Gli Stati Uniti sono un infinito coacervo di racconti che si annidano in un passato relativamente recente, alcuni più lieti e altri più drammatici. In particolar modo la storia della popolazione afroamericana è ricca di pagine crude e crudeli, legate ovviamente alla schiavitù che ha visto per decenni la popolazione di colore al servizio di individui senza scrupoli, in un rimosso che ancor oggi si nasconde tra le pieghe del razzismo e le contraddizioni di una società egualitaria soltanto sulla carta.
Come vi raccontiamo nella recensione di Descendant - L'ultima nave schiavista, questo nuovo documentario sbarcato come original nel catalogo Netflix ci porta alla scoperta di una delle tante tragedie dimenticate, relativa al ritrovamento della Clotilda, ovvero l'ultima nave negriera di cui si abbia ricordo che, secondo il passaparola, si sarebbe inabissata nel 1860 con i resti che si troverebbero tra le acqua del fiume Mobile. Timothy Meaher, schiavista al comando dell'imbarcazione, vi diede infatti fuoco per nasconderne le tracce - la guerra civile americana aveva infatti decretato i suoi vincitori e la segregazione razziale era stata abolita - e fino ai giorni nostri il mistero su dove questa si trovasse è rimasto tale. Almeno fino agli eventi raccontati in queste due ore di visione...
Oggi come ieri
Ma in questo film d'inchiesta si ha modo di porre l'attenzione su diversi elementi di sottofondo, a cominciare dalla zonizzazione subita dalla regione nella quale vivono i discendenti di quel drammatico naufragio e gli interessi delle grandi compagnie chimiche, senza scrupoli nell'avvelenare più o meno consapevolmente chi vive in quelle zone al di fuori delle grandi città.
Perché quella di Africatown, cittadina-ghetto popolata per l'appunto dagli eredi di quanti persero la vita oltre un secolo e mezzo fa, è una comunità dove ci si stringe l'uno accanto all'altro, tutti desiderosi non soltanto di avere giustizia per il loro presente ma anche di ottenere risposte su quel comune passato mai vissuto, pesante come un macigno fino alla rivelazione che innesca il cuore dell'operazione, ovvero l'effettivo rinvenimento della Clotilda.
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Tra passato e futuro
Una storia già portata agli onori delle cronache nei primi anni Trenta dallo scorso secolo da colei considerata come la prima regista afroamericana, ovvero Zora Neale Hurston, la quale ha catturato la diretta testimonianza di Cudjo Lewis, uno dei pochi superstiti del naufragio. In Descendant - l'ultima nave schiavista la collega Margaret Brown porta la vicenda all'attenzione del grande pubblico, cercando di ponderare tramite interviste, testimonianze e filmati di repertorio un quadro il più completo possibile.
Si segue un ordine cronologico che ripercorre le varie svolte nelle indagini, con diverse manifestazioni e ritrovi da parte delle dirette parti in causa e l'intervento dell'esperto team di sommozzatori che permette finalmente quell'opera di riconciliazione di un'intera comunità con quanto sofferto dai loro avi.
I due volti della storia
Per cercare di essere quanto più obiettivi si è anche tentato di contattare i discendenti dello stesso Meaher, i quali però hanno rifiutato ogni commento sulla vicenda. Descendant - L'ultima nave schiavista resta in ogni caso un'opera completa e aperta a più sfumature, ricolma di una profonda spiritualità che traspare dai cittadini di Africatown, pronti ad iniziare una nuova vita dopo essersi tolto un peso. Un nuovo inizio pieno di possibilità e di speranza - la scelta di insegnare ai bambini della comunità ad immergersi sott'acqua è significativa in tal senso - per chiudere definitivamente una pagina rimasta aperta troppo a lungo e poter lottare per nuove battaglie tristemente contemporanee.
Conclusioni
La regista Margaret Brown ascolta con il suo stile sobrio e delicato i racconti dei diretti interessati, lasciando alle loro storie il compito di intrattenere il pubblico, condotto alla scoperta di una storia tragica sepolta in un passato da non dimenticare. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Descendant - L'ultima nave schiavista, questo documentario ci porta a scoprire la storia della comunità di Africatown, dove gli abitanti sono ancora alla ricerca di risposte sul destino della Clotilda, considerata come l'ultima nave negriera. E ci accompagna insieme a loro nell'analisi del relitto, per un rinvenimento che diventa chiave di riconciliazione e motivo di speranza verso nuove battaglie sociali da combattere.
Perché ci piace
- Una storia tragica che meritava di essere raccontata.
- Lo stile del documentario dosa modi e tempi nel migliore dei modi.
Cosa non va
- Una parziale retorica fa capolino a tratti.