When We Rise, Dustin Lance Black: “Quando la paura svanisce troviamo l’uguaglianza”

Dustin Lance Black, autore premio Oscar per la sceneggiatura di Milk, torna a lavorare con Gus Van Sant e a raccontare la lotta per i diritti LGBT con la serie When We Rise, dal 3 ottobre su Sky On Demand. Il nostro incontro con lui tra amore, coraggio e accettazione.

When We Rise: Guy Pearce in una scena della serie
When We Rise: Guy Pearce in una scena della serie

Sceneggiatore premio Oscar nel 2009 per Milk di Gus Van Sant, regista, produttore, attivista LGBT e membro fondatore dell'American Foundation for Equal Rights: a quarantatré anni Dustin Lance Black ha già tagliato diversi traguardi, anche se ha l'aspetto di un ragazzino. Dall'aspetto calmo e la voce rassicurante, Black ha il piglio del leader carismatico, in grado di trascinare le folle. Quando lo abbiamo incontrato al Roma Fiction Fest, lo scorso dicembre, ha confermato questa sensazione: arrivato al festival italiano della televisione per presentare la miniserie When We Rise, disponibile su Sky On Demand a partire dal 3 ottobre, ci ha colpito per la forza delle sue idee e la gentilezza con cui le espone.

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Divisa in otto episodi, la serie vede come regista delle prime due ore proprio Gus Van Sant, di cui Black ci ha detto: "Lavorare con Gus è un regalo. Ho fatto ricerche per un anno e ci ho messo due anni a scrivere tutti gli episodi: lui è stato il primo regista da cui sono andato per chiedergli di dare vita alle prime due ore. Per Milk ci siamo trovati bene, è molto collaborativo, speravo che fosse così anche per la serie ed è successo. So che quando lavoriamo insieme siamo più forti".

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When We Rise racconta la genesi e le lotte del movimento LGBT americano, partendo dai moti di Stonewall del 1969 fino ai giorni nostri. Per interpretare i protagonisti è stato scelto un gruppo di attori di alto rango, dal premio Oscar Whoopi Goldberg a Guy Pearce, passando per Mary-Louise Parker, Rosie O'Donnell e Michael K. Williams. Per Black raccontare questa storia era fondamentale perché: "Abbiamo avuto secoli di informazioni sbagliate sulle persone LGBT e per molto tempo abbiamo avuto paura di raccontare le nostre storie. Quindi siamo andati avanti facendo crescere delle bugie: abbiamo appena cominciato a correggere la rotta, a raccontare bene la storia. È questo che dobbiamo fare e non si tratta di combattere la religione: vengo da una famiglia religiosa e per me bisogna farsi avanti e parlare con la gente. In Italia c'è un papa che sta mostrando una comprensione sempre maggiore: questo non viene dal combattere ma dal condividere. Dobbiamo confrontarci e conoscerci: quando questo succede la paura svanisce. Quando la paura svanisce troviamo l'uguaglianza. Questo è successo in USA e spero accada anche in Europa e in Italia: dobbiamo continuare a raccontare le nostre storie".

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Raccontare la diversità per sconfiggere la paura

Oscar 2009: Dustin Lance riceve l'Oscar per la sceneggiatura di Milk
Oscar 2009: Dustin Lance riceve l'Oscar per la sceneggiatura di Milk

Raccontare storie di diversità, che si tratti di LGBT, razzismo o di maltrattamento delle donne nel mondo, è fondamentale non solo per la collettività ma anche per i singoli, secondo Black: "Aiuta i giovani che soffrono per la discriminazione a non sentirsi così soli e isolati. L'isolamento è ciò che porta le persone alla depressione e a prendere in considerazione cose terribili, come il suicido. Se sai di non essere solo e di poter prendere ispirazione da figure che ti hanno preceduto, potresti avere un po' più di speranza e quella speranza potrebbe aiutarti a sopravvivere e magari anche a guidare altri. In questo momento avremmo bisogno di grandi leader nel movimento per le donne, in quello contro il razzismo, per i diritti LGBT e per chiunque sia ancora trattato in modo ingiusto".

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When We Rise: una scena della serie
When We Rise: una scena della serie

Ne sa qualcosa lo sceneggiatore, che ci ha raccontato di come inizialmente perfino la madre respinse l'idea della sua omosessualità: "Quando l'ho detto a mia madre la prima volta non è stata comprensiva: era una mamma del sud, molto conservatrice, ha lavorato per l'esercito, eravamo molto religiosi e all'inizio non mi ha accettato. Ci è voluto molto tempo. Una cosa che dico sempre ai giovani è di essere pazienti e non tagliare i ponti con i propri genitori: bisogna continuare a parlare con loro e mantenere aperta la comunicazione. Bisogna raccontare la propria storia, presentare gli amici: è questo che fa cambiare idea alle persone, non discutere di legge, statistiche o scienza. Bisogna raccontare la propria storia ed essere presenti: è questo che elimina la paura che porta ai pregiudizi e sostituisce la verità alle bugie. È così che, per molti, si ricostruisce il rapporto con i genitori".

La nostra intervista a Dustin Lance Black