Cunk on Life, recensione: documentare l'involuzione della specie umana

Scordatevi i documentari seri e didattici. Qui a essere disaminata è la nostra capacità di regredire mentalmente. Su Netflix.

Una scena di Cunk on Life

"Se Dio ci guarda dall'alto, perché preghiamo in ginocchio?"

Red Flag, relazioni tossiche, abuso edilizio, violazione della privacy. C'è ben poco di scientifico, o antropologico, in queste che sembrano tematiche uscite da approfondimenti destinati all'utente medio del web; eppure, nel mondo di Cunk on Life tutto viene piegato secondo i dettami dell'analfabetismo funzionale diventando materiale da documentare e restituire sotto forma di mockumentary.

Cunk On Life Diane Morgan
Diane Morgan nei panni di Philomena Cunk

Dopo Cunk on Earth, la pseudo divulgatrice televisiva Philomena Cunk si immerge nella storia dell'umanità, tra dogmi, credenze e slanci artistici di inafferrabile bellezza. Tra le mani del suo creatore - Charlie Brooker - e della sua interprete - Diane Morgan - Cunk on Life si tramuta magicamente in un gioco di ribaltamenti degli stereotipi fondanti i documentari con cui siamo cresciuti, tra quelli firmati National Geographic, BBC, o Super Quark. Un processo narrativo che riprende e reitera quanto compiuto nel capitolo precedente, investendolo ulteriormente di dissacrante sarcasmo e caustico cinismo.

Pc022778
Philomena Cunk nel precedente Cunk on Earth

Ma se la performance di una Diane Morgan (vista recentemente in After Life) così impassibile e perfettamente in parte, riesce a divertire, senza forzature, il proprio pubblico, è per quel suo masticare e sputare lasciti di un'ignoranza che ancora oggi intacca il genere umano, denunciandone l'esistenza, rimembrando la sua minacciosa resilienza nello spazio di commenti social, o di contenuti molto spesso virali. Sono impronte lasciate da chi pensa di sapere, o di chi vanta una conoscenza basica, o falsata, dei fatti.

L'arte del non sapere

Cunk On Life Still
Philomena Cunk e l'esperto Brian Cox

"Dove lo ha letto? Da nessuna parte, lo dicono in un video che ho visto": sta tutto qui, in questo ironico scambio di battute tra la protagonista e il povero, malcapitato, esperto intervistato, il cuore pulsante da colpire con la lama tagliente delle proprie esternazioni. Cunk on Life ha una vittima designata: è la mole di chi presume di conoscere, sapere, essere informato, solo perché ha letto su internet un tale articolo, o perché è incappato in un dato video.

Lo stupore della conoscenza si impoverisce, sovvertito da quello dell'apprendere superficialmente, con il minor sforzo possibile, e senza convalidare le proprie fonti, ma dando tutto per certo. Cunk on Life va dunque a colpire quella branca sempre più ampia e in espansione dell'analfabetismo funzionale. Una presunzione minacciosamente dilagante che spinge l'essere umano ad avanzare dubbi circa scoperte scientifiche, conquiste mediche, creazioni artistiche, senza una base solida su cui fondare le proprie critiche, ma per un semplice sentito dire.

Impara l'arte e mettila da parte

Cunk On Life Philomena Cunk
Philomena Cunk in una scena di Cunk on Life

Tagli di montaggio, sguardi in camera, interpellazioni dirette, interviste ed esperimenti sul campo: in settanta minuti Philomena Cunk reitera tutti gli elementi fondanti il suo status di (pseudo)documentario. A livello puramente visivo, cioè, Cunk on Life concorre in maniera coerente ai dettami impostale dal genere di riferimento. Ma è nella sua portata verbale e divulgativa che si ritrova il potere parodico e irresistibile di un mockumentary come quello di Brooke. Il DNA come manuale di istruzione dell'Ikea, Michelangelo come abile imbianchino, l'Urlo di Munk come remake pittorico dello Scream di Wes Craven: sono tutti vittime di un apparente processo di ridicolizzazione che nasconde invece il motore di denuncia per una volontà sempre più debole di scoprire e lasciarsi sopraffare dalla bellezza del mondo.

Cunk On Life Philomena
La protagonista Philomena Cunk

Con un cellulare in mano, anche un processo complesso come la riproduzione cellulare, perde adesso di interesse ("non bastava fare copia e incolla?") diventando materiale da ingurgitare con la mente e poi digerire velocemente, senza possibilità di trattenere o assimilare quanto letto. Le nozioni non attecchiscono più tra le pareti della nostra conoscenza, perdendosi nel marasma di tutte quelle immagini che ci bombardano quotidianamente. Così facendo tutto è interessante, ma nulla è veramente importante, tanto da essere messo in dubbio o costantemente criticato, proprio come a essere criticata da Philomena è l'arte di Van Gogh, o l'effetto eco nella sequenza di meditazione.

Cunk on Earth, la recensione: falsi documentari per risate reali

Cunk on Life, o come ti documento l'involuzione umana

Philomena Cunk 027
Una scena da Cunk on Earth

Le continue associazioni con prodotti figli del consumismo, o con opere mass-mediali andatesi a sostituire ad altre di fattura storico-artistiche, si uniscono adesso a un'ironia coinvolgente e a freddure taglienti, che fanno di Cunk on Life un'opera imperdibile e a suo modo didattica. Nello spazio di battute e uscite inappropriate, si ritrovano nascosti dettagli di un ritratto generale della società contemporanea.

Pa312663
Philomena Cunk

Non l'esistenzialismo, il processo riproduttivo, o l'arte in generale: quello che viene posto al centro dell'opera è sì l'uomo, ma non quello artefice di una straordinaria capacità intellettuale, quanto quello limitato nella comprensione del proprio raziocinio, o degli strumenti in suo possesso per rendere unico (e non distruttivo) il suo passaggio sulla terra. Un uomo talmente abituato a cadere nel baratro della noia, che anche una risposta piena di interesse, e profondità, deve essere affiancata da video di animali simpatici in situazioni divertenti per risultare sopportabile. E così tutto cade, tutto si distrugge, e a poco servirà una risata o un caustico commento. Ci vorrà un miracolo. o solo una presa di coscienza per salvarci; o forse manco quella.

Conclusioni

Cunk on Life non ha nulla da invidiare al suo capitolo precedente Cunk on Earth. La portata sarcastica è la medesima, se non ancora più dissacrante e causticamente irresistibile. La capacità di sfruttare i canoni del genere documentartistico per restituire un'involuzione umana nel campo dell'analfabetismo funzionale provoca uno shock nello spettatore tale da mescolare le risate, alla presa di coscienza di uno stato delle cose quanto mai desolante. La bellezza della scoperta è ormai declassata a favore di un automatismo intrinseco nell'uomo che lo spinge a prendere un cellulare e cercare su internet un dato argomento senza convalidare le fonti. Una situazione che Diane Morgan restituisce con alacrità e ingegno, rendendo così vera, credibile e irresistibile la sua Philomena Cunk.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.8/5

Perché ci piace

  • La performance di Diane Morgan.
  • La capacità di ritrarre il pubblico medio ormai incapace di incuriosirsi e sviluppare un pensiero critico.
  • La portata sarcastica dell'opera.
  • Le reazioni dei poveri intervistati.

Cosa non va

  • La durata poteva scendere anche a sessanta minuti, senza per questo perdere di ingegno e alacrità.