L'affascinante Dexter Morgan vive nella solare Miami, Florida, e lavora come perito forense per il dipartimento polizia locale. La sua specialità è il sangue, e le indicazioni spesso assai eloquenti che il suo comportamento fornisce alle indagini su crimini violenti. Ma la sua specialità è anche inscenare meticolosamente i suoi personali delitti, le cui vittime sono serial killer sfuggiti in qualche modo alla giustizia.
Dexter, basato sulla trilogia di Jeff Lindsay (tre romanzi dai titoli capricciosamente allitteranti: Darkly Dreaming Dexter, Dearly Devoted Dexter e Dexter in the Dark) è uno show non particolarmente originale nello sviluppo narrativo, ma che ha il suo punto di forza nell'atipicità del suo eroe: Dexter ammette di essere un mostro, riconosce la devastante e orripilante natura dei suoi istinti. E' stato "condizionato" a fare dei suoi inevitabili crimini atti di giustizia dal padre adottivo, un eccezionale poliziotto che si rese conto in tempo delle tendenze del ragazzo e gli insegnò a controllarsi, e a costruirsi un personaggio credibile e una rete di relazioni "normali", e a fare sì che le sue gesta non lasciassero tracce per non finire in mano alle autorità.
Originale è indubbiamente la sequenza introduttiva di Dexter, che suggerisce come stretti close-up su gesti piacevolmente quotidiani e rassicuranti rivelino inquietanti prospettive e inauditi orrori. In realtà, gli atroci segreti di Dexter che noi, al contrario di chi lo circonda, abbiamo il privilegio di osservare da vicino non ce lo rendono affatto meno amabile. E' con tenerezza e non con ripugnanza che osserviamo la realtà e gli affetti scardinare le sue maschere e scuotere la sua atarassia per fare emergere sentimenti vividi e autentici per le donne della sua vita: l'energica, sboccata e ambiziosa sorella Debra e la dolce e vulnerabile fidanzata Rita, che ha al seguito due adorabili bimbi e un marito violento in carcere.
E neppure i delitti del sedicente "mostro", in fondo, sono davvero odiosi, perché quelli che uccide sono i veri mostri, sadici assassini di innocenti. I riti di Dexter, il suo nitore e la sua organizzazione, persino la collezione di campioni di sangue delle sue vittime diventano per noi come per il nostro eroe un rifugio confortevole, una gradevole e soddisfacente routine.
Premesse destabilizzanti ma non troppo, dunque, per una serie dal look & feel prettamente televisivo che però non lesina gore e colpi di scena in quantità ingente. L'unico rischio lo corre la vostra morale, perché vi ritroverete con ogni probabilità a fare il tifo per un omicida compulsivo e impenitente: noi vi abbiamo avvertito.