Il segreto del successo di Don Matteo? Cambiare, per restare sempre uguale. Un marchio, una garanzia, la certezza nazional popolare che, di stagione in stagione, si conferma fiction di punta sulle reti Rai. E poi, più di ogni altra serie, è sinonimo di un concetto oggi riscoperto, ossia: la vita lenta. "Sì, Don Matteo è vita lenta. La rassicurazione per eccellenza", spiegano i nuovi protagonisti, ovvero Gaia Messerklinger, Eugenio Mastrandrea e Federica Sabatini, durante la nostra intervista. Arrivati alla quattordicesima edizione, Don Matteo torna infatti con nuovi casi e nuove avventure che ruotano attorno al protagonista, Don Massimo, interpretato da Raoul Bova. Le nuove puntate riprendono la storia da dove si era interrotta, introducendo però nuovi personaggi.
Facciamo la conoscenza di Diego Martini, con il volto di Eugenio Mastrandrea, il nuovo Capitano della Caserma dei Carabinieri di Spoleto. Con un passato nei Servizi segreti, proverà - aiutato dal mitico Maresciallo Cecchini di Nino Frassica - a riconquistare un'altra nuova entrata della serie, ossia la PM Vittoria Guidi, interpretata da Gaia Messerklinger. A Spoleto prova a dare nuovo slancio alla sua carriera, senza immaginare di rincontrare proprio il suo ex fidanzato. Tra le new entry di Don Matteo 14, anche Giulia Mezzanotte, ossia Federica Sabatini, la sorellastra di Don Massimo. Non si parlano da anni, e Massimo sembra non voglia perdonarla, nonostante Giulia sia in difficoltà.
Don Matteo 14: intervista a Gaia Messerklinger, Eugenio Mastrandrea, Federica Sabatini
Per Gaia Messerklinger, lo spirito di Don Matteo è fondamentale per la presa sul pubblico: "In Don Matteo ritrovi sempre un po' gli stessi equilibri, e secondo me questo è bello. Si dice a volte l'arte non deve rassicurare, non è detto. Secondo me c'è spazio per tutto, soprattutto nel grande contenitore dell'intrattenimento. Ognuno può trovare il suo posto e Don Matteo dà la possibilità di ritrovare questa vita lenta, queste dinamiche che si ripetono. All'interno poi, invece, c'è una storia che parla anche di attualità, che parla dei problemi di oggi. Tuttavia, non è mai un qualcosa che ti viene posto davanti in modo violento, c'è sempre un accompagnamento dolce, c'è sempre una sicurezza di base che secondo me dà allo spettatore appunto una certa serenità".
Per Federica Sabatini, invece, la cornice di Spoleto è fondamentale: "Girare a Spoleto, rispetto che a Roma, ti da prospettive diverse. Appena finisci le riprese sei rilassata. Ti sposti a piedi. Siamo stati noi i primi a fare la vita lenta. Abbiamo vissuto un set a cielo aperto, ed è stato per certi versi riposante".
Invece, per Eugenio Mastrandrea, "Don Matteo è la vita lenta, è l'accezione più positiva e più italiana di casalingo. L'Italia poi è un paese di borghi e cittadine, più che di paesetti o di metropoli. Da questo viene il ritmo, da questo arriva il tempo della serie, in cui ci si può riconoscere. La serie è molto seguita perché racconta dinamiche umane, alternando nuovi ingressi che continuano a fluire, apportando nuova energia".
Il segreto di una fiction di successo
Dall'altra parte, Federica Sabatini spiega quanto Don Matteo sia un prospetto dalle molteplici letture: "Nella fiction ci sono dinamiche di tutti, e dinamiche nuove. C'è una tradizione, ma vengono aggiunti elementi che differiscono, ampliando lo spettro delle emozioni. Le storie che affrontiamo si possono leggere sotto centinaia di punti di vista".
Per Gaia Messerklinger è anche questione di scrittura: "Gli sceneggiatori sono attenti ad agganciarsi alla cronaca. C'è un linguaggio preciso, anche innovativo: cinque anni fa non parlavi d'amore come ne parli oggi". In chiusura, Mastrandrea cita il punto di riferimento assoluto della fiction, Nino Frassica: "Un altro elemento che fa di Don Matteo una serie seguitissima è Nino Frassica. Perché attorno a Nino si organizza quello spirito di follia e quel guizzo di estro coloratissimo e rocambolesco, portando la serie in trionfo".