Dragon’s Dogma, la recensione: in viaggio tra un’umanità senza speranza

La nostra recensione di Dragon's Dogma, serie animata di Netflix ispirata al celebre videogioco e disponibile con i suoi sette episodi dal 17 settembre 2020.

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Dragon's Dogma: un'immagine del drago

Saremo sinceri, scrivere questa recensione di Dragon's Dogma non è stato per nulla semplice, perché nell'esprimere un giudizio non si può non tenere conto del celebre videogioco da cui è tratta, titolo CAPCOM che ha venduto più di cinque milioni di copie in tutto il mondo e che è stato amato alla follia da un gran numero di videogiocatori. La serie tv, disponibile dal 17 settembre 2020, è stata sviluppata e prodotta per Netflix dallo studio Sublimation che già ha collaborato con la piattaforma per l'anime Hero Mask e, in precedenza, ha preso parte ad altri celebri titoli come Tokyo Ghoul e 009 Re: Cyborg movie.

Dragon's Dogma fonde, infatti, l'animazione 2D con la CGI nel tentativo di regalare maggiore dinamismo agli epici scontri che il protagonista dovrà affrontare, un viaggio attraverso lande impervie popolate da un vario campionario di mostri che i giocatori di ruolo ben conoscono e che incarneranno ognuno un diverso peccato capitale, suddividendo la stagione in sette episodi esatti, tempo limite durante il quale la storia dovrà esaurirsi.

Nella trama il viaggio di Arisen

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Dragon's Dogma: Ethan e sua moglie Olivia

Ethan è un cacciatore che vive un'esistenza pacifica insieme a sua moglie Olivia in un piccolo villaggio a ridosso del mare. Un giorno mentre lui è a caccia, la piccola cittadina rurale viene attaccata da un drago che non solo rade al suolo il centro abitato, ma trucida senza pietà ogni abitante, inclusa la moglie del protagonista con in grembo il loro bambino. Accecato dalla rabbia, Ethan si scaglia contro il drago che, senza difficoltà, lo scaraventa a terra e gli ruba il cuore intimandogli di coltivare il suo odio per poi recarsi nella sua tana ed ucciderlo qualora ne fosse stato in grado. Da questo momento in poi Ethan è un Arisen, un essere umano il cui cuore è stato rubato da un drago, il cui scopo è quello di uccidere la tremenda creatura per riprenderselo. In questa impresa verrà accompagnato da Hannah, una Pedina (una razza simile agli esseri umani ma che nonostante le tante abilità non prova emozioni) attraversando così territori impervi popolati da goblin, scheletri e altre creature note al mondo fantasy, che incarnano i sette peccati capitali.

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Una narrazione da videogioco

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Dragon's Dogma:un'immagine di Ethan

Una cosa appare chiara fin dal primo episodio: la narrazione di Dragon's Dogma è stata pensata per richiamare alla mente le varie fasi di un videogioco anche se, ovviamente, con tempi ridotti e il ritmo frenetico di chi deve rendere l'idea di un'ambientazione senza sacrificare l'azione, vero fulcro attorno al quale tutto sembra ruotare. L'episodio iniziale, intitolato Ira, sembra una lunga cut scene introduttiva di quelle che siamo abituati a vedere all'inizio di ogni videogioco con una storia da raccontare, per poi lasciare spazio ai successivi che procedono con una narrazione che prevede una situazione da risolvere che si conclude con l'uccisione di un mostro. È proprio in questo che, però, si riscontra il primo punto debole di questa serie: l'accattivante scelta di suddividere la stagione in sette episodi, sette come i sette vizi capitali e caratterizzati da uno schema ben preciso, si è rivelata, forse, un'arma a doppio taglio.

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Dragon's Dogma: una foto di scena

La storia e l'evoluzione di Ethan/Arisen avrebbe richiesto di sicuro più tempo, mentre assistiamo a cambiamenti dell'indole del protagonista piuttosto repentini da un episodio all'altro; l'ira e l'odio lo stanno consumando privandolo della sua umanità, ma a noi non viene mostrato lo struggimento e la fatica di un personaggio sempre in continuo movimento e di cui conosciamo solo i pensieri più elementari; in poche parole una trama essenziale ed estremamente lineare per raccontare una razza umana senza speranza che ben si adatta ai tempi di un videogioco e la partecipazione che ne deriva, ma che risulta carente e frettoloso applicata ad una serie tv.

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L'animazione in tecnica mista

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Dragon's Dogma: Hannah in azione

Se c'è un elemento che sicuramente è in grado di dividere e di creare pareri contrastanti è sicuramente quello dell'animazione. Sviluppata dallo studio Sublimation, fonde il 2D con la CGI, anche se la computer grafica risulta fin da subito preponderante. Le animazioni, proprio per il massiccio uso del computer, risultano dinamiche ma non sempre fluide, tutto il potenziale di questa tecnica si apprezza infatti nei combattimenti e nelle scene in cui l'azione richiede rapidi movimenti e cambi del punto di vista, in modo da riuscire a seguire le rapide gesta di Ethan, Hannah e del mostro che tentano di sconfiggere. Ma nel parlare delle animazioni non possiamo esimerci dal menzionare i meravigliosi titoli di testa, un vero gioiellino, perfetto biglietto da visita della serie in grado di affascinare lo spettatore fin da subito, rendendolo incapace di saltarli così da poterseli godere ad ogni puntata.

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Dragon's Dogma: un primo piano di Ethan

Nonostante i suoi pregi e i suoi difetti, Dragon's Dogma è una serie interessante che scivola senza troppi intoppi prestandosi in maniera eccellente al binge watching grazie a puntate di poco meno di mezz'ora da seguire tutte d'un fiato. La storia dell'Arisen Ethan sembrerebbe conclusa, ma non ci sentiamo di escludere una seconda stagione qualora l'anime dovesse riscontrare l'approvazione del pubblico, in ogni caso buona visione e buon viaggio.

Conclusioni

Come affermato nella nostra recensione di Dragon’s Dogma, questa serie sembra destinata a sollevare pareri contrastanti. Grazie ad una trama semplice e lineare che si dipana in 7 episodi, è perfetta per il binge watching, anche se è proprio questa brevità a penalizzare l’aspetto introspettivo dei personaggi rendendo l’intera vicenda in modo frettoloso e poco approfondito. Le animazioni in tecnica mista (2D e CGI) hanno una buona resa nei combattimenti, ma risultano poco fluide in altre situazioni pur regalandoci i titoli di testa più intriganti nella storia dell’animazione.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.2/5

Perché ci piace

  • La serie ripropone molti dei classici espedienti narrativi tipici dei videogiochi.
  • I titoli di testa, bellissimi e accattivanti.
  • L’animazione in 2D e CGI ha un’ottima resa nei combattimenti…

Cosa non va

  • …ma non convince e risulta poco fluida in altre situazioni.
  • Sette episodi sono insufficienti al fine di raccontare l’evoluzione dei personaggi.