Si chiamano anime ma è di un'anima che hanno bisogno. Un'anima che va cercata da qualche parte, lì in mezzo, tra le corde vocali. Senza una voce, i cartoni animati sarebbero disegno senza spessore, racconto senza profondità, carattere e dimensione. Ecco perché, in maniera molto più profonda e decisiva che nei film in live action, il doppiaggio di un film animato diventa un processo delicato, un'operazione di raffinato artigianato che vale come un marchio a fuoco indelebile. Se si parla dell'incarico affidato ai doppiatori italiani di Dragon Ball, poi, questa responsabilità diventa ancora più grande, perché parliamo di un cartone animato che, anche grazie alle sue storiche voci, ha segnato l'infanzia e l'adolescenza di milioni di persone. Per questo, in occasione dell'arrivo di Dragon Ball Super: Broly (in uscita il 28 febbraio), non potevamo certo farci sfuggire l'occasione di intervistare le mitiche voci di Goku, Vegeta e Bulma.
Stiamo parlando di Claudio Moneta, Gianluca Iacono ed Emanuela Pacotto, che sono intervenuti in sala durante un'anteprima speciale del film tenutasi a Milano. Se Moneta ha raccolto il nobile testimone del compianto amico e collega Paolo Torrisi (pseudonimo di Maurizio Torresan, venuto a mancare ormai quattordici anni fa) come voce di Goku, Iacono e Pacotto hanno doppiato Vegeta e Bulma sin dagli anni Novanta e primi Duemila. E se nelle precedenti incarnazioni cinematografiche il cast vocale non corrispondeva alla sua controparte televisiva, per Dragon Ball Super: Broly è stata percorsa una via di mezzo, mantenendo la maggior parte delle voci storiche della saga.
Diretto da Andrea Ward (che in passato ha doppiato Goku), il doppiaggio dell'anime è frutto di un adattamento molto più fedele al manga sia dal punto di vista dei nomi (il celebre personaggio namecciano si chiama Piccolo e non Junior) che delle pronunce (sentirete "Sàiyan" al posto del solito "Saiyàn"). Un lavoro certosino e appassionato, che si sposa bene con il tono epico e introspettivo del film. E adesso, diamo voce alle voci. Ecco cosa ci hanno raccontato Moneta, Iacono e Pacotto sul dietro le quinte di un mito di nome Dragon Ball.
Leggi anche: Dragon Ball - Le origini del cult di Toriyama tra anime e manga
Dietro le voci di Dragon Ball
Che cosa rappresenta l'uscita di un film come Dragon Ball Super: Broly al cinema? E che sensazione avete provato nel tornare nei panni dei vostri personaggi?
Emanuela Pacotto: Beh, Dragon Ball Super: Broly - Il Film è incentrato soprattutto su questi due (indica i colleghi). Non so perché ma sono sempre i maschietti a farla da padroni in Dragon Ball (ride). Però Bulma lascerà il segno e io mi sono davvero divertita tantissimo nel tornare a doppiarla. Secondo me va sottolineata la rarità di un'uscita del genere, che porta Dragon Ball a un livello superiore di esperienza cinematografica condivisa. È un film bello da vedere assieme nello stesso posto, tra fan veri della saga. E questo può succedere solo e soltanto al cinema. Altro che siti strani (Dragon Ball Super: Broly il film è stato caricato illegalmente su Pornhub): è un successo poter godere dello spettacolo di Dragon Ball in un contesto come quello della sala. Di solito film del genere, come tanti altri anime usciti negli ultimi anni, arrivano al cinema sotto forma di eventi, rimanendo in sala solo due o tre giorni. E invece no, questa volta è film a tutti gli effetti con una programmazione normale di un filmone qual è. Questo film è un grande passo.
Claudio Moneta: Concordo con Emanuela. Bisogna sottolineare quanto sia importante l'uscita canonica di un anime dedicato a Dragon Ball. E c'è un altro dato su cui porre attenzione, ovvero il fatto che il cast vocale per una volta sia per lo più lo stesso di quello televisivo. Si tratta di un'operazione mista, che ci ha tenuto a salvare il meglio del doppiaggio televisivo e di quello cinematografico. O almeno quello che il pubblico è più abituato a sentire e al quale, ovviamente, si è legato di più. Per quanto riguarda i retroscena della lavorazione, devo ammettere che ogni volta che incido la mia parte, cancellerei tutto, e rifarei tutto da capo. Sempre. Questo, ovviamente, non è mai possibile. In questo caso, però, è stato svolto un lavoro doppio sul personaggio di Goku, perché a dirigermi c'era Andrea Ward, che in passato gli ha prestato la voce e quindi lo conosce benissimo. Il lavoro di doppiaggio su Goku è nato, quindi, dal nostro confronto e dal nostro incontro. Il che è qualcosa di raro nel nostro mestiere. È stata un'esperienza bellissima.
Gianluca Iacono: La prima cosa che mi viene da dire pensando a questo film è: ho fatto pace col passato. E chi vuole intendere, intenda. Ovviamente mi riferisco agli altri film che non erano stati doppiati con le nostre voci. In questo caso mi fa enormemente piacere tornare nei panni di Vegeta. È stato come quadrare il cerchio, ecco.
Che idea vi siete fatti sul successo di Dragon Ball? Secondo voi cosa lo rende così trasversale nel pubblico? E quando siete al leggio avvertite l'importanza di doppiare qualcosa di tanto atteso e importante per i fan?
Moneta: Quando cominciò questa serie, tanti anni fa, l'unico che ci credeva veramente sin dall'inizio era proprio Maurizio Torresan. E ti assicuro che all'epoca si doppiava roba che andava in onda magari dopo anni e attorno a Dragon Ball c'era molta freddezza e superficialità. Lui, invece, ha sempre sostenuto che sarebbe diventato qualcosa di importante e soprattutto di duraturo. Per cui tanti dei meriti del doppiaggio della serie vanno davvero riconosciuti a Maurizio. Tanti mi chiedono che responsabilità io abbia provato nel sostituirlo come voce di Goku, ma onestamente quando penso a lui, penso soprattutto a un amico che non c'è più. E a un grande professionista che ha avuto tanta lungimiranza.
Iacono: Per me c'è voluto del tempo per capire l'impatto e l'importanza di Dragon Ball sul pubblico, anche perché va considerato che la prima volta che ho doppiato Vegeta è stato vent'anni fa. Sono stati i fan a farmi capire il valore di questa produzione, perché all'inizio non ne comprendevo davvero la portata. Vegeta, per me, era un personaggio come un altro. Poi ho capito il potere trasversale di un fenomeno che coinvolge davvero tante generazioni. Se oggi siamo qui a parlarne ancora, dentro un cinema, ne è la dimostrazione.
Pacotto: Io ho doppiato Bulma a partire da metà anni Novanta e me ne sono innamorata subito. È stato divertentissimo perché non mi preoccupavo di pensare all'impatto che avrebbe avuto un lavoro che consideravo normale. All'inizio, quindi, c'era solo entusiasmo. Non avrei mai pensato che Dragon Ball sarebbe diventata una serie così longeva e di successo, e ammetto che col passare degli anni la responsabilità nello stare al leggio è aumentata. Quando è arrivato Dragon Ball Super e sono tornata in sala di doppiaggio per doppiare ancora una volta Bulma, avvertivo tutta l'attesa e l'ansia dei fan, per cui avevo le ginocchia che tremavano. Mi tremava anche la voce. Poi quando ho rivisto Bulma mi sono tranquillizzata, perché è stato come ritrovare un'amica.