Nonostante sia figlia del grande Marcello Mastroianni, in Italia Chiara Mastroianni viene considerata un'attrice francese. Forse perché la sua parlata denuncia l'origine transalpina o forse perché risiede a Parigi, sta di fatto che le sue incursioni nel cinema italiano sono piuttosto sporadiche. Eppure, giunta a Locarno per ricevere l'Excellence Award Moet & Chandon, l'attrice confessa il suo grande desiderio: girare un film con Dario Argento che, però, fino ad ora non ha mai pensato a lei. La Mastroianni, spigliata e brillante, in una lunga intervista condivide i propri ricordi di un'infanzia vissuta insieme alle due icone del cinema europeo, il grande Marcello e la bellissima Catherine Deneuve, divisa tra set, passione cinefila e voglia di normalità.
Con due genitori come Marcello Mastroianni e Catherine Deneuve la recitazione era quasi una scelta obbligata. E' stato naturale per te seguire le loro orme?
Sei mai stata sui set dei film girati da tuo padre?
Chiara Mastroianni: Sono stata sul set de La città delle donne e sono rimasta affascinata dalla maestosità delle scenografie incredibili costruite per Fellini.
Quando hai iniziato a recitare?
Chiara Mastroianni: Ho iniziato quando ero all'università. A ventun anni ho ottenuto il mio primo lavoro e ho recitato in La mia stagione preferita di André Téchiné.
Com'è stato lavorare col maestro Manoel De Oliveira?
Chiara Mastroianni: De Oliveira fa film molto realistici ed è estremamente esigente. Compone la scena come un quadro, annulla l'attore e lo fa recitare in modo innaturale. E' un grande autore, ma è molto difficile lavorare con lui.
Tra i tuoi primi lavori spicca Prêt-à-Porter di Robert Altman, un altro grande autore. Cosa ricordi di quell'esperienza?
Qui al festival di Locarno sei presente in concorso con Homme au bain di Christophe Honoré.
Chiara Mastroianni: Con Christophe ho un'intesa quasi telepatica. Di recente ho girato con lui Non ma fille, tu n'iras pas danser, dove interpreto una madre molto particolare. Una donna in crisi che abbandona il figlio lasciandolo al padre. La pellicola è uno specchio della società di oggi in cui i padri sono realmente coinvolti nell'educazione dei figli, ne seguono la crescita e spesso se ne occupano in prima persona. Il mio non è un personaggio nato per conquistare lo spettatore, ma funzionale alla storia e alla rappresentazione della vita reale che è fatta di profonde contraddizioni. E' più facile essere spettatore di un film che attore nella vita.
Hai mai pensato di fare teatro?
Chiara Mastroianni: Con la tradizione familiare che ho dovrei proprio farlo. Mia nonna era attrice di teatro, i miei genitori lo hanno fatto. Forse più avanti.
Cosa fai quando non lavori?
Hai mai sentito il peso dei nomi che porti?
Chiara Mastroianni: Sul lavoro non mi è mai capitato perché i registi con cui lavoro si preoccupano di dare forma al personaggio che mi vogliono affidare e non gli interessa chi sia io nella vita. Forse quando ero adolescente, a volte mi capitava di essere additata come "la figlia di...", ma penso sia una cosa normale.