I film che mescolano i generi, nascondendone uno dentro l'altro come in un gioco di scatole cinesi, sono una gioia per chi ama il cinema. Certo, bisogna saperlo fare, equilibrando bene le dosi, proprio come nella preparazione di una pietanza dal sapore complesso. I film di Natale mascherati da qualcos'altro fanno specie a sé. Un filone specifico è quello delle storie ambientate durante le feste che abbracciano l'azione: il capolavoro indiscusso di questa tradizione del cinema (soprattutto) americano è Die Hard. E non a caso la sceneggiatura del film con Bruce Willis si studia nelle università. Carry-on di Jaume Collet-Serra si inserisce proprio in questo solco, sfruttando le doti espressive e fisiche di un talento versatile come Taron Egerton.
L'attore inglese è Ethan Kopek, aspirante poliziotto, che però non è mai riuscito a superare le selezioni per ottenere il distintivo e ha ripiegato quindi su un impiego come controllore della sicurezza nell'aeroporto di Los Angeles. Lì lavora anche la sua fidanzata, Nora (Sofia Carson), che fa un ruolo d'ufficio. La sua vita si è assestata su una quotidianità sempre uguale, abitudinaria, che tutto sommato gli sta bene. Non ci sono grandi brividi nella vita di Ethan.
Almeno fino a quando, proprio il giorno di Natale, un misterioso figuro senza volto e nome gli entra in cuffia, con delle indicazioni precise: deve far passare ai controlli un bagaglio con dentro qualcosa di molto pericoloso. Se si rifiuta delle persone moriranno, compresa Nora. In streaming su Netflix, Carry-on è intrattenimento puro, che tiene col fiato sospeso fino agli ultimi minuti.
Carry-on pone: un dilemma morale
Non ci vuole molto a Ethan per capire che dentro quel trolley c'è una bomba, che, una volta imbarcata sull'aereo, causerà diversi morti. Che fare quindi? Assecondare l'intento criminale dell'uomo che minaccia la vita della sua fidanzata, oppure cercare di fermarlo, per evitare che muoiano centinaia di persone? Non appena al protagonista viene posto questo terribile dilemma morale siamo con lui: scegliere tra la vita di chi si ama e tanti sconosciuti è una situazione inimmaginabile. Il regista è bravo a farci stare alla stessa altezza del suo protagonista, di cui sembra di sentire i battiti accelerati e il sudore incontenibile.
Anche l'uso degli spazi è intelligente: un non luogo come un aeroporto, fatto di passaggi e barriere, in cui si incrociano persone provenienti da ogni parte del mondo, diventa uno dei miti fondanti della cinematografia statunitense, ovvero la frontiera. Il film è ambientato ai giorni nostri, ma le dinamiche sembrano quelle di un film western. Due ore di attese, duelli, scontri corpo a corpo e a distanza.
Con anche un elemento di analisi sociale: nel loro dialogo che somiglia a un incontro di pugilato, il protagonista e l'attentatore parlano di come il sogno americano sia morto da tempo. I sogni hanno una data di scadenza e la generazione dei Millennials si è fatta fregare dall'idea che tutto debba essere perfetto per essere valido. In questo modo non ci si sente mai abbastanza. O almeno così è come la pensa un uomo che ha deciso di piazzare bombe negli aeroporti.
Taron Egerton, attore per tutte le stagioni
Chi invece è sicuramente abbastanza è Taron Egerton: grazie al personaggio che gli ha dato la notorietà, quello di Eggsy nella saga di Kingsman, sappiamo che sa muoversi e combattere. È bravo anche a cantare, come ha dimostrato in Sing e, soprattutto, in Rocketman. Nella magnifica miniserie Black Bird ha dimostrato anche una notevole poker face. In Carry-On aggiunge al versatile curriculum la capacità di essere le spalle solide su cui poter poggiare due ore di thriller tiratissimo, senza che la macchina da presa lo abbandoni mai.
Se il film di Jaume Collet-Serra funziona come un ingranaggio è principalmente grazie a lui: Egerton ha quella capacità rara di entrare immediatamente in empatia con lo spettatore e anche qui non si smentisce. Nel ruolo di un uomo che pensava di aver accantonato per sempre le sue aspirazioni, e invece trova la forza per scoprire davvero di che pasta è fatto grazie a una situazione d'emergenza, ha messo la voglia di riscatto di chi si è abituato a non veder realizzato il proprio sogno, ma non l'ha ucciso del tutto.
Conclusioni
Carry-On è adrenalina pura per tutte le sue due ore di durata: a metà tra thriller, western e film di Natale, si regge sulle spalle di Taron Egerton, attore versatile che, anche qui, non delude. Se vi siete mai chiesti cosa succeda negli aeroporti quando le valige spariscono sui nastri trasportatori avrete una risposta tanto fantasiosa quanto intrigante.
Perché ci piace
- L'interpretazione di Taron Egerton.
- L'uso intelligente degli spazi dell'aeroporto.
- Il mix di generi.
- Il ritmo martellante.
Cosa non va
- Non aspettatevi grandi sorprese.