Dopo la breve pausa natalizia, Dollhouse ritorna con due episodi ricchi di rivelazioni e colpi di scena che concludono gran parte delle questioni aperte dalla serie di Joss Whedon nella sua breve durata (la serie debuttò il 13 febbraio 2009, nemmeno un anno fa) e ci lanciano verso il grande finale, ovvero l'ultimissimo episodio Epitaph Two: Return che già dal titolo fa capire che le cose per i protagonisti della serie (e anche per l'intero genere umano se è per questo) non andranno certo per il meglio.
D'altronde questo Getting Closer - undicesimo episodio della seconda stagione, scritto e diretto dal sempre affidabile Tim Minear - comincia proprio con la Dollhouse losangelina in guerra con la casa madre Rossum Corporation, una guerra che prima ancora che con le armi deve essere combattuta con i "cervelli" ed è per questo che ad un unirsi alla nuova scooby gang whedoniana arriva anche Bennett, ovvero l'equivalente (ma sexy e femmineo, non a caso interpretato dalla guest star Summer Glau) di Topher della Dollhouse di Washington. In realtà quello di Bennett è un vero e proprio rapimento da parte di Ballard, che anzi una volta in ballo ne approfitta e recupera anche la sua ex fiamma Mellie/November. Sempre rimanendo in tema amoroso ricompare finalmente anche la dottoressa Saunders aka Whiskey (altra storica presenza whedoniana, l'altrettanto splendida Amy Acker) che a quanto pare era stata nascosta dal fedele Boyd, con il quale ha anche una relazione. Chi conosce le opere di Whedon sa benissimo che quando di mezzo c'è l'amore e la felicità, significa sempre e solo una cosa: morte. In tutto l'universo Whedoniano - da Buffy ad Angel, passando per Firefly e perfino per il web-musical Doctor Horrible - non c'è mai stato spazio per relazioni affettive che non fossero maledette o segnate dal sangue, e lo stesso ovviamente succede anche in Dollhouse con Bennett che fa appena in tempo a baciare il suo geek del cuore Topher che viene uccisa da Whiskey. Il perché è presto spiegato: Bennett stava cercando di recuperare la "memoria" di Caroline che era andata distrutta, e ovviamente c'è soltanto una persona che non vuole che questo accada, ovvero il misterioso fondatore della Rossum che, ormai lo sappiamo, da tempo sta manovrando tutto e tutti come in un teatro di burattini. L'identità di questo misterioso individuo la scopriamo solo alla fine dell'episodio e si tratta di Boyd, ovvero colui che fin dal primo episodio abbiamo considerato come un padre putativo per Echo e sulla cui lealtà mai avremmo dubitato. La sorpresa è tanta e le spiegazioni che seguiranno nell'episodio successivo, The Hollow Men, sono un po' frettolose ma coerenti: il personaggio di Boyd è l'unico del cui passato non ci era mai stato spiegato nulla, un personaggio che, pur essendo centrale, era (volutamente) rimasto sempre sullo sfondo e che solo adesso non possiamo che guardare con altri occhi. La scelta degli autori è quindi coraggiosa e inaspettata, ma anche perfettamente logica, così come è logico tutto quello che ne consegue e che porterà alla resa dei conti finale e all'(apparente) distruzione della Rossum Corporation. In entrambi gli episodi la serie è certamente al suo meglio: non mancano ironia (grazie a Topher ovviamente, soprattutto quando è nel corpo del solito strepitoso Viktor/Enver Gjokaj), azione (lo scontro ipercinetico tra Echo e Whiskey) e approfondimento psicologico (i flashback su Caroline e Bennett), e soprattutto Whedon (forse anche più consapevole dopo le brutte interruzioni di Angel e Firefly) riesce a chiudere quasi tutto quello che era rimasto in sospeso addirittura un episodio prima dalla conclusione. Certo, tutto questo ha un prezzo: entrambi gli episodi infatti, risultano in alcuni momenti fin troppo affrettati e sbrigativi ed il pre-finale esplosivo di The Hollow Men addirittura accusa non pochi problemi di montaggio e regia, ma d'altronde questo è il prezzo da pagare per una serie sospesa quando aveva appena iniziato ad ingranare sul serio.Aspettiamo quindi questo atteso finale apocalittico - in cui rivedremo sia i protagonisti della serie (più Alpha) che quelli dell'episodio speciale Epitaph One, che di fatto è diventato il vero cuore della serie - prima di trarre una conclusione definitiva, ma vista l'indubbia qualità degli ultimi episodi è difficile non provare già un po' di nostalgia per questo imperfetto ma affascinante prodotto televisivo d'autore che è stato Dollhouse.
Movieplayer.it
4.0/5