C'è un filo, neanche troppo sottile, intessuto nella filmografia di Daniele Luchetti, e risponde al nome di Domenico Starnone. Sono passati quasi 30 anni da La scuola, che adattava Ex cattedra e Sottobanco dello scrittore, siamo passati per Lacci di alcuni anni fa, approdiamo ora a Confidenza, nuovo adattamento curato da Francesco Piccolo partendo dal romanzo del 2019 dell'autore napoletano. Un sodalizio nel quale Luchetti si trova a proprio agio, trovando nelle opere di Starnone temi e approfondimenti che riesce a veicolare con i toni giusti. Nel caso dell'ultimo lavoro, in sala dal 24 aprile per Vision Distribution, tutto funziona nel portare su schermo la storia del protagonista Pietro, e di riflesso la sua controparte Teresa, dalla scrittura alle interpretazioni, passando per l'ulteriore valore aggiunto rappresentato dalla musica che sottolinea il racconto, affidata a Thom Yorke, ennesima conferma di che grandi musicisti siano i membri dei Radiohead anche al di là della band che ha gettato le basi delle loro carriere.
Vite di successo e inconfessabili segreti
Pietro e Teresa, professore e studentessa. Tutto parte da loro, dal loro amore, intenso e completo, che porta i due a confessarsi i propri più inconfessabili segreti. Una Confidenza, proprio quella del titolo, che cambia le regole del loro rapporto e in qualche modo delle loro esistenze: diventati entrambi eccellenti e famosi nei rispettivi campi, vivono con lo spettro di confessioni lasciate di getto e potenzialmente pericolose per le rispettive carriere. Soprattutto per quella di Pietro Vella, che si è costruito una facciata di normale rispettabilità che la rivelazione di quanto detto a Teresa Quadraro, ora matematica di fama internazionale impegnata all'MIT di Boston, potrebbe far miseramente crollare.
Elio Germano, uomo in fuga dalle proprie debolezze
Si tratta di una consapevolezza con cui Pietro Vella ha dovuto convivere per quasi tutta la vita, uno spettro che infesta una vita di successo, che mina quella sicurezza costruita attorno a un'immagine di sé fittizia, incompleta, mirata a sembrare migliore di quello che si è. Elio Germano è perfetto nel portare questa divisione su schermo, alternando forza e debolezza, sicurezze e fragilità, intensa incarnazione del discorso sul maschio contemporaneo, sulle sue ambiguità, falsità, ipocrisie, che Starnone e Luchetti riescono a tratteggiare. È un uomo in fuga dalle proprie debolezze il Pietro Vella di Elio Germano, ma è anche il cuore nevralgico di un film che suggerisce spunti di riflessione con tocco delicato e intelligente, è il fulcro attorno a cui ruota un cast che si affida a volti di altrettanto valore, da Federica Rosellini a Vittoria Puccini e Isabella Ferrari, anche laddove lo spazio a disposizione è poco ma significativo, come nel caso di Pilar Fogliati.
Daniele Luchetti costruisce la storia e le sue tematiche con piglio sicuro, ma tocco delicato, portando su schermo il rapporto tra Pietro e Teresa senza scivolare in eccessi che avrebbero snaturato l'idea alla base dell'opera, che non è tanto in ciò che Teresa conosce e nel pericolo che rappresenta per Pietro, ma nel modo in cui lui percepisce questo elemento, per come l'uomo se ne sente minacciato. In conflitto raccontato da Luchetti è interiore al personaggio di Elio Germano, abile a comunicarcene ogni sfumatura e ogni variazione nel corso del suo cammino di vita e di carriera.
Thom Yorke, il valore aggiunto
Se il protagonista Elio Germano è un indubbio pregio di Confidenza, se il cast che lo accompagna ne completo il lavoro con grazia e spessore, non si può non menzionare l'ulteriore valore aggiunto rappresentato dal lavoro di Thom Yorke su musiche e canzone che accompagna la storia. Dopo il Suspiria di Luca Guadagnino, il frontman dei Radiohead torna a comporre musica per un film e lo fa concretizzando ancora una volta l'elevata qualità a cui i Radiohead ci hanno abituati, sia come band che singolarmente come compositori: con Johnny Greenwood ormai una sicurezza assoluta, il nuovo lavoro del cantante della band di Oxford conferma che musicisti eccellenti siano i suoi singoli membri. La colonna sonora di Confidenza è composizione di dissonante poesia, che si adatta alle situazione, le sottolinea ed enfatizza, aggiungendo spessore e valore a quanto ci viene raccontato per immagini, completando il quadro dipinto da Luchetti fino a sfociare nella bellissima canzone che accompagna i titoli di coda.
Un film che resta
Non è un film che si dimentica facilmente Confidenza di Daniele Luchetti, ma una storia che sedimenta e resta nell'anima dello spettatore al termine della sua intensa visione: intrappola nelle insicurezze del suo protagonista e non lascia andare al termine del racconto, costringendoci a riflettere sulle sfumature della condizione umana che mette in scena con le sue delicate pennellate e quelle esplosioni di folgorante intensità che mettono in scena il disagio e le derive del personaggio. È un film importante per ciò che racconta e come lo racconta, che lo rendono uno dei titoli più interessanti e compiuti di questa prima parte del 2024, non solo per quanto riguarda il panorama italiano ma anche a livello internazionale, ed è un bene che il film sia passato all'International Film Festival di Rotterdam, ottenendo da subito una visibilità anche al di fuori dei nostri confini.
Conclusioni
È un gran film Confidenza di Daniele Luchetti. È un titolo che graffia mentre lo si guarda e che lascia segni che si fa fatica a far rimarginare. Scivoliamo lungo l’ultima sequenza, ma facciamo fatica a uscire dal film, dalle sue riflessioni, dall’intensità e insieme delicatezza con cui le racconta. Merito del regista, di nuovo al lavoro su un’opera di Domenico Starnone, dello script di Francesco Piccoli che adatta con profondità l’originale letterario, del cast, guidato da un Elio Germano che è come sempre un valore aggiunto in tutte le sue prove d’attore. Un ulteriore valore aggiunto è la musica, affidata a Thom Yorke e capace di sottolineare i diversi momenti della storia con la sua poesia e le sue dissonanze. Uno dei film di questo 2024 che ci accompagneranno a lungo.
Perché ci piace
- Il testo di Starnone, reso gran film dallo script di Francesco Piccolo.
- La delicatezza e intensità di Daniele Luchetti alla regia.
- Elio Germano, fulcro di un cast che gli ruota attorno con precisione e gusto.
- La musica e la canzone di Thom Yorke, veicolo di dissonante poesia.
Cosa non va
- Difficile trovare difetti a un’opera così compiuta e profonda.