Il trailer come guida, la locandina come mappa, la curiosità come motivazione. Entrare in un cinema equivale ogni volta ad un piccolo viaggio, perché dopo aver pagato un biglietto, ci si accomoda in quel veicolo enorme chiamato "sala" e si parte verso un'esperienza condivisa che in qualche modo teletrasporta altrove, delude o sorprende, spesso scuote qualcosa per lasciare un segno. Non ci saranno foto (anche se i selfie pre-proiezione sono pane quotidiano), ma ricordi di un nostro preciso periodo di vita che a volte si aggancia a quel preciso film, a quel preciso momento in cui lo guardiamo, per poi ritornare in mente anni dopo, quando la stessa pellicola, semmai, ci sembrerà diversa. Così i film diventano posti da scoprire o da riassaporare se ci siamo già stati perché, proprio come un luogo, sono capaci di cambiare se guardati con altri occhi.
E infatti il viaggio è un tema innamorato del cinema, a sua volta ricambiato da tantissimi film basati sulla necessità di cambiare attraverso un'esperienza catartica, sul desiderio di nuovo, sulla voglia di scoprire qualcosa di più del mondo e quindi di se stessi. Il cinema ha scavato sino all'etimologia del termine "vacanza" raccontando un "vuoto" da colmare, di una "libertà" da ritrovare. Ed è quello che faremo attraverso 10 film di sola andata, opere che vanno al di là della classica esperienza estiva in standby dal lavoro, ma si spingono oltre, un po' più là, diretti verso il perdersi per ritrovarsi, l'andare per ritrovare il gusto di tornare o non di non farlo mai più. Lo faremo con pellicole più o meno recenti (non ce ne voglia Easy Rider), perché la storia del cinema è stracolma di partenze, la storia del cinema è quella di un viaggio, iniziato, non a caso, con quel treno dei fratelli Lumière, partito nel 1895 per non fermarsi mai.
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1. L'appartamento spagnolo (2002)
Si può viaggiare in una stanza? Se sei in Erasmus, alle prese con una convivenza con persone tanto diverse da te, pare proprio di sì. Il film di Cédric Klapisch, primo di una trilogia proseguita con Bambole russe e Rompicapo a New York, è un piccolo manifesto generazionale, raccontato sulla soglia tra la giovinezza e l'età adulta. Xavier, studente universitario abituato alla norma, verrà scosso da un'esperienza nuova e destabilizzante, vissuta in un microcosmo che tanto somiglia ad una piccola Torre di Babele, dove lingue, caratteri e diversità finiscono per incontrarsi.
2. Prima dell'alba (1995)
Il cinema e la vita come due splendidi amanti. L'esperienza che corre lungo la pellicola e il tempo come unico, grande regista e sceneggiatore, scrittore di destini e di amori. Così la pensa Richard Linklater che nel 1995, che quasi vent'anni prima dello splendido Boyhood, inizia a fondere persone e personaggi con Prima dell'alba, tappa di partenza di una trilogia meravigliosa, fatta di poetica normalità, in cui ogni appuntamento richiama una sfumatura di cielo (Before Sunset - Prima del tramonto, Before Midnight).
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Variabili come il tempo, Jesse e Celine si conoscono in un treno che li lascia a Vienna, si ritrovano poi solo a distanza di nove anni a Parigi, e li vediamo un'ultima volta, ancora nove anni dopo, in Grecia.
Una storia lunga 18 anni di un amore maggiorenne, tra anime gemelle eterozigote, che si ritrovano ogni volta diversi, uniti dalla voglia di punti fermi anche se in movimento. Difficile ripetere l'effetto voluto da Linklater recuperando la trilogia tutta assieme, perché l'esperimento cinematografico voleva far coincidere pubblico e protagonisti, uniti dal tempo che passa, sedimenta, e viaggia con noi.
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3. I diari della motocicletta (2004)
Il ragazzo prima dell'uomo, l'uomo prima del mito. Ernesto Guevara non è ancora l'icona rivoluzionaria che conosciamo tutti, ma uno studente di medicina che assieme ad un amico si mette in sella per affrontare la polverosa America Latina. Walter Salles conquista il pubblico di Cannes grazie ad un film originale nel tratteggiare il potere decisivo e influente di un'esperienza forte come quella di un viaggio nei meandri del popolo sudamericano. Come immerso in un'osmosi empatica, Guevara assorbe il dolore, la povertà e le contraddizioni a lui prima estranee; così, per una volta, il cambiamento dettato da un viaggio non è solo privato, ma si riversa nel futuro impegno di una figura politica memorabile.
4. The Beach (2000)
Leonardo DiCaprio e l'acqua: un connubio che porta spesso a pericolose derive. Non fa eccezione il controverso The Beach, prova di maturità in parte fallita da Danny Boyle dopo il sorprendente Trainspotting, dove il buon Leo, ingenuo americano alla ricerca di nuove avventure, approda sulle splendide rive di una fantomatica isola, terra promessa di meraviglie. Arrivato sul posto, il giovane Richard rimane ammaliato dalla bellezza del posto e affascinato dalla comunità che la popola, dedita ad ogni piacere. Quel che sembra un paradiso, si rivela presto un inferno, con lo sguardo di Boyle che si scopre ancora una volta amaro nei confronti dell'uomo, attraverso un esperimento antropologico estremo e fallimentare.
5. Wild (2014)
Appassionato di anime da redimere, Jean-Marc Vallée si fa guidare dalla penna di Nick Hornby e dal un libro autobiografico per parlarci di Cheryl Strayed e del suo viaggio estremo sul Sentiero delle creste del Pacifico. Dopo una serie di lutti e di errori che l'hanno portata ad una disperata tossicodipendenza, la donna decide di mettersi alla prova affrontando 1600 chilometri immersa nella natura. Per lei sarà come specchiarsi in una purezza ormai lontana, ma non per questo irraggiungibile. Wild vive di incontri fugaci, di dolore fisico e di slanci poetici. Il regista invita lo spettatore a non colpevolizzare, a non giudicare, ma a viaggiare e basta, tenendo per mano la fragile forza della sua Cheryl.
6. Il treno per il Darjeeling (2007)
Tre fratelli su due binari. Un viaggio strambo su un treno stracolmo di persone e colori saturi per riunire tre persone troppo distanti tra loro. L'intento è ritrovarsi, ma come in ogni buon film di Wes Anderson la meta non è così prevedibile e il percorso non sarà poi così lineare. Senza perdere il suo tocco tragicomico nel manipolare la sfera degli affetti familiari, il regista ambienta questa buffa riconciliazione nel deserto indiano, tra zuffe, paradossi e personaggi eccentrici che nel loro bagaglio strampalato portano sempre un po' di malinconia.
7. On the Road (2012)
Jack Kerouac segna la via e il cinema la percorre, perché "l'importante è andare", non importa dove. Manifesto della beat generation, il romanzo Sulla strada diventa un film che cerca di non tradirne lo spirito anticonvenzionale e indipendente, partendo dall'inevitabile svantaggio di raccontare un fermento culturale e una mentalità ormai passati, ma ancora vivi e mitizzati da tanti nostalgici. Storia di un viaggio rivolto verso l'imprevedibile e di un'amicizia tra Sal e Dean, On the road segna il ritorno su strada di Walter Salles che, dopo I diari della motocicletta, firma un'opera capace di cogliere lo spirito nomade di queste anime inquiete.
8. Tracks - Attraverso il deserto (2013)
Prima di passare attraverso lo specchio nel Paese delle Meraviglie, Mia Wasikowska è passata nell'arido deserto australiano, dando anima (tanta) e corpo (esile) alla vera storia di Robyn Davidson che nel 1977 camminò per quasi 3000 chilometri, durante sei mesi di estenuante fatica. Al fianco di quattro dromedari e di un cane, la giovane brama la solitudine, la invoca come dimensione per mettersi alla prova e conoscersi meglio. John Curran le sta accanto e la sbircia da lontano e da vicino; alterna primi piani e dettagli sui segni del logorio fisico a riprese più discrete e poetiche, panoramiche larghe con Robyn immersa in uno spazio infinito.
9. I sogni segreti di Walter Mitty (2013)
Tra realtà e fantasie improvvise, tra amarezza autentica e desideri visionari, Ben Stiller ci conduce in un viaggio appassionato con cuore e testa tra le nuvole dove l'ordinario procede lentamente, in discesa, verso lo straordinario. A metà strada tra comicità ipertestuale e racconto di formazione, la Natura qui diventa fondamentale co-protagonista; non semplice panorama da contemplare, ma personaggio che vive, pulsa e rappresenta prima il disgelo e poi l'eruzione del nostro Walter. Stiller dedica il suo film alla forza di un cambiamento doveroso e desiderato, ma allo stesso tempo celebra la necessità delle origini, innaffiando quelle radici che conducono sempre a casa.
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10. Into the Wild (2007)
"Non esiste nulla di più devastante di un futuro certo". Di Christopher McCandless ci rimangono tante belle frasi, alcune incise sul mitico magic bus (teatro del suo ultimo respiro), una celebre foto con il volto sereno di un giovane libero e la storia vera, straziante quanto poetica, di un estremo atto di libertà. Sean Penn sposa la ribellione silenziosa di Alexander Supertramp, benestante a cui non servono belle macchine, giacche e cravatte, ma in cui è forte il desiderio di fuga da una vita canonica, imbrigliata nelle abitudini, vincolata a ciò che è considerato socialmente accettabile. E allora via, verso l'Alaska, attraverso paesaggi impervi e sperduti che celebrano la bellezza sublime della natura più selvaggia; il tutto racchiuso nello sguardo estasiato di un grande Emile Hirsch, pieno di meraviglia commossa e commovente.
Come abbiamo visto, ogni viaggio comporta una scoperta, ma spesso "scoperta" fa rima con "spiacevole imprevisto" come, ad esempio, rimanere col portafogli più vuoto del deserto del Sahara. Bene, se siete meno estremi di McCandless, sicuramente non disdegnerete l'arrivo di qualche salvifico rifornimento di liquidità (in contanti o sul vostro contro), così vi segnaliamo la nuova applicazione della Western Union che, senza costi di commissione fino al 30 giugno, vi permette di inviare e ricevere rapidamente danaro in tutto il mondo. In questo modo il vostro smartphone diventa uno sportello bancario a portata di mano, da utilizzare nei luoghi più impervi e negli orari più insoliti. Anche in piena notte, appollaiati chissà dove, Western Union organizza un viaggio di andata o di ritorno per le vostre transazioni economiche. Ah, ovviamente non dimenticate il caricabatteria. Quello si spedisce un po' meno facilmente.