Ed eccoci giunti al finale di Dollhouse, con due episodi, Briar Rose ed Omega, indissolubilmente legati tra loro, che rappresentano la conclusione della prima stagione e probabilmente dell'intera serie. Con questo finale infatti il progetto di Joss Whedon ha raggiungo il record di ascolti in negativo e ormai solo un miracolo, o un ancor più improbabile atto di benevolenza da parte della Fox, sembrerebbe essere in grado di accontentare i fan e regalare loro una seconda stagione. Una seconda stagione che Dollhouse si sarebbe, almeno in parte, meritata, perchè se è indubbio che si tratta di un prodotto sicuramente imperfetto (ma qualcuno ricorda forse la prima, impresentabile stagione di Buffy - l'ammazzavampiri?) è anche evidente che ci sono elementi di assoluto interesse come pienamente dimostrato appunto dai due episodi che andiamo ad analizzare.
L'undicesimo episodio Briar Rose è diretto dallo specialista Dwight H. Little (regista del prossimo Tekken, conversione dal noto videogioco) e sceneggiato dalla fedelissima di Whedon Jane Espenson (negli ultimi anni autrice anche di molti episodi di Battlestar Galactica) e parte con una similitudine tra la principessa del titolo (una variante ad opera dei fratelli Grimm de La bella addormentata) e la nostra Echo, anche'essa addormentata nel suo castello (la Dollhouse) in attesa del principe azzurro che la possa salvare. Ed un ipotetico principe azzurro, l'ex agente FBI Ballard, come ben sappiamo è alla ricerca di questa fantomatica fortezza da fin troppo tempo, e riuscirà finalmente a scoprire il suo indirizzo seguendo Mellie - la doll il cui compito era di farlo innamorare e spiarlo - dopo averle spezzato il cuore e quindi reso impossibile la buona riuscita della sua missione. Arrivato così fuori dalla Dollhouse, Ballard capisce che non si tratta di un edificio come tanti altri, ma di qualcosa di davvero speciale: oltre ad essere sotterraneo è anche autosufficiente dal punto di vista elettrico e di risorse, cosa che lo rende quasi invisibile e impossibile da trovare. Ballard allora va alla ricerca di colui che ha disegnato questo futuristico edificio, ovvero Stephen Kepler, un personaggio strambo e pazzoide che potrà guidarlo attraverso il sistema di sicurezza.
Grazie a Kepler, Ballard riesce finalmente ad introdursi nella Dollhouse e a raggiungere la sua principessa, ma ben presto è chiaro che né Echo né gli altri ospiti della Dollhouse vedono in Ballard un principe azzurro, ma piuttosto un invasore. Mentre quindi l'ex agente è alle prese con la security, con Boyd e con Echo stessa, Kepler si tiene nascosto nell'ufficio del Dr. Saunders. Quando la bella dottoressa ritorna pronta a medicare Victor che è stato ferito durante il "salvataggio" di Ballard, la vera identità di Kepler emerge (e con essa la versatilità dall'ottimo Alan Tudyk, già visto in Firefly e Serenity): si tratta del pericolosissimo Alpha, un active che qualche tempo prima aveva seminato terrore e morte nella Dollhouse, sfregiando la dottoressa come ora fa altrettanto con Victor, "disegnandogli" sul volto con un bisturi la prima lettera dell'alfabeto greco. Il ruolo di Alpha è presto chiaro, è lui il principe azzurro venuto a salvare Echo ed è con lei che fugge indisturbato dalla Dollhouse dopo averle attivato un misterioso profilo.Con il dodicesimo episodio Omega, scritto e diretto dall'altro whedoniano doc Tim Minear, approfondiamo il piano di Alpha e soprattutto il suo passato. E' evidente che per lui quello che conta è Echo, non una active come tante altre ma una doll 'speciale' proprio come lo era stato lui. Vediamo attraverso alcuni flashback che la sua follia, il suo istinto omicida, è sempre scaturito da dei sentimenti per Echo, sentimenti che non riescono ad essere cancellati nemmeno dai molteplici "trattamenti" a cui viene sottoposto e che non possono non ricordarci quanto già visto tra Victor e Sierra. Ma con Alpha tutto è più esasperato, ed è così che l'amore per Echo, la gelosia, lo portano a commettere atti di violenza che costringono la Dollhouse ad intervenire e spedirlo in "soffitta". Ma anche questa operazione finisce per l'andare male e ben 43 imprint (tutti quelli a cui era stato sottoposto nelle sue precedenti missioni) finiscono nel suo cervello causando una sorta di 'overload cerebrale' che lo spinge ancora di più verso la pazzia. L'idea di Alpha è quella di fare esattamente lo stesso con Echo, creando così una sua 'Omega' per formare una sorta di coppia di superuomini nicciani: per fare questo Alpha ha rubato alla Dollhouse tutti gli imprint utilizzati in passato su Echo e anche una copia di Caroline, la "vera" identità della ragazza prima venisse sottoposta ai trattamenti.
Per rendere ancora più speciale questa (ri)nascita, infatti, Alpha ha rapito una ragazza (interpretata da Ashley Johnson) a cui ha dato l'imprint di Caroline, e ora si aspetta che Omega cancelli per sempre la versione "debole" di sè stessa (esattamente come aveva fatto lui una volta elevatosi a superuomo), colei che l'aveva abbandonata e lasciata in quella prigione nelle mani di misteriosi aguzzini. Ma il sovraccarico di imprint non ha lo stesso effetto su Echo che anzi sembra aver acquisito una particolare lucidità; grazie all'investigazione nel frattempo condotta da Boyd e Ballard sul comportamento e sul passato di Alpha sappiamo anche il perchè: non è semplicemente il sovraccarico a causare la pazzia ma un qualcosa di ben più profondo; non importa come lo si voglia chiamare (potrebbe essere anima, ma potrebbe essere anche definito come BIOS) ma c'è un qualcosa che rimane nonostante le continue "formattazioni cerebrali" e nel caso di Alpha è qualcosa di molto malato come dimostra il suo passato da criminale. Ad Echo/Caroline manca questa malvagità di base, ma anzi sappiamo che la ragazza si è sempre battuta contro le ingiustizie, ed è soprattutto questo che emerge nella superdonna Omega che così si ribella ad Alpha cercando (inutilmente) di salvare la ragazza e il prezioso imprint di Caroline. Durante l'inseguimento che ne consegue, Alpha lancia l'hard disk contente Caroline e riesce così a scappare; Echo tenta il tutto per tutto per cercare di salvare il suo vecchio io ma quando tutto ormai sembra perduto arriva Ballard che evita che l'hard disk vada distrutto mantenendo così la sua promessa verso Caroline.Tornati alla Dollhouse, c'è ancora qualche sorpresa che ci aspetta perchè Ballard sembra essere stato convinto a lavorare per Adelle (e non sono poche le analogie a questo punto con Boyd, che ci sia un futuro da handler di Echo in vista? E forse anche il passato di Boyd era legato ad investigazioni sulla casa stessa?) a patto che una delle active venga definitivamente liberata: a sorpresa non si tratta di Caroline ma di Mellie/November verso cui Ballard sembra avere un debito di riconoscenza e tanti sensi di colpa; il suo saluto con questa ragazza che, in un modo o nell'altro, tanto per lui ha significato ma che ovviamente non sembra riconoscerlo è uno dei momenti più belli ed emozionanti dell'intera serie. E altrettanto significativo sembra essere un altro saluto, quello tra Topher e il Dr. Saunders che nel frattempo abbiamo scoperto essere un active, anzi non un active qualsiasi ma Whiskey, la più popolare di tutte le ragazze della Dollhouse prima che Alpha rovinasse per sempre il suo bel viso e la costringesse quindi ad assumere un ruolo meno pubblico. La dottoressa sembra cominciare a ricordare il suo passato e lo fa capire chiaramente a Topher, facendogli anche una enigmatica domanda ("perchè hai deciso era così importante che ti odiassi?") che lascia intendere che c'è qualcosa di nascosto in questi due personaggi per ora non sfruttati fino a fondo ma dalle grandi potenzialità. D'altronde alcuni dei più bei momenti dell'ultimo episodio si devono proprio a loro, alla Whiskey interpretata dalla deliziosa Amy Acker capace di essere allo stesso tempo una dolce lolita e una sexy e aggressiva Bonnie o nelle efficaci e divertenti battute di Topher ("Alpha è come il Soylent verde, è fatto di persone" citando ovviamente il classico di fantascienza 2022: i sopravvissuti oppure "Io sono il più intelligente in questa stanza. Ma il meno spaventoso") che avvicinano sempre di più il personaggio ben interpretato da Fran Kranz ai tanti nerd whedoniani (su tutti l'Andrew di Buffy) che abbiamo imparato ad amare.
Si conclude così, almeno per il momento, il nostro viaggio all'interno della Dollhouse, con dodici episodi alle spalle ed un altro, il misterioso Epitaph One, che non si sa come e quando riusciremo a vedere. A breve però sapremo se la Fox deciderà di rinnovare la serie, se deciderà di dare un'altra possibilità ad un prodotto così particolare e poco adatto ad una televisione che, superato il periodo d'oro delle serie tv sui network, tende sempre di più ad appiattirsi e a rifare sé stessa. Dollhouse è andata ben oltre questi limiti, rischiando, a volte riuscendo, a volte fallendo in modo anche evidente, ma senza dubbio ha rappresentato un esperimento intelligente e affascinante, un esperimento di cui dobbiamo essere grati al suo creatore Joss Whedon, ai suoi autori ed interpreti e, perché no, anche alla Fox.Movieplayer.it
4.0/5