"Chi tra voi è senza peccato scagli la prima pietra" è un verso del Vangelo di Giovanni entrato nei modi di dire comuni, poche parole che esprimono alla perfezione tutta l'umana fallibilità. Ed è su questo concetto che sembra costruito il nuovo film di Edward Berger (che in questi giorni ha anche presentato il primo film girato per Apple Vision Pro), Conclave, in anteprima italiana alla Festa del Cinema di Roma, ma già approdato con successo al Telluride Film Festival, ed in sala dal 19 dicembre.
Tratta dall'omonimo romanzo di Robert Harris, la pellicola si presenta allo spettatore con i toni del thriller, ma è molto di più di ciò che mostra perché attraverso una vicenda intricata e coinvolgente si propone di far mostra dell'assoluta complessità dell'animo umano, raccontando, quasi con le velleità di un esperimento sociologico, un gruppo di persone rinchiuse in un unico luogo con poche possibilità di interazioni con l'esterno. A far parte del nutrito cast sono Ralph Fiennes, in un ruolo centrale, ambiguo e complesso, Sergio Castellitto, Stanley Tucci, Isabella Rossellini e John Lithgow, tutti nomi altisonanti ma perfettamente al servizio della storia, plasmati nelle movenze e nelle espressioni da personaggi sfaccettati in continua lotta prima di tutto con sé stessi.
Conclave: una storia fatta di intrighi
A dare il via alle vicende è l'improvvisa morte del Papa, un avvenimento che comprensibilmente sconvolge la Chiesa ma che allo stesso tempo costituisce un'eventualità nota, il cui protocollo segue rigide regole sviluppate in secoli di storia. Ad occuparsi della costituzione del conclave, che eleggerà il nuovo capo del Vaticano, è il cardinale Thomas Lawrence, un uomo scaltro che conosce bene molti di coloro che prenderanno parte all'elezione del nuovo papa: cardinali molto diversi tra loro, con differenti punti di vista sulla vita, sulla religione ma sopratutto sulla politica.
Rinchiusi in un luogo da cui non potranno uscire se non dopo la fumata bianca, e quindi dopo l'avvenuta nomina del nuovo papa, i cardinali inizieranno pian piano a scoprire le proprie carte in ore fatte di accordi ottenuti in segreto e rivelazioni che potrebbero far tremare la Chiesa dalle fondamenta in un continuo attrito tra conservatori e riformisti. A destare particolare stupore, però, è l'arrivo di un nuovo cardinale la cui nomina recente lascia sconcertati in molti, persino il cardinale Lawrance.
Un film solido e complesso
Conclave è un film saldamente costruito sulle spalle del personaggio interpretato da Ralph Fiennes, giocatore e allo stesso tempo pedina di una scacchiera dalla cui mosse e contromosse dipende il futuro politico e spirituale della Chiesa. L'obiettivo si sofferma più volte sul suo volto, sulla postura, le sue reazioni anche minime, in una messa in scena ricca di simbolismi dove è la luce a giocare spesso un ruolo fondamentale nel racconto.
Con un sapiente lavoro di luci e ombre, infatti, Berger ci racconta l'intimo dei personaggi in scena, in un continuo alternarsi di elementi mostrati e celati, persi nell'oscurità o illuminati dal fioco bagliore che entra da una finestra sbarrata a da una lampada appena accesa. Tutto in questo lungometraggio parla, non solo i dialoghi (incalzanti e ridondanti, mai prolissi), in una lunga serie di inquadrature dove anche gli affreschi alle pareti raccontano la storia di un'umanità persa nei suoi vizi, alla ricerca della presenza di un Dio che li guidi, di una fede smarrita in un mare di arbitrarie convinzioni.
Un microcosmo, quindi, rappresentativo della nostra specie tutta, dei suoi mali, delle sue meschinità e di un'animalesca lotta alla sopraffazione del più debole che acquisisce quasi una connotazione primitiva, lontana dai barlumi della ragione. Metafora, forse, di un occidente benestante e cieco ai bisogni e al malessere del resto del mondo, malessere che finisce per diventare così grande da avere effetti concreti anche nelle nostre vite così tranquille e controllate.
Un film che punta all'Oscar?
Ci sarebbe ancora molto da dire sulle tematiche e le criticità sollevate da questo film perché Conclave è un'opera con un'ottima scrittura, fatta di strati disvelati un po' alla volta ma, per evitare di rovinarvi la visione, dobbiamo necessariamente fermarci qui. Ciò che possiamo aggiungere, però, senza svelare troppo, è che è il finale a conferire piena compiutezza al film, mostrando l'intento primario di far scaturire una riflessione profonda allo spettatore, pensieri nati da un percorso intrapreso con Thomas Lawrence e che portano a mettere in discussione molti aspetti che, ovviamente, non riguardano esclusivamente la dottrina religiosa. Una regia ispirata, fatta di immagini evocative, e una sceneggiatura granitica, unita a grandi interpretazioni, fanno quindi di questo lungometraggio un'opera pienamente riuscita, ricca di phatos, che non facciamo fatica a collocare tra i protagonisti della prossima stagione dei premi.
Conclusioni
Conclave, il nuovo film di Edward Berger (regista di Niente di nuovo sul fronte occidentale), è un'opera solida e ben scritta. L'incredibile cast, Ralph Fiennes su tutti, regala interpretazioni magistrali di personaggi sfaccettati e mai banali che si muovono sullo sfondo di una vicenda intricata che utilizza il thriller come amo per catturare lo spettatore e portarlo a riflettere sulle tante tematiche proposte. Ottima e suggestiva la messa in scena, con una regia che fa del sapiente uso di luci e ombre uno strumento narrativo importante.
Perché ci piace
- Le interpretazioni, prima tra tutte quella di Ralph Fiennes nei panni del Cardinale Lawrence.
- La scrittura intricata e solida, con dialoghi ottimamente riusciti.
- La regia, attenta ed evocativa.
Cosa non va
- Non abbiamo trovato alcun peccato grave a questo film che potrebbe scontentare chi non ama i thriller più cerebrali.