Da Un tirchio quasi perfetto a Wall Street: la febbre dei soldi sullo schermo

Il popolarissimo Dany Boon è il protagonista di Un tirchio quasi perfetto, recente successo del cinema francese in arrivo anche nelle sale italiane: un'occasione per ripercorrere le figure di alcuni dei personaggi più avidi e avari del piccolo e del grande schermo, dalle serie animate a una coppia di villain da Oscar.

Un tirchio quasi perfetto: Dany Boon in una scena del film
Un tirchio quasi perfetto: Dany Boon in una scena del film

Da quando, nel 2008, è stato l'artefice di Giù al nord, in qualità di regista, sceneggiatore e attore, Dany Boon si è trasformato nel nuovo idolo della comicità nel cinema europeo. Galvanizzato dal successo stratosferico della pellicola, diventata il film francese con il maggior numero di spettatori di sempre al box office nazionale, Boon si è fatto conoscere anche nel resto del mondo e, da allora, ha interpretato il sequel Niente da dichiarare e altri titoli campioni d'incassi, come Sarà perché ti amo, Tutta colpa del vulcano, Supercondriaco - Ridere fa bene alla salute, Lolo - Giù le mani da mia madre di e con Julie Delpy e, più di recente, Un tirchio quasi perfetto.

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Un tirchio quasi perfetto: Dany Boon e Laurence Arné in una scena del film
Un tirchio quasi perfetto: Dany Boon e Laurence Arné in una scena del film

Ancora una volta nei panni di un personaggio caratterizzato da manie e ossessioni, nel film diretto da Fred Cavayé Dany Boon presta il volto a François Gautier, un uomo contraddistinto da una taccagneria a livelli patologici, sempre attentissimo ad ogni centesimo... fin quando, però, l'inaspettato ingresso di due diverse donne nella sua vita non ne sconvolgerà il rigoroso equilibrio. Insomma, Un tirchio quasi perfetto, che al botteghino francese ha registrato quasi tre milioni di spettatori (in Italia arriverà il 16 marzo per BIM Distribuzione), ripropone sullo schermo un archetipo che affonda le sue origini più illustri nel teatro antico: quello dell'avaro, il personaggio iper-materialista talmente attaccato al proprio denaro da non essere disposto alla benché minima concessione in tal senso.

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Dalla commedia di Plauto all'opera di Molière, passando per Charles Dickens, l'avaro rappresenta per tradizione una figura chiave in ambito comico, ma è presente spesso anche in altri generi. E perfino l'immaginario infantile si è basato su questo "tipo umano", e in particolare sullo Scrooge al centro del Canto di Natale di Dickens, per creare uno dei personaggi più famosi dell'universo dei fumetti: zio Paperone, il milionario spilorcio fin nel midollo che, nella versione inglese, si chiama non a caso Uncle Scrooge. E in occasione dell'uscita di Un tirchio quasi perfetto, oggi vi proponiamo dunque una galleria di sei, famigerati 'taccagni' e campioni d'avidità del piccolo e del grande schermo...

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Henry Potter, La vita è meravigliosa

Una scena tratta da La vita è meravigliosa
Una scena tratta da La vita è meravigliosa

Con lo sguardo severo e il volto arcigno dell'attore Lionel Barrymore, che guarda caso aveva prestato per anni la voce allo Scrooge dickensiano negli adattamenti radiofonici di Canto di Natale, Henry Potter (da non confondere con il quasi omonimo maghetto) è probabilmente il santo patrono dell'avarizia per quanto riguarda il cinema hollywoodiano. Eletto dall'American Film Institute al sesto posto nella classifica dei più grandi villain di tutti i tempi, nel classico di Frank Capra del 1946 La vita è meravigliosa Henry Potter è l'avido banchiere di Bedford Falls, la cittadina in cui vive il protagonista George Bailey con la propria famiglia. Deciso a dare del filo da torcere a Bailey pur di mantenere il controllo finanziario della città, Mr. Potter arriverà a commettere il furto che metterà a repentaglio la vita del povero George...

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Ebenezer Scrooge, La più bella storia di Dickens

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Davvero difficile tenere il conto di tutti gli adattamenti, più o meno fedeli, del succitato Canto di Natale di Charles Dickens: sta di fatto che Ebenezer Scrooge, il ricchissimo uomo d'affari, inguaribilmente tirchio, che all'amore per il denaro ha sacrificato tutte le altre forme d'amore della propria vita, fin quando non sarà visitato dagli spiriti del Natale passato, del Natale presente e del Natale futuro, sia un personaggio fondamentale del nostro immaginario (e non solo per aver costituito il modello per zio Paperone). Fra le trasposizioni più famose del romanzo di Dickens c'è un film del 1970 di Ronald Neame, Scrooge (in italiano La più bella storia di Dickens), versione musicale del testo dickensiano, con l'attore britannico Albert Finney nel ruolo eponimo, mentre al 2009 risale la pellicola d'animazione in motion-capture A Christmas Carol di Robert Zemeckis, in cui le fattezze di Scrooge sono ricalcate su quelle di Jim Carrey.

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Gordon Gekko, Wall Street

Wall Street: Michael Douglas in un momento del film
Wall Street: Michael Douglas in un momento del film

"Greed is good", l'avidità è buona: è il motto, diventato ormai proverbiale, di un altro indimenticabile "cattivo" del cinema a stelle e strisce, interpretato nel 1987 da Michael Douglas: l'inconfondibile Gordon Gekko, una sorta di erede spirituale di Henry Potter. Finanziere ambizioso e spregiudicato, Gekko, co-protagonista del film Wall Street di Oliver Stone accanto al giovane broker Bud Fox, è un simbolo del carrierismo rampante dell'epoca reaganiana: un uomo che si è spaventosamente arricchito grazie alla propria conoscenza del mercato finanziario e alla pratica dell'insider trading, e che pone l'avidità al di sopra di qualunque valore o affetto. Per questo ruolo memorabile Douglas si è aggiudicato l'Oscar come miglior attore, e nel 2010 è tornato a vestire i panni di Gekko nel dimenticabile sequel Wall Street: Il denaro non dorme mai.

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Don Arpagone, L'avaro

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Abbiamo già citato Molière in quanto autore di una commedia che recupera l'archetipo classico dell'avaro per inserirlo in un meccanismo di pungente satira di costume; e proprio da L'avaro di Molière è stato tratto, nel 1990, un film diretto da Tonino Cervi, con Alberto Sordi mattatore nella parte del celebre don Arpagone, usuraio nella Roma del Seicento (la pellicola sposta infatti l'ambientazione da Parigi alla Roma papalina). Usuraio morbosamente attaccato al proprio denaro, don Arpagone farà di tutto pur di evitare un matrimonio ben poco conveniente, al punto da inventarsi una fidanzata immaginaria, mentre allo stesso tempo tenta di accasare i suoi due figli, con un occhio sempre rivolto al portafogli...

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Daniel Plainview, Il petroliere

Daniel Day-Lewis in una sequenza del film Il petroliere
Daniel Day-Lewis in una sequenza del film Il petroliere

Un'altra performance da Oscar su cui è costruito un film straordinario, il capolavoro diretto nel 2007 da Paul Thomas Anderson a partire da un romanzo di Upton Sinclair: Il petroliere. Un maestoso Daniel Day-Lewis, qui nella sua miglior prova d'attore di sempre, si immerge nella parte di Daniel Plainview, magnate del petrolio che, nella California dei primi anni Dieci, intravede l'opportunità di mettere le mani su un nuovo giacimento, a patto però di trovare un compromesso con la comunità locale. Opera cupa quanto maestosa, inquietante esplorazione dell'avidità e della violenza, Il petroliere ci offre, con la figura di Plainview, uno dei personaggi più sinistri del cinema americano contemporaneo: un uomo talmente ossessionato dal denaro e dal potere da arrivare a calpestare ogni forma di rapporto e a soffocare definitivamente il proprio senso di umanità.

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Montgomery Burns, I Simpson

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Dal cinema alla televisione, per parlare del più adorabile tirchio che abbia mai occupato i nostri schermi: Montgomery Burns (per gli amici Monty), magnate dell'energia nucleare e ricchissimo proprietario della centrale della cittadina di Springfield, nato nel 1989 dalla fantasia di Matt Groening all'interno della mitica serie animata I Simpson. Multimilionario dall'età indefinita (ma ormai non troppo lontana dal secolo di vita) e dalla corporatura ossuta e quasi scheletrica, perennemente assistito (e venerato) dal fedele segretario Waylon Smithers, il signor Burns è il temutissimo datore di lavoro di Homer Simpson, nonché l'irresistibile "genio del male" di una serie TV che con lui ha azzeccato uno dei suoi personaggi più riusciti ed iconici. E che non vi salti mai in mente di provare a chiedergli dei soldi, perché l'unica risposta possibile sarà: "Smithers, libera i cani!".