I libri, il cinema, la televisione, l'amore: non poteva essere che denso di immagini e testimonianze il documentario che Antonio Napoli e Serena Corvaglia hanno dedicato a Luciano De Crescenzo. Bistrattato dai filosofi contemporanei ma follemente amato dal pubblico, lo scrittore partenopeo ha avuto il merito di avvicinare anche le persone meno acculturate alla comprensione della filosofia, attraverso le armi della semplicità e dell'ironia. Così parlò De Crescenzo rappresenta un'occasione unica per rispolverarne i suoi successi letterari come il celebre Così parlò Bellavista (da cui il titolo) che fino ad oggi ha venduto più di 1 milione di copie solo in Italia, ma anche l'omonimo film che ne trasse e il bellissimo 32 dicembre. A celebrarlo tanti colleghi e amici: il professor Domenico De Masi che ne racconta la carriera da ingegnere e ne elogia l'infinità saggezza ma anche Renzo Arbore, Marisa Laurito, Lina Wertmüller e il compianto Bud Spencer. Una ricostruzione autentica e delicata di una carriera costellata di successi e soddisfazioni ma anche di un grande rammarico: quello di non aver mai percepito la stima del mondo accademico.
Leggi anche: Bud Spencer, le 10 scene epiche dei film di un "gigante" del cinema
Lo spirito malinconico
A raccontarne le emozioni più recondite sulle note di una bellissima colonna sonora ci pensa la donna che forse più di tutte è riuscita a fargli perdere la testa, Isabella Rossellini. "Nella mia vita ho pianto poche volte, una di queste accadde quando mi lasciò per trasferirsi in America", ammette De Crescenzo che ricorda di essere stato un grande amante delle donne. "Un vero cultore della bellezza, ma anche un po' narcisista", scherza la Laurito. Oggi, a 89 anni, lucido e con tanta voglia di scherzare, ancora fatica a capacitarsi del suo successo e continua a ringraziare per la fortuna che gli è capitata. Ma gli amici ne rivelano anche un lato fortemente malinconico, ben rappresentato nei suoi disegni e nelle foto che negli anni Ottanta e Novanta si divertiva a scattare. Il documentario "è leggero ma mai frivolo", proprio come lui che ha sempre avuto un chiodo fisso, la sua città, Napoli, "croce e delizia" di cui ha onorato la poesia e la genialità. Antonio Napoli e Serena Corvaglio si limitano ad osservarlo, a filmare i posti di oggi - una meravigliosa e invidiabile libreria personale - e quelli di ieri, senza invadere mai i suoi spazi e le sue emozioni.
Leggi anche: Isabella Rossellini parla di Joy: Jennifer Lawrence è un genio e David O. Russell dirige come Fellini
L'emozione più grande
Nel 2014 lo avvicinano mentre una folla immensa lo accoglie alla serata di festeggiamenti per i trent'anni del film Così parlò Bellavista. "Che cosa prova dinanzi a tutto questo affetto?". Silenzio. Poi con l'eleganza e la sensibilità che lo contraddistinguono: "Chiedo scusa ma mi sto emozionando". E si allontana. De Crescenzo appartiene a quella generazione che aveva rispetto dei propri sentimenti e ci teneva a proteggerli. Quello di cui si sente la mancanza è il racconto di qualche episodio esclusivo che possa arricchire la conoscenza di chi ha sempre seguito De Crescenzo. Ottimo per chi lo scopre, un po' ripetitivo per i suoi ammiratori. Senza dubbio un'operazione meritevole ma non del tutto completa. Si sorride amaramente mentre si assiste al riassunto della vita di un uomo che non ha avuto paura di lasciare la sicurezza (il suo posto da ingegnere alla IBM) per l'insicurezza, ovvero una carriera letteraria che faticò a prendere il volo anche dopo la pubblicazione di Così parlò Bellavista. La vita di De Crescenzo è un esempio di cosa può diventare una vita all'insegna delle possibilità.
Movieplayer.it
4.0/5