Ora che Il trono di spade volge al termine, con l'ottava e ultima stagione al via il 15 Aprile su Sky Atlantic, non c'è niente di meglio che ripercorrerne il corso, tra situazioni e personaggi diventati ormai iconici. Una di essi è sicuramente Olenna Tyrell, la Lady Olenna interpretata da quell'autorità della televisione britannica che è Diana Rigg, ospite della seconda edizione, o dovremmo dire stagione, di Canneseries. In questa intervista a Diana Rigg, protagonista di una interessantissima masterclass, l'attrice ha ripercorso la sua carriera, dagli esordi e le prime esperienze degli anni '60 ai ruoli in 007 e Doctor Who, due figure fondamentali dell'intrattenimento britannico, fino ovviamente alla serie HBO.
Nata a Doncaster nello Yorkshire nel 1938, dame Diana Rigg ha passato tutta l'infanzia in India, un'esperienza che le ha causato tanta solitudine e che è emersa anche nella chiacchierata con pubblico di Canneseries, ma si è dedicata presto alla recitazione con la Royal Shakespeare Company, interpretando Cordelia nel Re Lear già nel 1962, qualche anno prima del vero ruolo importante: Emma Peel in Agente Speciale (The Avengers nel titolo originale inglese), una delle serie che hanno segnato la storia della televisione britannica e ha lanciato una carriera iniziata "molto tempo fa", come ha scherzato la Rigg nell'incontro a Cannes, e arrivata ai giorni nostri permettendole di conquistare anche due nomination agli Emmy nel 2013 e 2014.
Emma Peel e gli esordi con Agente speciale
"Non sapevo di cosa si trattasse, non avevo nemmeno un televisore", racconta la Rigg parlando dell'opportunità in Agente Speciale, "erano tempi diversi e la televisione era vista come la cugina povera del teatro. Sembrava di prostituirsi a lavorare in tv". Una situazione molto diversa da quella attuale e la cosiddetta Golden Age of Television. Un'occasione nata per caso: "sono stata fortunata" ammette ricordando che un'altra attrice era stata scritturata per il ruolo di Emma Peel e sostituita dopo un solo episodio. "Non è stato facile all'inizio, non ero abituata ai ritmi di lavoro televisivi", ricorda ancora, ma nel guardare la clip che ha accompagnato il racconto ammette di non essersela cavata male. "Mi ha aiutato molto Patrick Macnee" il collega e protagonista della serie, con il quale ha da subito messo in piedi un'ottima alchimia e quella tensione che ha accompagnato tutta l'esperienza.
Una serie tv avanti per i suoi tempi, anche nel mettere in scena la figura femminile interpretata da Diana Rigg, anche se sottolinea come la paga fosse bassa e addirittura inferiore a quella di molti della troupe. "Protestai pubblicamente" rivela con orgoglio, perché è quello che va fatto perché le cose cambino in un mondo in cui questo squilibrio non e ancora risolto, come conferma il recente caso di Michelle Williams che l'attrice ha citato. "Non mi resi conto dell'impatto della serie fino a quando non è andata in onda" un successo che ha contribuito a lanciare la sua carriera. "Lasciai la serie perché sapevo che dovevo continuare a imparare" ha spiegato ricordando il momento in cui ha scelto di cambiare, "È un lavoro in cui non si finisce mai di imparare". Al termine dell'esperienza, tornò al teatro, alla Royal Shakespeare Company con cui aveva iniziato "in segno di gratitudine, perché se vieni dalla televisione vendi biglietti a teatro."
Da moglie di James Bond a villain di Doctor Who
Quella stessa parità dimostrata in Agente Speciale ha contraddistinto un altro momento importante della carriera di Diana Rigg: la partecipazione a Agente 007, al servizio segreto di sua maestà, in cui la sua Tracy non è la classica Bond Girl a cui ci saremmo abituati, ma l'unica donna ad aver sposato James Bond. "E sarebbe ora che si sposasse di nuovo!" ha commentato scherzando l'attrice che di quell'esperienza ricorda la grande visibilità mondiale e la ricchezza della produzione, che non badava a spese. Non solo successi, però, perché la Rigg ha ricordato anche l'esperienza negativa in America per la sit-com Diana, "un lavoro che non avrei dovuto accettare, né io né il mio agente facemmo sufficiente ricerca. Non ha avuto successo, non avrebbe meritato di averne." Anche in quella esperienza negativa, però, l'attrice riesce a trovare aspetti positivi: "Una cosa positiva è aver recitato con due esperti attori americani che mi hanno insegnato tanto e sono le cose che porti con te anche quando il risultato non è positivo."
Una fame di imparare che è emersa più volte dalle parole di Diana Rigg a Cannes, anche quando parla della figlia e dell'esperienza insieme a lei in Doctor Who, altra serie storica della televisione inglese: "Acconsentimmo alla sua carriera di attrice, ma abbiamo preteso che finisse gli studi prima" racconta ricordando come la sua educazione non fosse stata completa e compiuta, "ho studiato da sola, leggevo circa tre libri a settimana, viaggiavo, ascoltavo musica e andavo a mostre, oltre a osservare il lavoro degli altri. Ho costruito la mia educazione perché è qualcosa che filtra nel tuo lavoro e lo aiuta." Le si fa notare quanto fosse spaventosa in Doctor Who e ne è felice, perché "era un personaggio cattivo, dovevo spaventare!" ma ricorda con affetto anche il rapporto con Jenna Coleman, che avrebbe poi ritrovato in Victoria, e che definisce "una giovane attrice molto brava."
La magnifica Lady Olenna de Il Trono di Spade
E si è ovviamente parlato del suo fantastico ruolo di Lady Olenna ne Il trono di spade. Come per Agente Speciale, anche in quel caso ammette di non avere molte conoscenze sulla serie: non la conosceva bene quando è stata scritturata, non aveva idea della sua influenza, non sa molto ora che volge al termine. "Era un lavoro" dice con la massima tranquillità. Nessuna anticipazione, quindi, ma il ricordo di un provino particolare: "Sono stata messa alla prova e ho capito che si trattava di questo solo dopo. Una delle prime scene che avrei dovuto fare era un discorso molto difficile, dovevo elencare tutto ciò di cui aveva bisogno il mio esercito in marcia. Una lista infinita! Ho capito che era un test per vedere se fossero in grado di memorizzare una cosa del genere. Mi sono detta 'Al diavolo! Lo farò al primo tentativo! E l'ho fatto."
Il Trono di Spade 8: tutti gli spoiler e le anticipazioni
Ma Il trono di spade è anche l'occasione per raccontare come e quanto sia cambiato l'approccio al lavoro negli ultimi sessant'anni. "Oggi non c'è il costo elevato della pellicola, puoi permetterti di fare tanti ciak per ogni scena" ha spiegato, "ne Il trono di spade mi è capitato di fare ventisei ciak per due scene. Un incubo! Possibile che dopo tante ripetizioni ancora non avessero ciò di cui avevano bisogno? È perché gli autori vogliono aver il maggior numero di scelte a disposizione, ma il rischio è di perdere la spontaneità." Prima del commiato, dame Diana Rigg ha salutato il pubblico di Cannes con un bellissimo racconto personale:"Voglio raccontarvi uno dei ricordi più preziosi che ho, un grande complimento. Ero al lavoro al National Theatre, al trucco tra uno spettacolo e l'altro, con un altro show da fare e chiedendomi dove avrei trovato la forza di farlo, quando sento bussare al mio camerino. Era Katharine Hepburn e quasi mi è venuto un colpo. È entrata e mi ha porto il suo braccio magrissimo dicendomi 'Spencer (Tracy) ti adorava!'. Una delle più grandi gioie della mia vita professionale, che due artisti che adori esprimano la loro ammirazione. Che si può desiderare di più dalla vita?"