È una soleggiata mattinata di marzo. Ci stiamo avventurando nella desolata periferia di Milano. La nostra missione è chiara: provare Days Gone, nuovo videogame post-apocalittico targato Bend Studio, la cui uscita è fissata per il prossimo 26 aprile, solo su PlayStation 4.
Dopo aver passato tre ore in compagnia di Deacon St. John, protagonista assoluto del titolo Bend Studio, abbiamo avuto l'opportunità di questa intervista a John Garvin, creative director e autore di Days Gone.
Una delle figure chiave dello studio fondato in Oregon, noto soprattutto per la saga di Syphon Filter, ci ha raccontato il dietro le quinte di un titolo atteso, capace di guadagnarsi sempre più attenzione da parte di videogiocatori pronti a salire in sella a una storia drammatica, sporca e cruda come una stagione di Sons of Anarchy ambientata nel mondo disperato di The Walking Dead. Proprio come lo avevamo già definito nella nostra anteprima di Days Gone.
Prima di mettere le mani sul gioco, però, abbiamo vissuto un'esperienza alquanto singolare. La strada che ci porta verso l'anteprima è insolita: degrado, abbandono, squallore. Sul ciglio della via ecco divani abbandonati, guardiole arrugginite, oggetti abbandonati di vario tipo. Continuiamo a camminare, a perderci in questo scenario dove rifiuti e natura convivono in equilibrio, e iniziamo a capire: la strada che ci porta verso Days Gone è essa stessa Days Gone. Una volta arrivati in questa antica segheria sperduta, capiamo che la location scelta per l'evento stampa non è affatto casuale, ma una scelta che sposa in pieno le atmosfere decadenti della nuova proprietà intellettuale targata Sony, dedicata alla sopravvivenza di un solitario motociclista all'interno di un mondo infetto, feroce, devastato da un'epidemia.
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Diretto e schietto come il carattere di ogni biker che si rispetti, anche Deacon St. John non perde tempo per guadagnarsi la nostra empatia. Il gioco, infatti, si apre con il mondo già impazzito, preda di una pandemia inarrestabile e violenta. Il nostro saluta sua moglie in fretta e in furia, la mette in salvo, le dona il suo anello e le promette un arrivederci. Deacon St. John è un uomo che ha perso qualcuno da ritrovare; un uomo con un obiettivo stampato sulla fronte. Partendo da questo presupposto, Days Gone ci tuffa dentro un mondo disperato in cui vige la legge del più forte. Solo chi è disposto a tutto sopravvive. A qualunque costo. Al di là di un'ambientazione affascinante, in cui i Furiosi (creature immonde partorite dall'epidemia) hanno comportamenti e caratteristiche peculiari e l'ambientazione verdeggiante ruba la scena spesso e volentieri, ci siamo soffermati molto sul carattere del protagonista e sul fascino testardo delle narrazioni post-apocalittiche. Ne abbiamo parlato con un John Garvin cordiale e appassionato, fiero della sua creatura e consapevole di essersi immerso in un genere molto amato da spettatori, videogiocatori e lettori di tutto il mondo. Un vantaggio ma anche un pericolo affrontato con grande serenità, con quella sicurezza fornita da anni di duro lavoro volto a rendere Days Gone un'esperienza capace di conciliare dramma, tensione e avventura. Ecco cosa ci ha raccontato.