Se dovessimo consigliarvi un nome su cui puntare per individuare quello che diventerà presto uno dei registi più celebrati della nostra epoca, vi diremmo immediatamente Rodrigo Sorogoyen. L'autore spagnolo, a poco più di 40 anni, ha infatti già realizzato diverse opere notevolissime, una delle quali se non è un capolavoro poco ci manca: si tratta di As bestas, da recuperare assolutamente se l'avete perso. A Sorogoyen interessano gli esseri umani e tutte le loro contraddizioni. Ecco perché non ha paura di raccontarli anche nelle serie tv, che oggi sono, molto probabilmente, la forma di racconto più popolare. L'ultima realizzata è Dieci capodanni (Los años nuevos), presentata in anteprima fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2024, su RaiPlay dal 31 gennaio.
Dopo Antidisturbios: Unità Antisommossa (crime interessante: lo trovate su Disney+) e l'episodio di Apagón, entrambi scritti insieme a Isabel Peña, questa volta il regista si affida alla penna di Sara Cano e Paula Fabra, creatrici della serie insieme a lui. L'idea di Dieci capodanni è molto semplice: come si intuisce dal titolo, seguiamo una coppia, Ana e Óscar, nel corso di dieci anni. Li incontriamo trentenni: si conoscono durante una confusa festa di Capodanno. E li ritroviamo ogni 365 giorni, sempre tra fine dicembre e inizio gennaio, per dieci episodi, tanti quanti il lasso di tempo scelto per vedere cosa accade nelle loro vite.
A interpretare i protagonisti sono Iria del Río e Francesco Carril: finalmente delle "facce vere". Niente denti incapsulati, niente ritocchi estetici, niente fisici palestrati. Due persone come tante, non star del cinema, che potrebbero essere nostri vicini. Neo medico lui, incasinata e senza una vocazione lei. Facendo qualcosa di concettualmente simile a quanto visto in Boyhood di Richard Linklater, Sorogoyen li segue con affetto nel corso di un decennio cruciale: quello che va dai 30 ai 40 anni, lo spartiacque tra la giovinezza e l'età matura. Un viaggio che ha il sapore della vita vera.
Dieci capodanni: l'amore è per sempre?
Così come quando ci si innamora, i primi episodi di Dieci capodanni sono eccitanti: feste in discoteca, tanta musica, sguardi che si incontrano e si desiderano. E, soprattutto, tanto sesso: in controtendenza rispetto a diversi cineasti suoi coetanei, che sembrano aver bandito la sessualità dai loro film, Sorogoyen mostra generosamente i suoi personaggi intenti a scoprirsi carnalmente. Vediamo quindi Ana e Óscar volersi moltissimo, scoprendo un'intesa che è prima di tutto fisica. I problemi arrivano con tutto il resto: molto serio e organizzato, lui mal sopporta il caos che lei porta con sé. E, contemporaneamente, lei non ci sta a essere continuamente giudicata. Presto quindi la loro relazione naufraga. Ma, come due magneti che non possono resistersi, continuano a incontrarsi. Anche se, ogni anno, le loro vite si allontanano sempre di più.
Mano mano che le stagioni passano, anche il racconto si fa più malinconico, perdendo l'entusiasmo degli inizi. Con la maturità arrivano infatti sempre più responsabilità, i bisogni cambiano, la vita presenta diverse prove. E noi, insieme ad Ana e Óscar, ci troviamo travolti dal passare inesorabile del tempo. Sceneggiatrici e regista sono fenomenali a rendere per immagini la sensazione dello scorrere degli anni: è come se tutto fosse avvolto da un flusso inarrestabile. La vicinanza della macchina da presa ai volti, i corpi, le bocche e gli sguardi dei protagonisti ce li fa sentire veri, vicini, palpabili. È un cinema di corpi ed emozioni quello dell'autore spagnolo che, pur non raccontando fatti eclatanti o grandi colpi di scena, riesce a commuoverci fino alle lacrime usando strumenti apparentemente banali come una consegna di cibo a domicilio. E ci fa una domanda diretta: l'amore, anche se non è più consumato, è per sempre?
Iria del Río e Francesco Carril: due grandi talenti
La forza di Dieci capodanni non sarebbe la stessa senza i suoi due magnifici protagonisti: Iria del Río e Francesco Carril, Ana e Óscar, si imprimono indelebilmente nelle nostre menti. Come si dice nella canzone di Lucio Dalla Anna e Marco: "Si guardano e si scambiano la pelle e cominciano a volare". Gli attori sono incredibili nella loro goffaggine, nei sorrisi appena accennati, negli sguardi che si fanno pensierosi. Sorogoyen riesce a far uscire il meglio da loro, trasformandoli in persone fatte di carne e sangue. Non ci troviamo di fronte a due figurine, a due personaggi: sembra di poter sentire l'odore delle stanze in cui prima si amano e poi si maledicono. Siamo curiosi di vedere se, come già accaduto ai bravissimi Daisy Edgar-Jones e Paul Mescal, magnifici sconosciuti nella serie Normal People, anche loro diventeranno presto dei nomi di punta del cinema europeo (e non solo).
Non abbiate timore dunque: fatevi portare per mano da questi due amanti, come ne abbiamo visti tanti, lungo il viaggio fatto di alti e bassi delle loro esistenze. Dieci capodanni è un distillato di vita vissuta, in cui ognuno, per i motivi più diversi, potrà riconoscersi. O rivedere magari l'amica che ha rimpianto per tutta la vita un amore sempre fuori tempo massimo, o il conoscente che pensa perennemente alla sua ex. Entrate anche voi nel flusso del racconto di Sorogoyen, fino a quel finale bellissimo e indimenticabile.
Conclusioni
Dieci capodanni è la storia di una coppia, Ana e Óscar, che seguiamo nel corso di dieci anni: attraverso la loro storia d'amore, il regista Rodrigo Sorogoyen riesce a dare la sensazione dello scorrere del tempo. È un cinema di corpi ed emozioni quello dell'autore spagnolo, che, senza dimenticare la carnalità, mette in scena due personaggi che finiscono per diventare quasi due conoscenti, facendoci fare domande sulla nostra vita. Se non conoscete il suo lavoro, questa è l'occasione per scoprire un grande artista contemporaneo.
Perché ci piace
- La regia di Sorogoyen, che sa raccontare come pochi i corpi nello spazio.
- I protagonisti: Iria del Río e Francesco Carril sono una sorpresa.
- L'utilizzo della musica: chi ha l'età dei protagonisti non potrà non commuoversi.
Cosa non va
- Chi è in cerca di una storia fatta di grandi colpi di scena, o eventi straordinari, potrebbe rimanere deluso.