L'episodio numero tredici della nona serie di CSI: Crime Scene Investigation ci propone altri due casi di difficile soluzione che, se non riescono certo ad eguagliare la freschezza e la genialità del precedente episodio, ci mostrano però un Fishburne/Langston sempre più a suo agio nel colmare il vuoto lasciato da Petersen/Grissom.
La sequenza iniziale ci porta nel Choozy's Chicken, un fast-food di Las Vegas dove si è appena verificato un omicidio. Quando Brass, Stokes e Langston giungono sul posto, notano che la vetrata esterna del ristorante è stata frantumata utilizzando a mò di ariete la grande mascotte a forma di pollo posizionata all'esterno della struttura.
Nella cucina del fast-food, i CSI trovano il cadavere di un uomo la cui divisa lo identifica come il manager del ristorante. Nella stanza c'è anche uno zaino contenente un rasoio, dei jeans e la chiave che apre la porta sul retro.
Langston osserva alcune tracce di sangue che portano proprio nel cortile sul retro, e che fanno pensare al trascinamento di un secondo cadavere. Le impronte si arrestano proprio davanti a un barile di latta coperto di scritte in cinese, che risulta però vuoto.
La scena successiva ci mostra Catherine e Phillips che entrano in un appartamento, trovando un uomo steso su una barella in stato di semi-incoscienza causata dall'alcol. La moglie dell'uomo (Melinda Tucker, agente immobiliare) giace invece morta in camera da letto, ammanettata per i polsi alla testata del letto matrimoniale.
In laboratorio, Robbins e Langston esaminano il cadavere del manager del fast-food. L'uomo risulta essere stato colpito con un oggetto contundente sul collo, ma la causa della morte è un violento impatto che gli ha procurato un trauma fatale alla spina dorsale.
Intanto, il frammento di uno specchietto retrovisore rinvenuto sulla strada di accesso del fast-food conduce i detective a un ex-impiegato del ristorante, licenziato per un'aggressione ai danni del manager. Il giovane ammette di essersi recato al fast-food, ma solo per rubare la mascotte del Choozy's Chicken e ampliare così la sua collezione.
Catherine e Greg sono di nuovo nell'appartamento della Tucker. In camera da letto trovano del vino e due tubetti vuoti di dentifricio. La sorpresa arriverà poco dopo in laboratorio: nel corso di un'autopsia particolarmente sgradevole, Robbins estrae lo stomaco della donna trovandolo pieno di una sostanza bluastra, fresca e profumata: si tratta, per l'appunto, di dentifricio.
Stokes, Brass e Langston hanno intanto convocato in laboratorio tutti gli impiegati del fast-food, prendendo loro le impronte e interrogandoli. Gli unici a mancare all'appello sono Elizabeth Martin - l'impiegata del Choozy's Chicken incaricata di chiudere il ristorante la sera dell'omicidio - e un ex-impiegato tossicodipendente e senza fissa dimora di nome Gary. Intanto, altre prove si sono aggiunte a quelle già in possesso dei detective: è stata trovata una traccia di sangue mestruale (di Elizabeth Martin?) all'interno della cucina. Inoltre è stata raccolta l'impronta di una mano che sembra aver esercitato una forte pressione sul pianale della friggitrice, e un paio di occhiali sono stati trovati all'interno della stessa. Altre impronte sono state rintracciate su un cartello di plastica rigida con su scritto "Attenzione: pavimento bagnato", che qualcuno ha usato come arma contundente.
Greg e Catherine indagano sulla "morte per dentifricio" della donna. I due detective sono convinti che il dentifricio killer provenga dai due tubetti trovati nella stanza, ma Hodges spiega loro che ad aver ucciso la Tucker è stato un diverso tipo di dentifricio. Il marito della donna, che intanto si è ripreso, respinge ogni accusa di aver ucciso la moglie. Gli agenti gli fanno notare che nella tasca della sua camicia c'erano le chiavi delle manette, e che la donna aveva stipulato una sostanziosa assicurazione sulla vita. Il marito della Tucker replica che i due non facevano sesso da mesi e che la donna, esperta di igiene dentale, non avrebbe mai accettato di ingerire una tale quantità di dentifricio. L'uomo ammette poi che il loro matrimonio era in crisi, e che i due ormai si odiavano, a causa delle difficoltà finanziarie e delle reciproche accuse.
Determinati a vederci chiaro in quella faccenda, Greg e Catherine tornano nell'appartamento. Estendendo le loro ricerche a tutto il perimetro dell'abitazione, trovano in un bidone della spazzatura dei guanti di lattice e altri due tubetti di dentifricio, questa volta del tipo giusto. Una volta tornati in laboratorio, i detective riescono a mettere insieme i pezzi del puzzle: la donna si è accertata che il marito fosse ubriaco, quindi ha ingerito due tubetti di dentifricio, ha gettato gli involucri e si è ammanettata al letto, aspettando la morte. Tutto questo per incastrare il marito. Caso risolto.
Anche Stokes, Brass e Nick si stanno avvicinando lentamente alla soluzione. Nonostante in laboratorio non siano riusciti a ricondurre l'impronta trovata sul pianale della friggitrice a nessuna delle persone coinvolte nel caso, gli agenti sono riusciti a rintracciare la provenienza del bidone con le scritte in cinese.
Il bidone è stato sottratto all'esterno di un ristorante cinese da un uomo che gli agenti riescono a identificare grazie alle telecamere di sorveglianza: si tratta di un hippie che preleva a turno dai ristoranti della zona i bidoni di rifiuti alimentari per ricavarne benzina ecologica. Il fricchettone ammette di aver sottratto il bidone all'esterno del fast-food e di averlo rimpiazzato con quello, già svuotato, del ristorante cinese. Infine, l'hippie invita gli investigatori a riprendersi il bidone del Choozy's Chicken, che non ha ancora svuotato. Langston si avvicina al contenitore e solleva il coperchio. All'interno c'è il cadavere ustionato di Gary, il tossicodipendente senzatetto che alloggiava abusivamente nel fast-food.
Una volta tornati in laboratorio, Langston e i suoi apprendono che Elizabeth Martin è stata rintracciata, e che Brass la sta interrogando. La giovane, che risulta chiamarsi in realtà Rosa Gonzales ed essere un'immigrata clandestina, spiega come sono andate le cose quella notte. Mentre stava chiudendo il locale, il manager ha iniziato a farle delle avances, costringendola infine a spogliarsi con la minaccia di denunciarla al Dipartimento Immigrazione. Mentre l'uomo stava per passare al contatto fisico, si è affacciato alla porta Gary, che abitava nel retro del fast-food con la complicità della giovane. Immediatamente, il manager ha afferrato Gary e lo ha trascinato verso la friggitrice, immergendogli la faccia nell'olio bollente (l'impronta sulla superficie del macchinario risulterà poi essere la sua) e uccidendolo. La Martin intanto è fuggita. Il manager ha poi nascosto il cadavere di Gary nel bidone dei rifiuti alimentari, ma una volta tornato nella cucina, complice la perdita degli occhiali da vista, è scivolato sul pavimento bagnato e si è rotto l'osso del collo. Si è trattato insomma di un caso di "giustizia naturale" nei confronti di uno spietato assassino. Caso risolto.
Si conclude così un episodio non certo memorabile di Csi Las Vegas. Da confermare comunque l'ottima prestazione di Fishburne, che sta riuscendo con carisma e genuinità a conquistare la simpatia dei suoi colleghi e soprattutto degli spettatori.