Arriverà in sala il prossimo 23 febbraio uno dei sequel più attesi dell'anno, T2 Trainspotting, in cui ritroviamo gli scatenati protagonisti del cult movie del 1996 con vent'anni di fallimenti, delusioni e rancori alle spalle. Loro, gli amabili tossici che ci hanno rubato il cuore vent'anni fa, sono tutti in splendida forma (aspettate di vedere la scena in deshabillé di Ewan McGregor e Jonny Lee Miller e ne converrete con noi), ma il regista Danny Boyle non è affatto da meno e così lo sceneggiatore John Hodge, che firma uno script più intimo, riflessivo e attento alle dinamiche tra i personaggi rispetto a quello del visionario predecessore.
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La musica tra passato e presente
La colonna sonora pop in T2 Trainspotting è protagonista imprescindibile come era stata in Trainspotting. Come avete lavorato su questa collezione di brani?
Quando abbiamo iniziato a lavorare a questo sequel la Sony ha realizzato un sondaggio per indagare le aspettative del pubblico. Sono venute fuori principalmente tre cose: dovevano tornare tutti e quattro i protagonisti principali; c'era curiosità sulla presenza di Kelly Macdonald, e infine la musica doveva essere altrettanto bella e avere lo stesso ruolo fondamentale. A quanto pare nessuno si è interessato alla riconferma del regista! A maggior ragione quindi abbiamo curato l'elemento musicale, con la presenza di molti brani che avevano rilievo nel primo episodio in versioni remixate, con la funzione di rievocare ricordi e immagini del primo film, e l'inserimento di nuove canzoni a cui abbiamo dato molta importanza.
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Anche i flashback hanno una certa rilevanza nel film. A che scopo li avete inseriti?
Ce n'è solo uno che era effettivamente già presente nella sceneggiatura: è in un momento molto importante per Spud. Gli altri non erano previsti ma li hanno resi necessari i ricordi degli interpreti, una volta "attivata" la loro nostalgia. Lo stesso Ewan ha voluto un flashback nella scena in cui Renton viene inseguito da Begbie. Non abbiamo voluto esagerare con i flashback comunque, credo sia circa un minuto in tutto: non volevamo fare un film troppo nostalgico! A proposito dei flashback, ce n'è uno di pochi istanti in cui compare la piccola Dawn, la neonata che muore nel primo episodio: quando abbiamo iniziato a fare il sequel, abbiamo cercato le due gemelle che l'avevano "interpretata" in Trainspotting, per scoprire che sono diventate due splendide ventenni. Le abbiamo invitate alla festa di presentazione del film e durante il party si presentavamo a tutti con un "Salve, io son la bambina morta!". Molto in stile Trainspotting.
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Da Porno a T2
Come ha preso Irvine Welsh le libertà che vi siete presi con il suo romanzo Porno? E voi due avete mai pensato a una collaborazione che non sia un adattamento di uno dei suoi libri?
Lui scrive già per il cinema con altri colleghi. La nostra collaborazione è sempre stata impostata in un certo modo, con John Hodge che fa da "tramite" tra noi due, rielaborando le opere di Welsh per i miei film. Per questo i personaggi sono gli stessi ma in una versione un po' diversa. Welsh ha accettato i cambiamenti, perché erano necessari. Abbiamo cercato in una prima fase di fare un adattamento più fedele di Porno, ma semplicemente non funzionava per il cinema, e a me interessava fare qualcosa di più personale, qualcosa che avesse a che fare con come i maschi gestiscono il passare del tempo.
Non sono molti i sequel in cui rispetto all'originale passa lo stesso numero di anni che sono passati nella realtà dall'uscita del primo film. Porno è ambientato nove anni dopo Transpotting, come mai lei ha preferito ritrovare i personaggi solo vent'anni dopo?
Io credo che dopo un lasso di tempo di soli nove anni non avrei avuto molto da dire su di loro. Se avessimo fatto un film tratto da Porno nove o dieci anni fa sarebbe stato solo un tentativo di replicare il successo di Trainspotting. Quindi ho preferito aspettare, correndo il rischio di non farlo mai questo sequel, per cercare di fare qualcosa di più significativo e personale. Poi John Hodge ha scritto questa scenaggiatura, ci ha convinto e il film è diventato realtà. C'è un momento nel film in cui Renton dice "Ho quarantasei anni e sono fottuto", e il punto è che ci sentiamo tutti un po' così. In T2 abbiamo inserito una nuova versione del monologo iconico di "Scegli la vita", che parte da premesse un po' generiche parlando dell'isolamento dei giovani nell'era dei social network e poi diventa qualcosa di molto diverso, il discorso più personale di un uomo che non ha detto addio alla madre.
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Il suo film racconta il male di vivere, il disagio insuperabile dei personaggi. Ma che ruolo ha la speranza?
La speranza ironicamente è incarnata dal personaggio più fragile e sfortunato di tutti, Spud, di cui tutti si chiedono come possa essere sopravvissuto.
Qui trova il modo di fare sentire la sua voce, scopre un talento nascosto, quello di raccontare. Le sue poesie e i suoi racconti potrebbero essere alla base di un altro romanzo e di un'altra storia.
Ma non solo Spud, tutti i personaggi imparano qualcosa su se stessi, persino quel matto di Begbie. E anche Renton alla fine trova il modo di fare pace con il suo passato.
A proposito dei racconti di Spud: la frase "prima c'è l'opportunità, poi il tradimento" sembra quasi un manifesto della ribellione dei suoi personaggi.
È soprattutto un riferimento ai fatti del primo film, a un tradimento di cui i protagonisti affrontano le conseguenze ancora vent'anni dopo. Anche se non sono loro, in T2, a "sfruttare l'opportunità" è perché c'è qualcuno più furbo di loro. Il tradimento come atto di individualismo nei confronti del gruppo è una forma di ribellione, ma è anche una cosa che succede nella vita. Anche noi abbiamo una storia di tradimenti: io e Ewan McGregor avevamo un rapporto molto soddisfacente e in un certo senso io l'ho tradito, uno dei produttori del film ha tradito me. Ma nonostante questo quando ci siamo ritrovati tutti sul set ogni malanimo è scomparso, ed è stato meraviglioso!
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