Sale strapiene. Sosia di Matt Smith o Peter Capaldi sparsi un po' ovunque. Un serpentone di 450 persone che, dopo ore di fila, si è accaparrato un ambito posto dentro la maestosa Chiesa di San Romano. Qualche dalek sparso qua e là (non mancano mai) in costumi liberamente rivisitati. E di costumi retrò, ai due meeting di Steven Moffat con i fan che si sono tenuti a Lucca Comics & Games, se ne sono visti a bizzeffe. I membri del fan club italiano di Doctor Who si sono prodigati in mille modi, popolando Lucca di cosplayer tematici con indosso costumi sontuosi che, talvolta, faticavano a passare attraverso le porte.
In più, prima della proiezione del primo episodio della nona stagione, The Magician's Apprentice, hanno organizzato un flashmob danzereccio che ricorda il video realizzato da cast e dalla crew della serie inglese sulle note di 500 Miles per salutare la partenza di David Tennant. Tutto per il mitico Moffat, che è approdato a Lucca accompagnato dal co-sceneggiatore Jamie Mathieson, autore dell'episodio con Maisie Williams, e dalla moglie Sue Vertue, punto di riferimento essenziale per il fandom di Doctor Who e Sherlock.
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Il bugiardo scozzese
Dobbiamo ringraziare Rai 4 per aver finalmente fatto arrivare la BBC a Lucca Comics, e la scelta di Steven Moffat come primo ospite non è certo un caso. Insieme al collega Mark Gatiss, Moffat si è reso colpevole di aver portato una ventata di freschezza ed energia in una serie storica come Doctor Who e di aver rivoluzionato il mito di Sherlock Holmes con una serie ultramoderna, ma al tempo stesso fedelissima al canone come Sherlock. Lo sceneggiatore scozzese, dal temperamento ironico e sanguigno, si diverte a sconvolgere l'ampio bacino di telespettatori che pende dalle sue labbra, e che si allarga sempre di più, fingendo di dar loro ciò che vogliono per poi farsi beffe del pubblico con argute svolte narrative e imprevedibili colpi di scena. "Guardate nel vostro cuore e ditemi la verità, perché io ve la dico sempre. Quanti di voi hanno già scaricato l'episodio di Doctor Who?" esordisce Moffat salendo sul palco del cinema che ospita la premiere di The magician's Apprentice. Magnifico bugiardo, l'autore punzecchia i fan rincarando la dose: "Non ve lo chiedo perché stasera qualcuno arriverà a casa vostra per arrestarvi, quando l'episodio arriverà in tv lo vedrete per la terza volta!".
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Moffat, il malvagio?
Quello tra Steven Moffat e il pubblico è un rapporto di amore/odio. I fan si autodefiniscono masochisti alla corte di un sadico che esercita la propria fantasia malefica torturando il pubblico. Ogni fan di Sherlock sa quante lacrime ha versato dopo la visione di The Reichenbach Fall e quanto gli è costato attendere l'inizio della terza stagione per assistere all'attesa reunion tra Holmes e Watson. Nel frattempo, dopo una serie di screzi telematici con alcuni haters, Steven Moffat ha cancellato il suo account twitter. La moglie Sue ha indicato come ragione principale della cancellazione la mancanza di tempo, ma i toni polemici usati dal Moff raccontano un'altra verità. A fornire una prova della sua fascinazione per il male è lo stesso sceneggiatore quando ammette che il personaggio che gli è più dispiaciuto eliminare è Matt Smith. "Ho ucciso uno dei miei migliori amici, intento a interpretare uno dei miei eroi dell'infanzia, il giorno di Natale. Io e Matt siamo molto legati, abbiamo cominciato insieme l'avventura di Doctor Who e farlo fuori non è stata una cosa carina". La perfidia di Moffat si scatena quando una ragazza osa chiedergli se ci sarà mai un crossover Sherlock/Doctor Who. Senza neppure attendere la traduzione, l'autore esclama: "Ho capito anche in italiano e la risposta è no. Quale è la parola italiana per dire no?" Di fronte all'applauso del pubblico, Moffat aggiunge divertito: "Vi rendete conto che state applaudendo il rifiuto a realizzare un programma che desiderate vedere, vero? Siete davvero un pubblico meraviglioso!"
Le idee nascono dalla paura
Nonostante tutto, l'Italia sembra andare a genio al malefico scozzese del nostro cuore. Di fronte ai fan, Steven Moffat ammette: "Ho appena bevuto uno dei vostri caffè. Ora mi sento iperattivo. Se potessi scegliere un luogo e un tempo in cui recarmi vorrei visitare il futuro e sapere cosa accadrà al vostro caffè". La passione che Moffat nutre per il nostro paese non lo ha, però ancora spinto a lavorare in Italia. L'episodio di Doctor Who ambientato a Venezia è stato, in realtà, girato in Croazia. L'autore ammette che "è stato un caso. In quello stesso periodo stavamo girando l'episodio dedicato a Vincent Van Gogh e ci serviva una location che potesse passare sia per Venezia che per Parigi, così abbiamo scelto la Croazia. Mi piacerebbe molto girare in Italia, è un paese bellissimo, ma la location è legata alle necessità della storia. Certo, un accordo fiscale vantaggioso sarebbe recepito da noi in maniera molto positiva".
Quando parla di soldi, Steven Moffat mente raramente. Più difficile credergli quando, di fronte alla domanda di un fan che gli chiede da dove provengono le sue idee, confessa: "Sono uno scozzese timido e pauroso, mi spavento facilmente. Sono sempre stato molto pauroso, mi spaventa l'ordinario, i bambini, le pareti, la campagna, le mele mi spaventano a morte. Doctor Who ha la caratteristica di trasformare l'ordinario in straordinario e questo è il motivo per cui mi piace occuparmene". Interrogato sul vero nome del Dottore, lo sceneggiatore chiarisce ironicamente: "Gliel'ho chiesto, ma non me lo dice. Il vero nome del Dottore è Il Dottore". E inoltre: "Non ci sarà un altro Dottore perché Peter Capaldi farà il Dottore per sempre. La vita eterna è un mio potere. E lo sto dicendo in una chiesa. Forse è meglio che smetta". L'ultima domanda del pubblico è sul futuro della serie del cuore e dell'amata Clara Oswald che, come sappiamo, a breve saluterà i fan... a quanto pare per sempre. "Clara se n'è andata e non tornerà mai più. Non vi rivelerò nessuna anticipazione sulla sua sorte. Posso solo dire che ciò che le accadrà vi scioccherà, terrificherà e sorprenderà. Rigorosamente in quest'ordine".