse collegati.

Podcast e serie: due diversi modi di raccontare

Podcast e serie sono due medium molto diversi: hanno una diversa fruizione e richiedono due differenti tipi di scrittura, proprio per questo il lavoro di adattamento compiuto sulla serie ci sembra notevole. Certo, i cinque episodi proposti operano un sunto inevitabile che va a comprimere alcuni racconti contando sul supporto delle immagini ma togliendo un po' profondità e respiro alla serie.

Non è comunque una vera e propria problematica in quanto, sia la produzione in onda su Sky che il podcast disponibile su molte piattaforme, hanno la possibilità di portarsi reciprocamente spettatori e ascoltatori: se si è ascoltato prima l'audio si avrà magari la curiosità di vedere le immagini, mentre se si è partiti dalla serie si potrebbe sentire il bisogno di approfondire maggiormente l'argomento con il podcast.

Trovate di regia interessanti

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Pablo Trincia durante le invertiste

Interessanti, poi, sono state alcune trovate di regia ad opera di Paolo Negro: la scelta di proiettare, e non semplicemente mostrare, le immagini registrate dagli smartphone degli occupanti dell'hotel, che imprimono le ultime ore prima della tragedia, è di sicuro un elemento di grande impatto emotivo e narrativo. Il riportare quei volti all'interno di ciò che resta della struttura è una scelta forte, struggente ed efficace. Per rendere l'idea confusa della valanga sono state poi usate animazioni e immagini generate con l'intelligenza artificiale, scelta sicuramente intrigante, visto anche l'effettivo e coerente risultato, ma che non ci sentiamo di approfondire qui in quanto argomento estremamente complesso per il quale, ammettiamo, ancora non ci reputiamo pronti ad esprimerci in modo esaustivo.

Conclusioni

E poi il silenzio - Il disastro di Rigopiano è la docuserie adattamento dell’omonimo podcast di Pablo Trincia.che racconta la tragedia che nel 2018 ha causato la morte di 29 persone rimaste sepolte sotto una valanga. I 5 episodi condensano, aggiungendo a supporto le immagini, il podcast omonimo e lo fanno con equilibrio ed efficacia. Alcune interessanti trovate di regia rendono poi il tutto più fruibile conferendo anche una maggiore dimensione emotiva, senza comunque scadere nel morboso.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • L’equilibrio tra racconto umano e fatti giudiziari.
  • La scelta di regia proiettare le immagini sulle superfici dei resti del resort.
  • La scrittura della docuserie che condensa con equilibrio i fatti…

Cosa non va

  • …anche se, la narrazione perde un po’ di profondità e respiro.