Dear Santa, la recensione: Jack Black in un film che vorrebbe essere anti-natalizio (senza riuscirci)

La commedia delle feste di Paramount+ dovrebbe ribaltare gli stereotipi e i cliché dei Xmas movie, e invece cade dentro al camino addobbato con tutte le scarpe. Anzi, con tutti gli scarponi. In streaming.

Jack Black in Dear Santa

Se sei una piattaforma streaming e non hai un film delle festività devi immediatamente recuperare. Quindi, anche Paramount+ entra nel club con Dear Santa che unisce davanti e dietro la macchina da presa alcuni dei talenti comici americani più irriverenti: i fratelli Peter e Bobby Farrelly, famosi per aver diretto cult come Tutti pazzi per Mary e Scemo e più scemo e Jack Black, che ha già collaborato con loro in varie occasioni. In questo caso Bobby viaggia in solitaria per la seconda volta in cabina di regia, pur co-adiuvato alla sceneggiatura proprio dal fratello e da Black. Il risultato? Un'occasione sprecata.

Dear Santa: Caro Babbo Natale...

Dear Santa Robert Timothy Smith
Il giovane protagonista di Dear Santa

Alla base del film Paramount+ c'erano tutti gli elementi per creare una commedia natalizia diversa dalle altre, sfruttando a proprio vantaggio gli archetipi del genere. Liam (Robert Timothy Smith) è un ragazzino dislessico i cui genitori litigano continuamente; il classico looser un po' cicciottello che ha come unico amico nella nuova scuola il ragazzo coi denti di fuori ed è innamorato perdutamente della ragazza più popolare.

Pur andando alle medie, crede ancora a Babbo Natale tanto da spedirgli una lettera per far felice la madre: peccato che sbagli l'ortografia sull'intestazione a causa del proprio disturbo dell'apprendimento e quindi la missiva arrivi nientemeno che a... Satana (Satan per Santa in originale). Il re dell'inferno si presenta nella sua camera con e fattezze di Jack Black ed è pronto ad esaudire i suoi tre desideri più reconditi, per poi riscattare la sua anima.

Una commedia controcorrente (o quasi)

Jack Black Dear Santa
Jack Black in una scena del film

A quel punto inizia una sequela di (dis)avventure per il nostro protagonista, che ha un animo puro, gentile ed altruista e non riesce mai a farsi valere con gli altri. Eppure l'incontro col diavolo in persona potrebbe fargli scoprire un nuovo lato di se stesso. Proprio questo giocare con gli stilemi dei film di Natale e provare a ribaltarli poteva diventare il punto di forza della pellicola.

Invece, momenti di assoluta (ed ingiustificata, visto il protagonista diabolico) dolcezza fastidiosa si alternano a lampi di cattiveria quasi geniale. Peccato però che rimangano solamente tali - ovvero dei momenti - e non parte organica di un tessuto narrativo continuo ed avvincente. Tanto che a tratti il film perde di ritmo e di tensione, mal distribuita lungo i tre atti.

Per quanto dolce, Robert Timothy Smith non ha il carisma per reggere un intero film sulle sue spalle, e nemmeno la 'spalla' Jack Black è al suo meglio. Il resto del cast prova a portare un po' di umorismo cattivello sfruttando la scrittura di partenza ma anche in questo caso Keegan-Michael Key, Brianne Howey, Hayes MacArthur, P.J. Byrne non riescono a compiere il miracolo di Natale. Nemmeno la guest star musicale Post Malone riesce a salvare l'ensemble proponendo un finto concerto quanto mai irrealistico pur nella finzione scenica con tutti i crismi delle festività.

Jack Black il re delle festività dell'oltretomba

Post Malone Jack Black Dear Santa
Uno dei momenti più surreali

La regia di Bobby Farrelly non brilla per originalità proprio come lo sviluppo narrativo di Dear Santa, che prova a puntare sul carisma innato e irriverente di Jack Black ma senza riuscirci completamente. Una pellicola troppo altalenante che non sfrutta tutte le proprie potenzialità e che per quanto in parte intrattenga il pubblico affamato di titoli a tema in questo periodo dell'anno, rischia di annoiarlo in altrettanti frangenti, complice la durata qui più che mai inutilmente allungata.

Conclusioni

Dear Santa è proprio come il suo protagonista Liam. Anche quando vorrebbe essere cattivo o crede di essere sotto l’influenza di altri, non ci riesce fino in fondo. Rimane così un ibrido a metà strada tra ciò che avrebbe potuto essere e l’adagiarsi a commedia dei buoni sentimenti per le feste. È sempre un piacere ritrovare l’ironia di Jack Black e gran parte del cast, ma non basta più sotto l'albero.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.2/5

Perché ci piace

  • Jack Black come Babbo Satana.
  • Alcune trovate geniali.
  • Il pretesto del film e i suoi possibili sviluppi…

Cosa non va

  • …che purtroppo non vengono sfruttati appieno.
  • Inutilmente lungo.
  • Manca di mordente in troppi punti.
  • Il finale, che si salva solo con l’ultimissima scena (sprecata anch’essa).