Entità strana il Marvel Cinematic Universe degli ultimi anni, che ondeggia tra alti e bassi dopo il picco narrativo ed emotivo raggiunto con Endgame. Che il difficile sarebbe arrivato dopo quel film lo sapevamo bene, e probabilmente lo sapevano anche all'interno dei Marvel Studios, ma resta la sensazione che non tutto sia andato come previsto, a cominciare dalla pandemia che ha ribaltato le carte in tavola. Dopo diversi film dedicati a personaggi meno consolidati, però, con Captain America: Brave New World torniamo a quello che si può considerare il filone principale e a quella figura che aveva animato l'Universo Marvel sin dall'inizio, seppur con un volto differente. Simbolo più che personaggio, il nuovo Captain America è infatti Sam Wilson, quello che avevamo conosciuto come Falcon e che è ora detentore dell'iconico scudo. Sarà all'altezza del compito?
Una trama da thriller politico
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Mette subito le cose in chiaro Captain America: Brave New World, con un incipit che pone l'attenzione sul contesto politico in cui ci muoveremo, concentrando l'attenzione sul neoeletto Presidente degli Stati Uniti Thaddeus Ross.
Un primo sguardo, un flash prima di gettarci nell'azione per seguire una missione di Sam Wilson, in modo tale da presentarci da subito le due anime del nuovo film: da una parte l'intrigo politico, dall'altra l'azione inevitabile quando parliamo di cinecomic. Infatti il cuore narrativo del film non è quello più action e dinamico, ma lo scandalo internazionale in cui si trova invischiato Cap dopo aver incontrato il Presidente Ross, che lo porta a indagare, accompagnato da volti noti e non, su un pericoloso complotto che può avere ripercussioni globali.
"Non sei Steve Rogers"
"Potrai essere Captain America, ma non sei Steve Rogers". Lo dice Ross a Sam Wilson sin dal trailer del film, perché è evidente che si tratta del cuore del nuovo capitolo del filone dedicato al personaggio, nonché dello sviluppo del personaggio interpretato da Anthony Mackie: l'eredità dello scudo è pesante, i dubbi inevitabili. Sam non può non chiedersi se sarà all'altezza delle aspettative, di quell'importante carico di responsabilità che il ruolo comporta. Così come il suo stesso interprete Anthony Mackie, che si rivela abbastanza carismatico da reggere la parte e il confronto. E così come il film che lo ospita, che ha l'onere di proseguire quel filone dall'impronta politica inaugurato da Winter Soldier e proseguito con la ricchezza di temi e personaggi di Civil War.
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Se è a quei titoli che dobbiamo far riferimento, Brave New World si colloca un gradino sotto, perché non sfrutta fino in fondo quanto di buono introdotto nel primo atto della storia, sviluppando le premesse senza particolari guizzi.
È comunque un thriller politico più che dignitoso, che ha dei momenti che funzionano meglio di altri, ma che sembra non voler osare quanto sarebbe stato necessario, forse vittima della stessa pressione psicologica di Sam nella consapevolezza di un compito che grava sulle sue spalle: non far rimpiangere ciò che è stato e caricarsi il futuro di Captain America, personaggio e storyline, sulle spalle.
Oltre Captain America: Brave New World
Il nuovo film ha però anche un altro merito, quello di tirare le fila di molte cose introdotte nel passato dell'Universo Marvel e rimaste in qualche modo in sospeso, oltre che introdurre un paio di interessanti novità, non per ultimo un attore carismatico e significativo come Harrison Ford, e spunti che serviranno nel futuro della saga. Da questo punto di vista è un capitolo che fa da ponte tra vecchio e nuovo, che va a ripescare alcuni elementi che il pubblico poteva aver dimenticato e aggiunge nuovi dettagli che possano aprire a scenari che siamo sicuri che vedremo protagonisti del Marvel Cinematographic Universe da qui in avanti, con l'arrivo non solo dei Fantastici 4 il prossimo luglio, ma con i nuovi Avengers in Secret Wars e con i mutanti e gli X-Men, ora che sono in mano a Disney.
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Anche per questo si ha una certa sensazione di alcuni passaggi sbrigativi, poco approfonditi, come se si avesse fretta di andare avanti a quello che gli spettatori, e forse anche gli autori, stanno aspettando con ansia. Brave New World ha il merito di farlo meglio di altri progetti recenti dell'MCU mettendo in piedi una storia che ha i suoi motivi di interesse e ganci con l'attualità che stiamo vivendo. Per ora, in attesa di essere ancora stupiti, ce lo facciamo bastare.
Conclusioni
Costruisce bene i suoi spunti Captain America: Brave New World, ma sembra svilupparli senza troppa convinzione e subendo il peso dell’eredità dei precedenti Winter Soldier e Civil War, come il suo protagonista Sam Wilson che deve far sua e accettare la responsabilità che deriva dall’avere lo scudo che era appartenuto a Steve Rogers. Il film resta un dignitoso thriller politico che ha anche il merito di riprendere alcuni spunti del passato dell’MCU rimasti in sospeso, introducendo anche alcuni elementi che serviranno per gli sviluppi futuri. Se Anthony Mackie dimostra spalle abbastanza larghe da reggere questa difficile eredità, Harrison Ford è un’aggiunta di spicco con il suo innegabile carisma.
Perché ci piace
- Anthony Mackie che si dimostra brillante e capace di reggere l'impegno come Captain America.
- Harrison Ford, new entry di rilievo.
- Interessante il modo in cui riprende alcuni spunti del passato per riportarli all'attenzione del pubblico in vista del futuro.
- Una prima parte che introduce bene i temi del film...
Cosa non va
- ... che però vengono sviluppati senza particolari guizzi dal secondo atto in avanti.
- Si percepisce la voglia di andare avanti e la fretta che questo comporta.