Più affascinante e decisa che mai, Cate Blanchett ha inaugurato la 71° edizione del Festival di Cannes. La Blanchett, a capo della giuria chiamata ad assegnare la Palma d'Oro, ha dribblato con estrema eleganza le polemiche venute a galla nel corso della conferenza d'apertura come la sua partecipazione al red carpet inaugurale del festival nonostante la situazione in cui versano due dei registi presenti in competizione, l'iraniano Jafar Panahi e il russo Kirill Serebrennikov, impossibilitati a raggiungere Cannes perché agli arresti domiciliari per motivi politici. "Il festival non ha scopi politici" ha spiegato la Blanchett. "È terribile che questi due registi non possano essere qui e la scelta che Cannes ha fatto mettendoli in concorso ha un significato profondo. Il fatto che un vasto pubblico vedrà i loro film avrà una risonanza nei loro paesi. Detto questo, Cannes ha anche una aspetto frivolo che lo rende un grande spettacolo ed è giusto che sia così. Se fosse solo serio sarebbe terribilmente noioso".
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Spettacolo che quest'anno è stato regolamentato dalle scelte del direttore artistico Thierry Frémaux, il quale ha deciso di bandire i selfie dalla Croisette per "regolamentare il traffico", ma soprattutto per ridare dignità alla passerella dei divi. La scelta di "proteggere" film e ospiti del festival sta anche alla base della decisione di abolire le anticipate stampa per evitare che alcuni critici demoliscano i film a suon di tweet prima della proiezione ufficiale. Ma da quest'anno a Cannes è stata attivata anche una linea dedicata per denunciare le molestie. Il festival parla al femminile e si adegua alle tendenze del movimento #MeToo, schierandosi dalla parte delle vittime. Scelta, questa, che vede Cate Blanchett molto favorevole visto che, come sostiene, la difesa della diversità dovrebbe essere alla base delle manifestazioni artistiche e non solo: "L'industria del cinema non è diversa dalle altre industrie. Le molestie avvengono dappertutto. Ma ci tengo a specificare che le donne registe che sono in concorso sono state scelte per la qualità dei loro lavori, non per il loro sesso".
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Esperienza personale e valori universali
Parità, rispetto della diversità, attenzione alla varietà. Cannes ha scelto di dare l'esempio fin dalla giuria, che vede una prevalenza femminile, anche se Cate Blanchett ci tiene a precisare scherzosamente: "È perché quest'anno hanno scelto un Presidente donna, ma non ci sono registi transgender in giuria. Ecco, sotto questo aspetto hanno fallito". A fianco dell'attrice in giuria troviamo le colleghe Kristen Stewart e Léa Seydoux, la regista Ava DuVernay, la cantante belga Khadja Nin, e inoltre Denis Villeneuve, Robert Guédiguian, Andrey Zvyagintsev e l'attore taiwanese Chang Chen.
Anche Villeneuve, sempre più richiesto dopo l'exploit di Sicario e l'impresa titanica di Blade Runner 2049, parte da una riflessione sul movimento #metoo per sottolineare il valore del cinema: "#MeToo si espanderà nel tempo, è un movimento in crescita e finora abbiamo visto solo la punta dell'iceberg. Purtroppo l'umanità ripete gli stessi errori, la funzione del cinema è esplorare questi errori aprendo gli occhi alla gente". Gli fa eco Kristen Stewart che sottolinea come, grazie alla magia della sala "apri gli occhi, non pensi solo a te, ma ti guardi intorno. Il cinema ti aiuta a espandere le barriere".
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La bellezza della diversità... anche nei gusti cinematografici
Cate Blanchett e i giurati saranno chiamati a vedere e giudicare ventun film in dieci giorni. Un tour de force non indifferente a cui sono chiamate le star. Ma quali sono le qualità che una Palma d'Oro deve possedere per Cate Blanchett? "A Cannes ci sono tanti premi da assegnare, ma la Palma d'Oro viene data a un film che contiene tutto. Deve durare nella mente del pubblico ben oltre la durata del festival". Kristen Stewart aggiunge: "Una Palma d'Oro ti deve commuovere, ti deve scuotere. I film nei festival sono importanti, ma è più importante che durino negli anni".
A parlare è poi il regista Robert Guediguian: "Un vincitore deve possedere equilibro tra emozione e intelligenza. Mi piace citare Mao Tze-tung quando dice che "l'arte deve camminare un passo avanti alle persone, ma solo un passo avanti". "E poi deve possedere una voce unica ma veicolare sentimenti universali", aggiunge Ava Duvernay, "i film che amo di più sono quelli che mi hanno emozionato, quelli in cui i personaggi sono reali". Come mettere d'accordo tutti, giuria, pubblico e critica con la Palma d'Oro quindi? "Devi accettare che il compito è impossibile" chiosa laconica Cate Blanchett. "L'aspetto più incredibile di Cannes è che puoi saggiare le diverse risposte della critica e del pubblico. Trovo meraviglioso che la Palma vada a un film che magari la critica non ha amato. È impossibile mettere d'accordo tutti, ma questo è il bello".