Gli attori italiani che nel 2023 hanno deciso di passare dietro la macchina da presa sono molti: Micaela Ramazzotti, Margherita Buy, ovviamente Paola Cortellesi, con l'inarrestabile C'è ancora domani. Anche Alessandro Roia ha risposto al richiamo della regia: l'attore, diventato un volto familiare al pubblico grazie al ruolo del Dandi in Romanzo Criminale - La serie, ha infatti diretto Con la grazia di un dio, presentato alla Mostra del cinema di Venezia 2023 nella sezione Giornate degli autori.
Anche Roia è dovuto passare per il più classico dei pregiudizi: quando un interprete decide di fare il regista c'è sempre una certa diffidenza. Quando però il film si rivela buono si rimane spiazzati. In sala dal 30 novembre, Con la grazia di un dio è effettivamente un esordio non male. Ma cos'è più difficile? Decidere di fare il grande passo o ignorare chi rema contro?
Roia ce l'ha detto a Venezia 2023: "È stato più difficile decidere di passare dall'altra parte. Senza dubbio. Perché è stato un percorso lungo, un percorso di responsabilità. Proprio perché sapevo esattamente quale dinamiche di pregiudizio avrei affrontato. Le persone vicino a me, che fanno questo lavoro in diverse declinazioni, mi hanno detto che si vedeva: l'avevano capito prima di me! Ho pensato spesso al monologo che Mastroianni fa nella macchina in Otto e mezzo: è stato uno spauracchio per me per tanto tempo. Poi sono cambiate delle cose e sono riuscito ad accumulare abbastanza esperienza sui set per poter fare il film che volevo."
Con la grazia di un dio: intervista ad Alessandro Roia
Da un attore ci si potrebbe aspettare un film molto parlato, invece Con la grazia di un dio, che vede come protagonista Tommaso Ragno, è un film di poche parole, in cui le immagini sono fondamentali. Uno tratto distintivo dello stile di Roia Regista? In parte: "Sto costruendo il mio stile, il mio linguaggio. Sto imparando il cinema attraverso il cinema. Sul set ho accantonato il ricordo del mio lavoro fino a ieri. Avendolo sognato per così tanto mi sono fatto travolgere dall'entusiasmo: mi svegliato la mattina alle 6 ed ero contentissimo. Andavo sul set a piedi! Non ero mai stanco."
Con la grazia di un Dio, la recensione: il cinema di Alessandro Roia per un film tempestoso
Il film racconta il ritorno a casa di un uomo che deve affrontare la morte di un vecchio amico. Nel film c'è una sensazione di cambiamento che travolge tutto. Il regista conferma: "Io sono a metà tra la mia gioventù che è andata via e l'età degli attori del film e mi sono reso conto che cresciamo costantemente. Il nostro corpo cresce, le nostre esperienze ci fanno maturare, ma ciò che siamo, che capiamo quando siamo giovani, rimane lo stesso. Andando avanti riusciamo a filtrare dei comportamenti per stare in società, ma la nostra natura è sempre la stessa. I giovani che siamo stati rimangono con noi fino alla fine. Siamo degli elementi complessi, che devono fare sempre i conti con noi stessi e col vivere. Questo è un film di fantasmi che non sono fantasmi: stanno qui. Oggi le generazioni si definiscono con un nome: Z, X, boomer. Si vuole definire chi sei in questo momento, ma in realtà non ce n'è bisogno perché noi tutti abbiamo un'idea molto chiara di cosa vuol dire essere ragazzi. E allo stesso tempo siamo consapevoli che non siamo più."