Dodici episodi serratissimi, solo qualche momento di stanca, teleplay sempre curate, regia esemplare, un villain da brividi, una storyline principale di notevole solidità e coerenza, un livello di recitazione sempre più elevato soprattutto grazie a uno straordinario Michael C. Hall, e ora un finale di enorme impatto emotivo: e queste sono solo alcune delle caratteristiche della quarta stagione di Dexter, uno show che ci dà l'appuntamento per il prossimo anno in forma smagliante, benché su una nota decisamente infausta per il nostro eroe. Showtime può essere soddisfatto quanto James Manos Jr., Jeff Lindsay e il loro team: l'episodio conclusivo della stagione, The Getaway, ha infatti registrato un rating di 2 milioni e seicentomila spettatori, che ne hanno fatto l'episodio originale più visto della storie del network via cavo.
Ma veniamo a questi due episodi finali, in cui finalmente ha luogo il tanto atteso showdown tra Dexter e il suo collega/mentore/ arcinemico, Trinity killer, ovvero Arthur Mitchell (un John Lithgow appena candidato a un Golden Globe, così come Hall). Con sua figlia Christine in mano a Miami Metro e l'amico Kyle Butler che sembra intenzionato a rompergli tutte le uova nel paniere, in Hello, Dexter Morgan Mitchell diventa una furia e inizia a battere la città in cerca di Butler, che nel frattempo gli telefona con una richiesta di estorsione minacciandolo di rivelare pubblicamente non che è un serial killer, ma che è un pedofilo. Oltre a cercare di mettere alle strette Arthur, Dexter, anche lui decisamente instabile e mai come ora prono alle disattenzioni e al linguaggio scurrile, deve preoccuparsi di Christine, che non sembra avere la tempra per resistere a lungo agli agli interrogatori dei detective del dipartimento. Quando lei farà il nome di suo padre, i giochi saranno chiusi per Dexter, che non avrà più modo di eliminare personalmente il più "produttivo" e feroce serial killer con cui abbia mai incrociato i fioretti.
Ignaro della dipartita della figlia, Mitchell semina morte in città alla ricerca dell'inesistente Kyle, ma poi riesce ad attirare Dexter in una trappola per localizzarlo e seguirlo. Così arriva proprio a Miami Metro, ruba un pass a una visitatrice ed eccolo passeggiare impudentemente per il dipartimento in piena attività: una scena efficace e in qualche modo reminescente di quella del recente Nemico pubblico - Public Enemies di Michael Mann in cui Johnny Depp/ Dillinger fa visita ai quartieri dei federali che lo stanno braccando da mesi. Ma Dillinger non affronta mai il suo cacciatore Melvin Purvis, mentre Trinity si trova presto faccia a faccia con un Dexter comprensibilmente turbato.
E' qui che Hello Dexter Morgan lascia il passo al gran finale, The Getaway. I due colleghi e avversari sono l'uno di fronte all'altro, e la regia sottolinea lo sconvolgimento del mondo di Dexter con una serie di potenti inquadrature oblique: ancora una volta la sua copertura è crollata - in maniera anche più insidiosa di quanto accaduto con il sergente Doakes, con Lyla o con Ramon Prado. Mitchell sorride trionfante, e costringe Dexter a discutere la loro "situazione" sul posto, di fronte ai suoi collaboratori di sempre, per imporgli di sparire dalla sua vita se non vuole affrontare gravi conseguenze. Dex, ormai più family man che infallibile segugio, pensa subito all'incolumità dei suoi cari, ma sa anche che non può fidarsi di Mitchell: l'unica opzione è non concedere più sconti al nemico. Pochi istanti dopo l'uscita di scena del beffardo Trinity, il nostro è alle sue calcagna, armato di potente sedativo. Ed è qui che la sua carriera di "infallibile segugio" subisce la più imbarazzante battuta d'arresto: per aver impattato il retrovisore laterale di un altro automobilista durante l'inseguimento di Mitchell, Dex viene raggiunto da alcuni agenti dell'ufficio dello sceriffo con cui finisce per venire alle mani, finendo in cella in compagnia di un incalzante Harry Morgan: è il momento della resa dei conti, infatti, anche con il fantasma di suo padre. Dex si è reso colpevole dell'ennesima, imperdonabile infrazione del codice di Harry, in nome di una serie di scelte del tutto incompatibili con la sua nera natura, con la sua insondabile necessità di uccidere. Scelte che finiranno con il fare soffrire proprio le persone che hanno insegnato a Dexter ad amare. Grazie alle parole di Harry, il sogno che Dexter ha protetto durante tutta la stagione, quello di poter vivere una vita normale senza rinunciare alle sue "attività notturne", e un giorno, chissà, liberarsi persino dell'oscuro passeggero, inizia a incrinarsi per davvero. Tanto più che nel frattempo il dipartimento di Miami Metro ha mangiato la foglia su Stan Beaudry, e attraverso le cartoline inviate da Mitchell a Christine Hill ha una nuova traccia che Debra segue brillantemente fino al vero Trinity. Quando la squadra fa irruzione in casa di Mitchell vi trova Dexter - nel frattempo liberato e di nuovo sulle tracce della sua preda - che riesce in qualche a far credere di essere arrivato insieme a loro. Deb, però, guarda a suo fratello con allarme e sospetto: in quelle stesse ore, infatti, ha scoperto, grazie ad un'antica informatrice di Harry, che Dexter è il figlio naturale della brutalmente assassinata Laura Moser, e il fratello di Brian Moser, ovvero il killer del camion frigorifero, il mostro giunto a un passo dal fare la festa alla stessa Debra Morgan. Dopo questa confessione, che ovviamente gli gela il sangue, Dex si rende conto con sollievo che Deb non ha fatto tutti i collegamenti e non crede che lui sia un assassino come suo fratello: anzi, Deb cerca di consolarlo e di attenuare il suo shock, assicurandolo del suo affetto e dell'importanza fondamentale che l'averlo accanto ha avuto nella sua vita. Le parole di Deb - e quelle di Rita, che poco prima lo ha prontamente perdonato per essersi fatto rinchiudere dallo sceriffo - risucchiano ancora una volta Dexter nella sua splendida illusione: per loro lui è reale. Ed è per amore delle sue due donne e dei suoi cari - e con l'aiuto di un indizio scovato in casa Mitchell - che Dexter, dopo essersi accertato che Rita, Harrison, Astor e Cody fossero al sicuro, i primi due alle Keys ad aspettarlo per una luna di miele estemporanea, gli altri due a Disney World con i nonni, si rimette con rinnovata energia alle calcagna di Arthur Mitchell, che sta lasciando lo stato con tutti gli averi della sua sfortunata famiglia, ma che stavolta non ha scampo. Dexter lo uccide con il solito rituale, e una delle armi favorite dal collega, il martello; getta i pezzi del cadavere nella baia sotto una splendida luna, che spera anche l'amata Rita, alle Keys, stia guardando. E' pronto a tornare con fiducia alla sua non facile, ma soddisfacente doppia esistenza, dopo aver liberato il mondo da uno dei più temibili assassini di tutti i tempi. Ma il defunto Trinity ha un'ultima, atroce sorpresa per lui.Giunto a casa, Dexter trova un messaggio di Rita che lo avvisa di aver avuto un contrattempo e di essere stata costretta a rimandare la partenza di qualche ora. Lui la chiama, solo per scoprire che il suo cellulare è sul tavolo del soggiorno. E' allora che il pianto di Harrison lo attira nella stanza da bagno. Prima di tentare la fuga, Arthur Mitchell ha compiuto un ultimo omicidio rituale, lasciando in vita il piccolo Harrison Morgan circondato dal sangue della sua mamma. Born in blood, come suo padre.
Così, la quarta stagione di Dexter chiude con un epilogo che è il gemello tragico e sconcertante di quello della terza, con il presagio della goccia di sangue nel candore dell'abito da sposa di Rita che si trasforma in un lago di orrore cui Dexter tenta invano di sfuggire con il suo bambino tra le braccia, verso un nuovo, dolente inizio che precipita l'eroe eponimo dello show di nuovo nel pieno della sua disperata, irrimediabile perversione devastatrice.