Recensione Regine per un giorno (2001)

Le storie che hanno per protagonisti gli intrecci più o meno casuali del destino sono diventate sempre più frequenti nel panorama cinematografico degli ultimi anni.

Destini intrecciati, ma con ironia

Le storie che hanno per protagonisti gli intrecci più o meno casuali del destino sono diventate sempre più frequenti nel panorama cinematografico degli ultimi anni. Certo, non tutte sono riuscite alla perfezione, ma a quasi tutte va riconosciuto un interesse per l'essere umano e le sue "disgrazie" mai banale o scontato. Magnolia, con il suo affresco sulla società americana contemporanea e sulla vita in generale, è stato un vero e proprio capolavoro; Tredici variazioni sul tema ha preferito un atteggiamento più minimalista, centrando l'attenzione sull'impossibile ricerca della felicità; il bellissimo Lantana, nascondendosi dietro il paravento del genere giallo, è andato a scavare negli intrecci della vita di coppia.

Questo Regine per un giorno, presentato al Festival di Venezia dello scorso anno (Reines d'un jour il titolo originale) ma approdato appena adesso sui nostri schermi, sceglie la via dell'ironia e del divertimento, anche se il retrogusto delle esistenze messe in scena è sempre e inevitabilmente amaro.
La regista francese Marion Vernoux presenta la giornata di quattro donne la cui vita, nel giro di poche ore, avrà una svolta decisiva: c'è chi dovrà fare i conti con una gravidanza inaspettata, chi abbandona il marito dopo aver meditato a lungo sulla decisione, chi stanca della vita coniugale andrà a caccia per tutto il giorno di un'avventura sessuale con l'amante, e chi incontrerà, forse, dopo tanti anni il suo antico amore.
Intorno a loro un'altra galleria di personaggi le cui vicende, in un gioco di spirali sempre più contorte, andranno ad attorcigliarsi intorno all'unico filo conduttore che in fondo è l'amore: perduto, cercato o trovato che sia.

Se la struttura è già nota e già vista, non vanno trascurate alcune importanti e interessanti novità. Intanto, come già accennato, si spinge molto l'acceleratore sull'ironia, e infatti il film risulta davvero molto divertente; in secondo luogo, la visione globale è totalmente femminile; e infine, forse l'aspetto più importante di tutti, il film è impreziosito da alcune trovate visivo-narrative davvero eccezionali. Nel senso che non si tratta solo di virtuosismi stilistici fini a se stessi, ma "giochi" di regia e di montaggio funzionali alla storia.

Brave anche tutte le attrici, con una menzione di riguardo per Karin Viard, davvero notevole nella parte di Hortense e della sua nevrotica giornata alla ricerca dell'avventura serale con l'amante.
L'aspetto che lascia un po' perplessi è invece il fatto che alcuni collegamenti sono davvero un po' forzati, ma in un contesto del genere è uno scivolone quasi inevitabile. E poi per una volta che le risate risultano "intelligenti" e la leggerezza della commedia solo apparente, questo è un neo che si può tranquillamente dimenticare.

Movieplayer.it

3.0/5