Il nuovo interesse di David Cronenberg è Netflix. Mentre tanti autori illustri si scagliano contro lo strapotere delle piattaforme streaming, che rischia di far sparire per sempre le sale cinematografiche, il cineasta canadese, ospite a Venezia dove oggi riceve il Leone d'Oro alla Carriera, confessa candidamente di non andare al cinema da anni. Quando gli viene chiesto il motivo risponde con l'ironia che lo contraddistingue: "Parcheggiare è impossibile. E poi odio gli spot prima del film, su Netflix non ci sono". Poi prosegue: "L'anno scorso ho visto La forma dell'acqua di Guillermo del Toro prima in DVD sulla mia tv al plasma e poi al cinema con gli amici. È stata migliore l'esperienza in tv, al cinema l'immagine era scura, forse i settaggi erano sbagliati. Perciò siete invitati tutti a vedere un film a casa mia a Toronto".
Vestito di nero, nera anche la montatura dei suoi inconfondibili occhiali, David Cronenberg ama andare controcorrente e non ha problemi ad affermare il contrario di quanto propagandano i suoi colleghi. Il regista ammette che la rivoluzione nel mondo dell'audiovisivo è un tema molto più interessante dei suoi vecchi film che non riguarda mai. "Quando mi invitano per i Q&A è sempre un problema perché non ricordo i dettagli della lavorazione dei miei film, ormai penso a loro come documentari". L'entusiasmo di Cronenberg per Netflix è forse legato all'annuncio della sua prima serie tv in preparazione per la piattaforma streaming? Difficile rispondere. Per adesso il maestro canadese non può fornire dettagli, così quando viene rammentata la sua serie lui inizia a fischiettare per eludere la domanda, poi scherza: "Però vorrei che mi chiedeste 'Come è stato lavorare con Robert Pattinson? Bellissimo!".
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Le serie tv? Molto più vicine al romanzo di un film
L'incontro veneziano con David Cronenberg ci permette di scoprire aspetti inediti del Cronenberg-pensiero. Riflettendo sui cambiamenti in corso, il regista ammette che l'affezione di certi suoi colleghi per la pellicola è legata più che altro alla nostalgia, "come nel caso dei dischi in vinile o la macchina da scrivere. Guardando Il pasto nudo sembra che io abbia una passione per le macchine da scrivere, ma in realtà non vedevo l'ora che sparissero. Il computer è infinitamente più comodo". Stesso discorso per la pellicola, che Cronenberg ammette di non amare particolarmente. "Quando il film va nei cinema, la qualità della pellicola cambia per via della stampa, ogni copia si degrada rispetto alla precedente per via del processo di stampa. Col digitale ogni copia è uguale all'originale, anzi, l'originale non esiste". Il regista espande il discorso alla qualità dell'immagine e a chi lo loda per la qualità pittorica del suo cinema risponde che "lavorando con bravi collaboratori si riescono ad avere gli stessi risultati di colore anche nel digitale".
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La scoperta del cinema come arte
L'inedita passione di David Cronenberg per le serie tv sembra avere origini lontane. Il regista racconta di essere cresciuto a Toronto, città in cui nessuno faceva film e in cui il cinema arrivava da altri luoghi. "Mio padre era uno scrittore", spiega Cronenberg, "per me scrivere è arte. Scrivere un romanzo ti permette di entrare nella testa delle persone, cosa che non accade nel cinema. La serie è più simile al romanzo, vive nel tempo, ti permette di conoscere in profondità i personaggi. Fare tv per me potrebbe essere un'alternativa a scrivere un altro romanzo dopo 'Divorati'". Nella natia Toronto Cronenberg ricorda quando da piccolo andava al cinema The Pylon insieme ad altri bambini a vedere cartoni animali, film di cowboy. "Un giorno ho visto uscire tante persone adulte che piangevano dal cinema del quartiere italiano, dove davano solo film italiani. Quale film poteva fare un tale effetto ad adulti? Mi sono avvicinato e ho visto il manifesto de La strada di Fellini. Qualche anno dopo ho visto il film e ho pianto anche io, ma quella è stata la prima volta in cui ho capito che il cinema poteva essere arte, non solo divertimento per bambini".
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Da William S. Burroughs ad Alias Grace
In una Mostra di Venezia in cui alcuni dei film che hanno fatto più discutere - A Star Is Born e Suspiria - sono remake, chiediamo a Cronenberg se questa proliferazione di riletture è sinonimo di sterilità creativa e lui risponde deciso "sì", per poi specificare che "ovviamente dipende dalla qualità del prodotto. Possono essere remake bellissimi come il mio La mosca o possono essere disperati tentativi di trovare un soggetto". Quando il discorso cade su Il pasto nudo, il regista ricorda i numerosi incontri con l'autore del romanzo a cui il film si ispira, la leggenda William S. Burroughs. "Sono stato a casa sua varie volte, abbiamo sparato qualche colpo insieme. Lui non era interessato a interferire con la mia interpretazione, era affascinato dal set perché non ne conosceva il funzionamento. Potevo chiedergli qualsiasi cosa. La sua immagine pubblica lo dipingeva come spaventoso e cinico, ma dal vivo era dolce e generoso, è stata una sorpresa anche per me. Poi amava le farfalle. Ci credereste?"
Scrittore, sceneggiatore, regista, produttore e... attore. A proposito di serie tv, di recente David Cronenberg ha accettato un ruolo da interprete nel cast della miniserie Alias Grace. Commentando l'esperienza, il regista confessa: "Quando recito non voglio dirigere, voglio che il regista sia contento di me e che mi faccia i complimenti. Mi piace tenere gli ambiti separati. Adesso ho scoperto una app, Rehersal Pro, che mi permette di ripassare le mie battute. Il prossimo passo sarà trovare una app che reciti al posto mio".