Dove osano gli pterodattili
E' inutile raccontare la trama di questo film. Non per una difesa snobistica di un cinema solo intellettuale, ma semplicemente per il fatto che, fortunatamente, in questo Jurassic Park III la trama non ha nessun valore né si prende la briga di averne.
In questo terzo episodio Steven Spielberg si mette da parte (rimanendo però veste di produttore esecutivo), e lascia la macchina da presa a uno dei suoi uomini fidati: quel Joe Johnston che bazzicava da anni dietro sue produzioni e che aveva già diretto film come Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi e Jumanji. E, diciamolo pure, il giocattolo torna a funzionare dopo il disastro (almeno qualitativo) de Il mondo perduto: Jurassic Park. Forse perché qui vengono messi da parte tutti quegli elementi pseudo-scientifici che alla lunga rischiavano di azzoppare il divertimento allo spettatore, a cui diciamoci la verità, non interessano i deliri sulla teoria caos, o gli apologi ambientalisti che hanno contraddistinto i precedenti capitoli.
Se uno va a vedere un film della serie Jurassic Park, non si aspetta certo di vedere un film dal profondo contenuto artistico o psicologico, ma vuole solo vedere un film con dinosauri affamati, urlacci, morti, poco sangue, e azione.
Ed è giustissimo che sia così.
Per questo motivo la vicenda del ragazzino che si perde nell'Isla Sorna dopo un incidente col parapendìo, e dei genitori miliardari che vanno a salvarlo, funge solo da pretesto per immettere i personaggi nell'ambientazione forestale (splendidamente ricreata in studio) dove verranno naturalmente attaccati dai dinosauri.
In poco più di 90 minuti assistiamo dunque a persone che scappano, persone che urlano, persone che cercano di sopravvivere e di salvare i propri cari. Ovviamente dai dinosauri (tra cui gli pterodattili, e soprattutto lo spinosauro, una versione extra-large di un t-rex), veri protagonisti del film, strepitosamente realistici, familiarmente impressionanti.
Il risultato finale è un rilassante b-movie un po' più costoso degli altri, con un buon ritmo, tanta azione, un po' di houmor, che mostra esattamente ciò che gli spettatori-tipo della serie vogliono vedere: un film di mostri senza altre cose non siano i mostri stessi.