In occasione dell'uscita di Donnie Darko e dello speciale dedicatogli abbiamo avuto modo di intervistare Marco dell'Utri; direttore marketing della neonata casa di distribuzione Moviemax che ha avuto il merito di
puntare sull'eccellente film di Richard Kelly e che in generale si sta caratterizzando per scelte strategiche interessanti, molto mirate alla scoperta di pellicole interessanti e spesso colpevolmente ignorate dalla distribuzione italiana. Società formatasi nel 2003, la Moviemax è stata costituita da professionisti del settore dell'entertainment con esperienza maturata nella produzione, distribuzione cinematografica e home video e si è affacciata nel mercato l'estate scorsa con il thriller Ripper. Scopriamo insieme progetti e strategie.
La Moviemax è una casa di distribuzione molto giovane. La scelta, a nostro avviso coraggiosa e apprezzabile, di distribuire film rimasti lontani dalle nostre sale a molto tempo dall'uscita ufficiale sarà parte integrante della vostra politica?
Perché no, quello di scoprire titoli un po' trascurati ma non per questo di scarsa qualità è uan sfida importante e poi se trovassimo altre perle come Donnie Darko, faremo di tutto per accaparrarcele.
Quale aspettative nutrite su Donnie Darko? Pensate che possa avere il medesimo successo che ha ottenuto nei paesi anglosassoni?
Non possiamo che augurarcelo, di certo la qualità del film non è in discussione e la cosa che più ci auguriamo che la gente possa amarlo come lo abbiamo amato noi. Infatti, al di là di ogni motivo commerciale, da semplici spettatori possiamo considerarci dei veri fans del film di Richard Kelly.
Il lancio del film si caratterizza anche per alcune azioni di marketing molto particolari come la partnership con Libero che permetterà a molti utenti registrati di vedere il film direttamente collegati al portale e la simpatica idea di regalare un profilattico nelle discoteche e nelle scuole. Si tratta di iniziative legate solo a Donnie Darko o caratterizzeranno l'immagine della Moviemax?
Diciamo che l'impronta giovane della nostra società va decisamente in direzione di qualsiasi iniziativa creativa ed il bello del nostro lavoro sarà proprio cercare di realizzarla. Nello specifico, l'idea del profilattico è venuta fuori da un divertente aneddoto che risale al Festival di Venezia di quest'anno, quando è stato presentato il Director's Cut del film. Successe che per vari problemi organizzativi, la copia fu proiettata
in piena notte in pratica, e sembra ci fosse una coppia che durante la visione amoreggiava in modo abbastanza esplicito. Da questo è nata anche l'idea di scrivere sul contenitore del preservativo "da utilizzare solo al cinema".
Quali progetti avete in cantiere nel futuro più prossimo?
Le uscite più immediate saranno: a gennaio il coreano Sword in the Moon, poi Natural City, sempre coreano, e Head in the Clouds di John Duigan.
Nei vostri piani è contemplata la possibilità di dedicarvi alla produzione?
Certamente sì! Siamo già attivi sotto il profilo produttivo con du co-produzioni dai titoli Victims e Within.