Inutile negarlo: le ultime stagioni di Doctor Who, la serie di fantascienza più longeva della storia della televisione (finora...), sono state una mezza delusione per le migliaia di ferventi Whoviani sparsi in tutto il mondo.
Inutile tornare sulle molteplici cause che hanno portato alla decisione della BBC di mettere un punto alla gestione di Chris Chibnall e all'addio (finora...) del Doctor interpretato dalla pur brava Jodie Whittaker.
Abbiamo potuto solo prendere atto, lodandola, della volontà dei produttori di dare una brusca sterzata in contromano e richiamare colui che fu l'artefice del ritorno in grande stile del Signore del Tempo nell'ormai lontano 2005, il vate Russel T. Davies.
E attendere.
Attesa alimentata prima dall'annuncio del passaggio del brand del Dottore nientemeno che sulla piattaforma streaming di Disney, Disney+, e poi con lo svelamento dei nuovi protagonisti, ovvero Ncuti Gatwa e Millie Gibson nei panni del quindicesimo Time Lord e di Ruby Sunday, la sua nuova companion, arrivata subito dopo la "ricomparsa" di David Tennant a suggellare definitivamente il passaggio di consegne tra nuovo e vecchio.
Condite il tutto con la conferma che, a scrivere la maggior parte delle puntate della nuova stagione sarebbero stati proprio lo stesso Davies e il suo erede spirituale David Moffat, e ce n'era abbastanza da mandare in fibrillazione i fan.
Attesa finalmente conclusa: prima c'è stato un succoso assaggio con lo speciale natalizio del Dottore, The church on Ruby Road, che ha introdotto i nuovi protagonisti, e ora le danze (è il caso di dirlo) sono ufficialmente aperte.
Dopo aver visionato al Comicon i primi minuti in anteprima della primissima puntata della nuova stagione, Space Babies, ora abbiamo avuto la possibilità di goderci interamente sia il primo che il secondo episodio, The devil's chord.
Eccovi quindi la nostra recensione, senza spoiler.
Anzi, no: uno spoiler piccolo lo facciamo, e vi diciamo subito che ritrovare il "caro, vero Dottore" è stata un'emozione bellissima.
Space Babies
La puntata, scritta da Russel T. Davies e diretta da Julie Anne Robinson, inizia da dove avevamo lasciato Ruby e il Dottore alla fine di Church on Ruby Road.
Ruby è salita per la prima volta a bordo del TARDIS e scopre così la vera identità di questo strano e affascinante individuo che è apparso nella sua vita. Ancora incredula, Ruby si ritrova a viaggiare prima nel tempo, finendo nell'era dei dinosauri (e rischiando di alterare malamente il corso naturale della storia) e poi nello spazio, a migliaia di anni nel futuro, a bordo di una stazione spaziale piuttosto male in arnese e con un equipaggio... alquanto inaspettato. A peggiorare la situazione, poi, nei ponti inferiori della stazione si aggira una creatura mostruosa, qualcosa che è in grado di terrorizzare persino il Dottore.
Devil's chord
Ci si aspetterebbe che finire nel bel mezzo della swingin' London, all'inizio degli anni '60, a tu per tu con le figure più iconiche e nei luoghi che hanno fatto la storia della musica rock, debba essere un'esperienza elettrizzante. Invece il Dottore e Ruby si trovano di fronte un'amara e sconcertante sorpresa, un twist (pun intended) degli eventi che non solo ha cambiato radicalmente il corso della storia per come noi la conosciamo, ma che rischia di portare l'umanità all'estinzione.
Per scongiurare questo pericolo, il Dottore dovrà confrontarsi con un nuovo, spaventoso nemico, un essere dai poteri smisurati e intenzionato a ridurre tutto l'universo al silenzio.
Di nuovo Russel T. Davies alla sceneggiatura, regia di Ben Chessel e musiche di Murray Gold, che qui fa anche una comparsa nei panni di... sé stesso (e, sì: è un particolare abbastanza importante).
Welcome back, Doctor!
Pur con l'evidente limite di soli due episodi su cui elaborare un giudizio, si può dire che le premesse per riaccendere l'amore tra i fan e il Time Lord da Gallifrey ci sono tutte.
Il primo e il secondo episodio sono, a tutti gli effetti, un ritorno alle origini, con numerosi rimandi alle tematiche e alle dinamiche che avevano fatto la fortuna delle stagioni con Ecclestone e Tennant (ma anche con Smith e, almeno in parte, Capaldi).
Si ritorna a divertirsi e a correre, quindi (per la cronaca, il primo e ormai iconico: "Run!" arriva a meno di 10 minuti dall'inizio della prima puntata), con una dinamica Doctor/companion molto simile a quella che si era vista tra Eleven e Rose Tyler.
E, anche in questo caso, la nuova amica del Dottore sembra nascondere molto più di quanto non sembri. E se a qualcuno dei fan più smaliziati ritorna in mente la frase "Bad Wolf", be'... diciamo che potrebbe non essere un caso.
In queste prime due ore di serie sono già stati buttati giù diversi spunti interessanti sugli eventi futuri, dal segreto della nascita di Ruby all'introduzione di un nuovo villain che si prospetta decisamente temibile.
Il tutto senza dimenticare che, fin dalla sua ricomparsa sugli schermi agli inizi del 2000 (ma in realtà, storicamente, già da prima) il Dottore è uno spirito libero, dalla mente aperta e compassionevole. Gatwa si sta evidentemente divertendo a dare vita a un Dottore esuberante, iperattivo e intenso, anche a rischio di sfiorare (o, a tratti, di abbracciare completamente) l'overacting. Millie Gibson, di contro, gli sta dietro con più difficoltà, ma è ancora presto per un giudizio definitivo.
Poco da dire sull'apparato scenografico e sulla regia, che si barcamenano (come è tradizione dello show) tra idee interessanti, trovate brillanti e scarsezza di mezzi tecnici.
Il mostro del primo episodio, ad esempio, è realizzato con un costume in lattice abbastanza imbarazzante, mentre la seconda puntata ha un plot twist (anche qui, il gioco di parole è voluto...) originale e decisamente divertente, oltre che ben fatto.
Ma, alla fine, l'unica cosa che conta è sapere se i fan (tra cui, lo avrete capito, il sottoscritto) avranno la possibilità di ritrovare lo spirito originale del Doctor: quel misto di ingenuità, follia, inventiva, divertimento e passione che tanto era mancato nelle stagioni passate.
E, almeno per il momento, la risposta è un convinto "sì".
Conclusioni
Alla fine della nostra recensione dei primi due episodi della nuova stagione di Doctor Who dobbiamo ribadirlo: è ancora troppo presto per cantare vittoria.
Ma questi primi episodi sono sicuramente promettenti e l'impressione è che il "ritorno alle origini" operato da Russel T. Davies sia la strada giusta.
Ncuti Gatwa ha un ottimo potenziale e le storie hanno recuperato fascino e sense of wonder. Si rimane con la voglia di vedere il nuovo episodio e questo, almeno, è già un bel passo avanti.
Perché ci piace
- Ncuti Gatwa ha carisma da vendere.
- Le storie mantengono il giusto equilibrio tra intrattenimento e temi più seri e sensibili.
- The Doctor is back!
Cosa non va
- Il design del nuovo Cacciavite Sonico è... discutibile.
- Le storiche ingenuità di regia ed effetti speciali sono rimaste invariate.