Chi è più maturo, Dante o Epicuro?
Impossibile dimenticarli. Specialmente per i quasi quarantenni. Gli anni delle superiori, quelli delle feste di compleanno con il gioco della scopa o della bottiglia, gli anni della discoteca pomeridiana, dei paninari, dei giubbotti di pelle, dei capelli cotonati, delle gite scolastiche in autobus. Come scordare gli anni sui banchi di scuola e soprattutto l'anno in cui si è sostenuto il fatidico esame di maturità? Oggi poi in particolar modo, oggi che il 60 di un tempo, il massimo cui si poteva ambire, è divenuto il voto minimo, e che grazie a Facebook ci si rincontra, più o meno volentieri, per una cena o un pranzo dopo vent'anni e ci si accorge di come tutto intorno sia cambiato, di come la vita sia andata altrove nel frattempo, di come però le facce dei compagni di classe, pur con qualche ruga in più, siano sempre le stesse, quelle rassicuranti, buffe e sorridenti di un tempo.
L'esame di maturità, uno dei traguardi più ansiogeni e importanti di gioventù, nessuno può averlo rimosso. Chi non ricorda le materie scelte quell'anno, un aneddoto divertente o imbarazzante, la faccia o la voce di un professore particolarmente ostico, oppure i festeggiamenti, le delusioni alla lettura dei quadri, le notti di lacrime e preghiere passate a studiare o a preparare i foglietti da infilare in ogni tasca la mattina delle prove scritte. L'esame di maturità, l'esperienza che da un recente sondaggio è risultato rappresentare uno degli incubi più ricorrenti degli italiani.
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C'è Giorgio, uno psichiatra infantile felicemente sposato ma terrorizzato dall'imminente paternità, Lorenzo, un agente immobiliare che vende e affitta case a tutti ma di cercarne una per sé e lasciare finalmente soli mamma e papà non ha alcuna intenzione, Luisa, una mamma single che affronta benissimo la professione di manager pubblicitario ma con qualche difficoltà il suo ruolo nella crescita di una bambina assai più matura e sveglia di lei, Francesca, chef in un grande ristorante romano alle prese con una grave dipendenza compulsiva da sesso, e poi ci sono Virgilio e Piero, due latin lover bugiardi e vigliacchi, che non vogliono saperne di crescere e trascorrono il loro tempo a corteggiare e a intrattenersi con ragazze molto più giovani.
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Tra un canto di Dante e una versione di greco, alle prese con il pensiero multisfaccettato e ultramoderno di Socrate, Platone ed Epicuro, il gruppetto di ri-maturandi rivive malinconicamente la sua preparazione agli esami, la fatidica notte che li precede, le vacanze al mare con i libri al seguito, il tutto con in più sulle spalle le incombenze della vita moderna, sincopata ed effimera. Così, come diceva Antonello Venditti, la Divina Commedia diventa sempre più commedia, e gli appuntamenti al solito posto diventano un cult, così come il pensiero di Epicuro, fondato in parole povere sul 'piacere', momentaneo e non, e sull'amicizia diventa una filosofia di vita.
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Giocherelloni, vogliosi di risentire il sapore della giovinezza con addosso la consapevolezza che quel periodo è ormai definitivamente concluso. Doppiamente immaturi dunque, ma uniti dall'amicizia e dalla voglia di condivisione. Certo un po' diversi, ma con la voglia ancora di cambiare.
Movieplayer.it
3.0/5